Buonasera caro Pucci Cipriani,

..vedo che anche in Italia, dopo aver guadagnato ogni fronte ed ogni tribuna del mediaticamente corretto, questa deriva ideologica impugna sempre più facilmente la mannaia giudiziaria a scopi puramente repressivi ed intimidatori (accollare un processo vale già di per sé quanto una sanzione) : cinque lunghi anni di processo e più di quattromila euro in fumo per un epiteto tutto sommato ripreso dal gergo popolare e non riferito ad alcuno in particolare..
Una deriva ideologica al grido di “odiare ti costa” , dove però, attenzione bene, ciò che è “odio” è deciso colà dove si puote ciò che si vuole…e più non dimandare! Eh già, perché anche solo domandare è impertinente, razzista, omofobo…e anche un po’ antivax, negazionista climatico e filoputin, già che ci siamo.
È praticamente l’introduzione silenziosa e surrettizia del famigerato paragrafo 58 del Codice Penale Sovietico in salsa woke nostrana, eretto a criterio extralegale d’ermeneutica giuridica. Si scopre che si è colpevoli “dopo”, in Tribunale, e bisognosi d’essere rieducati. Puniti e rieducati.
Attenzione però: quando l’odio è “buono”, è salutare ed è funzionale al progresso della civiltà, o non viene nemmeno preso in considerazione dall’autorità giudiziaria, o non costituisce reato.. o si chiama legittima contestazione, libertà d’espressione, libertà di satira, libertà artistica! Lì non c’è più né contegno né decenza che tengano: sotto la maschera ipocrita di “libbertàh®”, si potranno, per riprendere i termini del Tribunale di Livorno, veicolare odiose discriminazioni, messaggi volgari e denigratori in termini dispregiativi.. Anche andandoci giù pesante, ça va sans dire ! Offendere, insultare, denigrare, rovinare la vita, insozzare, profanare ( arrivare perfino a mettere un pacco bomba, come alla sede di Pro Vita e Famiglia di Roma, mah sì..).E se qualcuno dovesse avere la malaugurata idea di sentirsi ferito: bigotto, medioevo, oscurantista!
È interessante notare poi che questo “epiteto” sia stato utilizzato nel contesto d’una battaglia politica contro una battaglia culturale in atto per una precisa visione antropologica.. il Tribunale riconosce, tanta grazia, il potersi “limitare a contestare l’operato di Arci e Arcigay nelle scuole”, ma: facciamolo con un fiore. Poco importa che altri nell’agone politico e culturale tirino di boxe sotto la cintura, non conta, è la “libbertàh®” di cui sopra “e più non dimandare”.

È strano perché..io vivo in Francia da anni..ed assisto agli stessi meccanismi.
Intendiamoci, in Francia è anche peggio.
Da notare è sempre il ruolo dei Mass media.. e della Magistratura.
È presente anche qui, e forse persino in modo più grave, un’importante corrente della Magistratura che intende il proprio ruolo in modo sostanzialmente demiurgico… Come si sentissero responsabili d’una cabina di regia d’ingegneria sociale, aristocratica, ideocratica.. Uno sviluppo del cosiddetto “gouvernement des juges” (governo dei giudici) che dal ’68 si dà missioni che costituzionalmente non ha, profilando perfino tendenze che potrebbero sfociare nell’eversivo (in Italia, lo scandalo terribile del “Caso Palamara” avrebbe dovuto creare un terremoto istituzionale, invece è passato come una febbre da fieno, altro che “l’ingerenza” del Ministro Crosetto..), un potere giudiziario che arbitrariamente gonfia i muscoli per qualsivoglia inesistente pagliuzza delle solite istanze progressiste e che invece diventa cieco, sordo e assente al cospetto di vere e proprie travi sopportate da chi non ha le spalle coperte dai media mainstream e dal pensiero unico ( ecocatastrofista, globalista, abortista, femminista, antipatriarcale, scientista, immigrazionista.. e soprattutto, lgbtq+y£#@%ista..).

Qui in Francia, dicevo, è peggio.
L’ultimo (l’ennesimo..) caso emblematico è quello di un ragazzo, un adolescente bianco di 16 anni, Thomas Perotto, barbaramente ucciso in un villaggio di campagna, a Crépol, da una banda di franco-maghrebini venuti a perturbare una tranquilla festa al grido di “ammazziamo dei bianchi” (“on est là pour tuer les Blancs, on est là pour planter les Blancs”). Attenzione, non un epiteto su facebook: l’hanno detto e l’hanno fatto, hanno ammazzato un ragazzo solo perché si trovava là ed era bianco.
Eh niente, l’aggravante d’odio razziale non è nemmeno presa in considerazione (!) dal Tribunale, né è stato consentito all’AGRIF (un’associazione contro il razzismo anti-bianchi e per il rispetto dell’identità francese) di costituirsi parte civile nel processo! Ci fosse stata la “buona” vittima e i “buoni” colpevoli, non solo ci sarebbe stato un elenco telefonico di parti civili e le aggravanti per crimini contro l’umanità sarebbero piombate come a Norimberga bensì, come per George Floyd, si sarebbero messe ginocchia a terra in stadi, aule parlamentari e scuole di mezzo mondo e il nome del povero malcapitato sarebbe diventato un’icona del “x lives matter” di turno.
Thomas Perotto invece no, chi l’ha sentito, chi lo conosce fuori dai confini francesi?..anzi c’è stato persino il tentativo di insabbiare mediaticamente il caso, come chi, sulla TV nazionale, ha cercato di far passare il fatto come uno sfortunato incidente d’una ragazzata finita male, chi l’ha paragonato perfino ad un “Tebaldo e Mercuzio” di provincia ..il tutto, ovviamente, “strumentalizzato dall’estrema destra”!

Come vede, qui in Francia andiamo anche peggio…
Coraggio a Gasperini in questo lungo e penoso calvario giudiziario.. e bravo Lei caro Pucci Cipriani, che non molla mai!

Don Andrea