di Maurizio Blondet

tratto da: Maurizio Blondet

Da pubblicizzare in occasione dell’assassinio della nipote

“Viene attaccata sui social”, lamentano i media. I media naturalmente la difendono. Gli stessi media che hanno giurato che il mRNA è sicuro ed efficace e guidato la persecuzione dei “NoVax”

Sono troppo vecchio per indagare su questo tipo di complotto. Posto sotto qualche esempio dei presunti “attacchi” social.

Quella che vedete in questo video non è una scrittrice di successo, ma la nonna di Giulia Cecchettin che a pochi giorni dall’omicidio della nipote pubblica un libro. Vi sembra normale? Guardando il video non traspare alcun minimo dolore e addirittura si presenta serena e sorridente davanti alle telecamere. Risponde con una lucidità incredibile alle domande della giornalista e, riferendosi alla morte della nipote, dice che avrebbe “preferito che le cose fossero andate come deciso” (secondo 0:30).

Deciso da chi e da cosa? Solo pochi secondi per poi incentrarsi sul proprio libro.

Le anomalie in tutta questa vicenda sono tantissime, troppe, come facemmo notare sin da subito.

La nonna di Giulia ha presentato un suo libro poche ore fa ‘Emma è una ragazza del Sud’ nel quale la protagonista è vittima di una società patriarcale.

Ma guarda un po’ che coincidenza! Lo avrà scritto in una settimana? Un instant book? Oppure, qualcun altro ha in mente qualche altra spiegazione?

Potete dire quel che volete, ma vedere che pure la nonna aveva un libro pronto da presentare, cosa che peraltro fa con una freddezza e un distacco impressionanti, non può non far sorgere dubbi, più di uno e di diversa natura. M.M.

Fermiamoci un istante sulle parole pronunciate dalla nonna di Giulia Cecchettin. Non traspare il minimo dolore in lei per questo dramma e, ad un certo punto al secondo 0:30, dice su quanto capitato a Giulia che avrebbe “preferito che le cose fossero andate come deciso”. Deciso da chi e deciso cosa? Due secondi dopo poi parla del suo libro che sembra starle molto più a cuore. Signori, questa storia andrà indagata a fondo e bene per far emergere la verità e non potrà certo farlo l’attuale magistratura.

Lascio giudicare a voi la incredibile “coincidenza” e la incredibile tempistica che hanno portato questo libro ad essere pubblicato e presentato dopo che il caso Cecchettin è esploso a livello nazionale. (Cesare Sacchetti).

Qualcuno mi spieghi cosa c’è di normale in questa macabra farsa.

Di solito fanno vedere il sacco chiuso con dentro il cadavere mentre viene portato via, fanno vedere il criminale colpevole ammanettato mentre viene tratto in arresto.

(Tipo Matteo Messina Denaro).

20 coltellate di cui una alla giugulare che notoriamente quando viene recisa spruzza sangue ovunque, ma niente, nessuna traccia di sangue sugli abiti dell’assassino, dopo l’omicidio un percorso assolutamente anomalo in auto fino un Germania.

Viene ritrovato fermo senza benzina ma con 200€ in contanti.

Lo fanno rientrare dalla Germania con un volo militare dei servizi segreti

(Buscetta rientrò dall’America su un volo di linea scortato da due uomini della Digos), su un volo che invece di impiegare 95 minuti come da tratta normale ne impiega 40, un interrogatorio di ben 9 ore… e tante tante altre anomalie.

Un padre massone che

pubblica post sul WEF, e che al Rotary chiamano “reverendo”, una sorella satanista, un fratello mai visto, una nonna allegra che con tempisto perfetto presenta il suo libro, uno zio che ride lo stesso giorno del ritrovamento durante l’intervista.

Non una lacrima viene versata dalla famiglia, anzi presenziano chi truccata di tutto punto, chi vestito come se stesse andando ad una sfilata, a manifestazioni pubbliche con accanto esponenti di sinistra… Frasi già confezionate per l’”evento”, la Morani (PD) va a trovarli a casa…

la sorella non fa segreto di voler entrare in politica.

Funerali con maxi schermi alla presenza delle massime cariche dello Stato.

A questo punto mi chiedo se quella bara sarà davvero piena. Dal profilo X di Sabrina F

Chi non la vorrebbe una nonna come Carla Gatto che, con il corpo della nipotina violato da undici accoltellate e (mentre lei parla) coricato su un tavolo surgelato sotto i bisturi dei patologi, ha organizzato la presentazione del suo primo romanzo.

Chi non la vorrebbe una nonna che alla domanda sui sogni di Giulia, su eventuali confidenze o impressioni personali sulla vita della nipote – che aveva perso la mamma un anno fa – come prima cosa risponde “Sono lontana, abito a 50 chilometri”.

Chi non la vorrebbe una nonna che alla domanda sul desiderio magari di un funerale non mediatico, ma più intimo considerato la tragedia familiare, risponde senza esitazione “Ma no! Va bene così, è la Giulia di tutti”. Tutta pubblicità.

Dopo un padre che, a un’ora dal ritrovamento del cadavere massacrato della figlia, ai microfoni si preoccupa innanzitutto che non accada ad altre ragazze.

Dopo una sorella che poche ore dopo non parla di lei, della sua dolcezza, della vita trascorsa insieme, del lutto della mamma, ma si scaglia contro il patriarcato.

Non potevamo che aspettarci una nonna che approfitta dell’occasione per entrare sulla scena mediatica con un libro che racconta la fuga di una ragazza del sud dal potere del padre.

In un mondo non al contrario, grida di rabbia e inconsolabili pianti di dolore sarebbero stati indizi di umanità, così come chiudere il mondo fuori.

L’amore puó trasformarsi in odio, è l’umanità della tragedia, che porta le donne persino a spegnere la vita dei propri figli, portati in grembo e allattati, soffocati con il cuscino o gettati dai balconi.

L’amore puó degenerare in possesso, a volte in puro delirio che puó diventare letale, com’è successo alla piccola Giulia.

Non possiamo che raccoglierci in preghiera intorno a lei, una ragazza evidentemente sola, nessun confidente in famiglia, neanche la sorella, tutti ignari della sua condizione difficile, in balia di un ex da tenere a bada, senza una mamma a cui aggrapparsi, abbandonata al suo triste destino, schiacciata tra il suo desiderio di libertà, l’indifferenza del prossimo e la paura mescolata a compassione verso un ragazzo che non amava più.

Sì perchè Giulia lo aveva amato Filippo, e non voleva farlo soffrire, lasciare ferite aperte dietro di sè, ha creduto di potere trovare il modo di salvare entrambi.

Perchè Giulia era viva, ma circondata da zombi, tutti quelli vicini e lontani che oggi volteggiano sopra il suo cadavere in cerca di vendetta, di fama o di una ragione per giustificare l’anestesia dei loro cuori. Buon viaggio Giulia, il mondo che ti aspetta non potrà che essere migliore…

SORELLA BAFOMETTA

Mentre la povera vittima è stata appena estratta dal canalone,  la sorella di Giulia Cecchettin è su tutte le TV ad urlare contro il governo, Salvini e i maschi italiani. Invocando castrazione collettiva dei maschi tossici e offrendosi quale portabandiera della legge sul gender a scuola. Una influencer di tutto rispetto.

Qualcuno allora si prende la briga di esaminarne l’attività sui social, e guarda cosa ti scopre: inni a Lucifero, seghe a motore, gente che succhia il sangue e croci rovesciate.

Il suo Instagram, insomma, è un incrocio tra Martina Abramovic, Podesta e Balenciaga. Inquietante è dire poco.

il movente possibile:

Sin dalla materna

piano-educativo

Cristina Cersei

Alla fine, la faccenda della ragazza uccisa e la cagnara susseguente servono solo a una cosa.

Ovvero riuscire nell’intento su cui premono ormai da anni: l’educazione SESSUALE (non affettiva o antistupro o altre cazzate) a partire dalle età più tenere.

Affidata, ovviamente, ad associazioni di pervertiti  che non vedono l’ora di inculcare ad ignari infanti le loro demenziali ideologie o tendenze.

Non sono cattivi. Glielo chiede l’Agenda 2030, che attraverso il PNRR ha stabilito che per le “politiche di genere” vanno spesi più soldi che per la sanità.

E le “politiche di genere” questo sono, il lavaggio del cervello sessuale a scuola. O credevate riguardassero le opportunità lavorative alle donne? Haha che ingenui.

La giunta Fedriga stanzia 228 mila euro per le lezioni di gender

I CANI DI PAVLOV

Suona la campanella, e il cane scatta.

Ecco Fedriga che si fa dettare la linea dalle tv piddine battendo tutti sul tempo: in Friuli il gender nelle scuole diventa prontamente realtà.