Mi avevano parlato di Lorenzo Gasperini, un “ragazzino eccezionale”, alcuni giovani del Partito del Popolo della Libertà che lo avevano incontrato, come “discente”, a una “scuola di partito”, mi sembra, a Sorrento…alla quale c’erano come “docenti” vecchi tromboni del partito che – almeno così mi fu detto – furono presi di mira dai lazzi di Lorenzo che ne rivelò anche le carenze culturali e il conformismo politico….

Boh, mi dicevano i ragazzi, ci vorrebbe Lorenzo a spiegarci gli eventi storici…lui sì che la pensa come noi: è cattolico, anticomunista…ma non vede nel capitalismo e nel liberalismo la panacea di tutti i mali…sì, con lui abbiamo parlato di “revisionismo” storico e sul Risorgimento (il così detto “risorgimento”) la pensa come Lei (e quel Lei sarei io!) e, come me, sempre a dire dei ragazzi la pensava anche sui problemi etici o “eticamente sensibili”, come dice il “populace” acculturato con quei tre o quattro luoghi comuni creati dai caporioni dei partitanti.

Era il 2015 e, non lo nego, incuriosito mi misi in contatto con questo personaggio che sapeva di zolfo, insomma un tipo interessante che – mi dicevano – rappresenta davvero l’anticonformismo militante nella Lega.

L’incontro fu felice , durante una riunione conviviale a casa mia, alla quale – more solito – erano presenti, tra gli altri, quegli amici (Ascanio Ruschi, Alberto Fallani, Manlio Tonfoni e Guido Scatizzi) nei confronti dei quali ogni volta posso ben dire di aver realizzato il progetto di Pitagora che “vult in amicitia, ut unum fiat ex pluribus” (“chiedeva di fare di più cuori un sol cuore”) e che, come dice Lorenzo, contraddice il detto di Publio Siro: “Plures amicos mensa quam mens concepit” (“raduna intorno a sé più amici la tua mensa che non il tuo pensiero”) …adesso anche Gasperini partecipa alle nostre riunioni che si prolungano in “veglie”, come quelle che avvenivano un tempo, nelle sere invernali, nelle case di campagna…veglie le nostre che si prolungano fino alle ore piccole e che son fatte di accorate discussioni, di generosi progetti e, soprattutto, di Geremiadi ovvero di Lamentazioni come quelle che compose il profeta Geremia nei tre mesi tra l’incendio di Gerusalemme da parte delle truppe babilonesi e la partenza dei rimanenti per l’Egitto (585 a.C.).

Regalai per Natale 2015 a Lorenzo alcune delle opere di Solgenitsin, lui contraccambiò con una serie di libri tra cui uno di Gennaro Sangiuliano: “Putin, vita di uno Zar” (Oscar Mondadori) con la seguente dedica: “Non avremmo mai pensato di arrivare a desiderare un’alleanza con la Russia…Buono e Santo Natale caro Pucci…”

Quello del 2015 fu un Natale di solitudine trascorso dopo la scomparsa della mamma e allora mi ricordai, quella sera, di uno dei miei poeti più cari, il livornese Giorgio Caproni che pianse, in versi, la morte della sua mamma: Anna Picchi (Annina).

perch’io, che nella notte abito solo,
anch’io, di notte strusciando un cerino
sul muro, accendo cauto una candela
bianca nella mia mente (…)
anch’io scrivo
e riscrivo in silenzio e a lungo il pianto
che mi bagna la mente…
e poi la “Preghiera”
Anima mia, leggera
va’ a Livorno, ti prego.
E con la tua candela
timida, di nottetempo
fa’ un giro ; e, se n’hai il tempo,
perlustra e scruta, e scrivi
se per caso Anna Picchi
è ancor viva tra i vivi.

Ma gli interessi culturali del “livornese” Lorenzo Gasperini erano, e son tuttavia, altri: Attilio Mordini, Monsignor Marcel Lefebvre, Augusto Del Noce e…Pasolini, oltre ai viventi Roberto de Mattei, Massimo de Leonardis, Corrado Gnerre, Aldo Maria Valli…di ciascun personaggio Lorenzo sapeva vita, morte e miracoli…conosceva a menadito la dottrina di ciascuno…da me, che avevo conosciuto tutti quei personaggi, i vivi e i morti, voleva solo qualche conferma.

Ma è vero, mi chiedeva Lorenzo, che Attilio Mordini è stato “sfruttato” dalle Logge massoniche che lo contrabbandavano come un adepto “cattolico” della Libera Muratoria?

Certo, risposi, la Massoneria pesca sempre nel torbido…ma Mordini fu sempre un “Cattolico della Tradizione” nel mondo di Destra che si divideva tra “Evoliani” ovvero pagani e “Cattolici tradizionalisti” per cui vanno certo rilette – come scrisse la professoressa Maria Camici – le pagine de “Il Tempio del Cristianesimo” (CET 1963) in cui si parla della “rivoluzione dei lumi” e delle Logge Massoniche settecentesche e che si concludono con l’affermare che la Massoneria “fallisce” , “Perché il suo Tempio non è la Chiesa che Cristo ha voluto una, santa, cattolica e che la provvidenza ha voluto romana” (pag.143) nonché le riflessioni dedicate (…) al Nazismo, “l’Impero senza Cristo” con Hitler “pedina dell’Anticristo”…

E Lorenzo, scherzando (ma non troppo), stigmatizzò la mia ingenuità: per te – mi disse – sono tutti buoni e bravi, vedi massoni dappertutto, ma quella figura inquietante che ogni tanto appare alle tue conferenze o alle tue serate conviviali ricordati che ha tutta l’aria di essere “spia” dei servizi segreti… e forse anche della Massoneria. Guardati le spalle. 

Me le sono guardate…aveva ragione Lorenzo.

Nel 2017 invitai Lorenzo – e con lui Ascanio Ruschi, Giovanni Donzelli, Giovanni Tortelli, Cosimo Zecchi, Gabriele Bagni e Guido Scatizzi, a presentare il mio ultimo libro “Dal natìo Borgo selvaggio – quando ancora c’era la fede e si pregava in latino” (Solfanelli), prima alla Saletta Comunale “Pio La Torre” di Borgo San Lorenzo, quindi a Firenze presso la Regione Toscana nel Salone delle Feste, dove l’intellettuale livornese (anzi, cecinese) non si limitò a “riassumere il contenuto” ma  sviscerò il vero significato del mio scritto con grande acume: 

“Chesterton ci conduce anche (…) all’espediente ironico; ironia così tipica di Chesterton, e così tipica di Pucci.
In Pucci diventa come la forma letteraria della dimostrazione per assurdo; assunzione dell’ipotesi nemica, sviluppo coerente del discorso fino a mostrare come l’ipotesi avversata conduca al ridicolo. E questo si vede nella rappresentazione plastica di tali “ipotesi”, che nel nostro presente più che ipotesi sono realtà effettuali; rappresentazione plastica della trivialità che abita il nostro tempo, nelle mammine preoccupate che i figli possano essere feriti dal riflettere sui Novissimi, ma altrettanto tranquille della pornografia che abita i loro telefoni cellulari; o nelle gonnelle che prima sdottoreggiano al leggio e poi ti danno la Particola senza che si sappia bene cos’han toccato prima, come in una sgangherata commedia in cui tutto si palesa fuorché il senso della ritualità e della presenza reale del Signore.”

Mi stupii anche delle molte citazioni pasoliniane del “Nostro”, infatti, di fronte alla contestazione globale del Sessantotto, Lorenzo portò come esempio di “antimoderno” Pier Paolo Pasolini che, pederastia a parte – la quale va sempre condannata perché peccato che grida vendetta al cospetto di Dio – fu senz’altro un personaggio “tormentato”, come si evince dai suoi “Scritti Corsari”, apparsi in una rubrica sul “Corriere della Sera” e da varie poesie. Egli fu contrario all’aborto: “Sono…traumatizzato dalla legalizzazione dell’aborto, perché la considero, come molti, una legalizzazione dell’omicidio…” e quando, nel 1968, il primo marzo, la teppaglia rossa,  saldatasi con i nazimaoisti, a Roma, a Valle Giulia, attaccò la polizia – tra i trogloditi sessantottardi c’era anche l’ippopotamo Maurizio Ferrara –  Pier Paolo Pasolini prese la distanza dai “guerriglieri, alla cannabis, figli di papà” e scrisse dei versi di fuoco:

Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo si dica ancora nel linguaggio delle Università) il culo. Io no, amici.
Avete facce di figli di papà.
Vi odio come odio i vostri papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete pavidi, incerti, disperati
(benissimo!)ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati…
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti.
Perché i poliziotti sono figli di poveri…

E, infine, i versi “Saluto e augurio”, ovvero la poesia sulla Destra Divina che, senza sapere della passione di Gasperini per il personaggio, io avevo messo come una sorta di “sigillo” nella prima pagina del mio libro:

Ma in Città? 
Là Cristo non basta.
Occorre la Chiesa…
E occorrono i poveri.
Tu difendi, conserva, prega:
ma ama i poveri: ama la loro diversità.
Ama la loro voglia i vivere soli…
Dentro il nostro mondo, di’
di non essere borghese, ma un santo
o un soldato…
Porta con mani di santo o soldato
l’intimità col Re, Destra divina
che è dentro di noi…

Già, tanto per scherzare, il Gasperini ha saputo “lavorare per il bene comune” (non gli piace dire “fare politica”) da vero “uomo della Tradizione” come blogger, pubblicista, attivista ( “sono stato per notti ad attaccare manifesti e, durante la giornata, a far conferenze…e a studiare, tra un comunicato contro gli sbarchi clandestini e l’invasione islamica e un capitolo della Summa di San Tommaso) ricercato oratore e dottore in storia e filosofia che mette in campo la sua “sapientia” prima con la sua laurea triennale all’Università Cattolica di Milano su: “Pier Paolo Pasolini e il radicalmarxismo italiano: una verifica dell’interpretazione transpolitica della storia di Augusto del Noce” (Relatore: Evandro Botto – Correlatore: Alessandra Gerolin. Votazione: 110 e lode) poi la Laurea Magistrale, sempre alla “Cattolica” di Milano su “La critica dei diritti individuali nel tomismo giuridico di Michel Villey” (Relatore Giacomo Samek Lodovici – Correlatore: Alessandra Gerolin. Votazione: 110 e lode)

Dopo la conferenza a Borgo San Lorenzo la gente si accalcò intorno al tavolo degli oratori per avere una dedica e, tra i richiedenti, l’ex assessore della Giunta rossa di Borgo (poi sindaco per anni a San Godenzo) Giorgio Gera che mi domandò: “Ma quel giovanotto, bravissimo, è iscritto a qualche partito?”… Ed io, di rimando: “Sì, alla Lega, è il leader labronico della Lega…” E Giorgio Gera: “Ecco, ho capito il perché la Lega sta vincendo in Toscana…complimentati con il giovane…ve lo invidio davvero.”

Inutile dire la mia contentezza…e intanto mi ricordavo di Lorenzo, un vero rullo compressore, che combatteva le sue battaglie con comunicati e annunzi su Facebook, aveva – ed ha tuttavia – una forte vis polemica e il gusto per la battuta e per lo “spregio”: nelle discussioni i suoi avversari si rompono le corna.

Ricordiamo la battaglia meritoria di Gasperini contro la “dittatura omosessualista” che si manifesta, oggi, nella lotta contro quella legge vergognosa e liberticida Zan-Scalfarotto che permetterà di spedire in galera (con incredibili pene) tutti coloro che non seguiranno il pensiero corrente del gender nelle scuole…leggere alcuni brani della Sacra Bibbia dove si condanna l’omosessualità (Ricordate Sodoma e Gomorra distrutte dal fuoco?)…anni fa nelle scuole livornesi fu portato, a presentare il suo libro, lo scrittore, attivista gay, Giovanni Dall’Orto e Gasperini si imbavagliò e si mise, con tutti i suoi ragazzi, anch’essi imbavagliati, nelle prime file dell’auditorium e pacificamente – come, con onestà, riconobbe anche Dall’Orto – contestò, con il silenzio, non l’attivista gay o gli omosessuali, ma coloro che lo avevano invitato a “indottrinare” i ragazzi senza che la “controparte” potesse parlare contro “la colonizzazione ideologica e omosessualista”. E poi la battaglia contro il Ministro Fedeli – e qui la battaglia si fa più aspra – “Che al Ministro della PI, colei che ha provato ad introdurre per legge l’insegnamento transessualista nelle scuole, manchi la laurea non è un problema. Il problema è che le manca la dignità”.

E poi Lorenzo Gasperini e la Lega levarono la loro voce contro il Tribunale di Livorno che: “gioca a fare Giurisprudenza – Frankenstein calpestando la sovranità del popolo e l’assetto democratico del Paese (ricorrendo) alla menzogna di fare figurare de facto come genitori biologici due uomini che hanno fatto “produrre” il bambino attraverso una donna usata come strumento di produzione (…) per cui lo stesso Tribunale ha perpetrato un gravissimo attacco contro i diritti dei bambini, una sentenza vergognosa che porta di fatto la Magistratura livornese nel ruolo di nemica dello Stato di Diritto”

Poi il Candidato a Governatore della Toscana, il piddino Eugenio Giani, con un colpo di mano, impedì a Gasperini, a Francesco Borgonovo, Vice Direttore de “La Verità” e all’Avvocato Ruschi di presentare nell’Auditorium della Regione, come annunziato, il libro sui fatti di Bibbiano; altrettanto fece il Sindaco rosso di Borgo San Lorenzo in combutta con la Preside-Coniglio del Liceo “Giotto Ulivi”. Bibbiano e “Il Forteto” per i cattocomunisti non esistano. Ma il libro fu presentato lo stesso grazie all’interessamento del Consigliere Regionale della Lega Jacopo Alberti presso un grande albergo di Firenze di fronte a quasi duecento persone:

“Quel che emerge (dai fatti di Bibbiano) – affermò Lorenzo Gasperini durante il Convegno di Firenze – è un’alterazione fatta dei disegni dei minori con l’aggiunta di dettagli sessuali in modo da giustificare con presunti “problemi” la necessità di togliere quei bambini ai propri genitori. Tra i reati contestati ai vari soggetti coinvolti ci sono frode processuale, depistaggio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso. Tutte pratiche vietate dalla legge (sia umana che morale) ma che il bene della rivoluzione evidentemente esige che siano messe in atto. Per la dittatura dell’Arcobaleno! (…) L’obiettivo ideologico pareva qui essere quello di destrutturare l’idea supposta come artificiale di una naturalità della “famiglia”, riformare profondamente la percezione dei bambini, farne degli “uomini nuovi”, liberi dalle gabbie edipiche della “società repressiva eterosessuale” (…) Nello specifico questa volta vedremo cosa riuscirà a provare la Magistratura verso Bibbiano, mentre in casi tristemente noti come quello del Forteto la luce è già stata fatta. (…)È ancora una volta il vecchio serpente della gnosi: “Sarete come Dio”. Ecco come e perché la negazione dell’ordine della natura, intrinseco alla natura delle sinistre, che nega la differenza tra maschio e femmina, che nega un criterio eteronomo sull’inizio della vita e sulla sua fine, che vuole liberare l’uomo da ogni vincolo valoriale impostagli dalla natura ossia da Dio…”
(Cfr. Lorenzo Gasperini: “Dalla negazione dell’ordine naturale all’aberrazione del Forteto: il filo rosso della sinistra” in “Controrivoluzione” N. 130 – Anno XXX Luglio – Dicembre 2019)

Ma sbaglierebbe chi considerasse Lorenzo una “macchina lavorativa”…intento soltanto a creare eventi e a controbattere, colpo su colpo, alle imbecillità delle Sinistre…lo abbiamo visto pieno di sputi di fronte ai delinquenti dei centri sociali a Livorno, e con i suoi “ragazzi” a volantinare per riportare l’ordine nella città, a salvaguardia della “sicurezza degli anziani”, contro lo spaccio e il consumo della droga (“non esiste una droga leggera e una droga pesante, se tutti i consumatori di cannabis non sono consumatori di cocaina, tutti quelli che usano la cocaina sono stati consumatori di cannabis”).

Ogni tanto questo personaggio, che riesce, con il suo carisma, a trasmettere ai “ragazzi” la passione per la “buona battaglia” e, con ogni sua iniziativa riesce a far perdere la testa agli eredi del Sessantotto (Asia Argento, Scansi, Mentana…tanto per fare qualche nome), alle femministe, alle mezze culture, all’universo arcobaleno etc., entra in letargo, nel senso che non si trova…più, non risponde al telefono (noi ci sentiamo, in genere, la notte verso le tre o le quattro)…insomma sparisce.

E quando io gliel’ho fatto notare mi ha risposto: “Se rispondessi sempre al telefono non avrei più una mia vita privata…invece ho bisogno, come tutti noi, del calore familiare”.

E ha ragione. Ho visto un’immagine sulla bacheca di Lorenzo, un’immagine così delicata e commovente a un tempo, che mi ha fatto capire l’importanza di avere un punto di riferimento in quello che Lorenzo chiama il “calore familiare”: era sorridente assiso in salotto tra una bella ragazza e una persona molto anziana, il nonno… e la scritta: “Eccomi in mezzo alle persone che più amo, il mio nonno e la mia fidanzata”, Irene. E le persone che considerano i “vecchi” inutili bagagli che, o vanno uccisi perché costano troppo alla Stato (Fornero) e, al massimo, rinchiusi in qualche “struttura”-lager …, dovrebbero fare un “pensierino”…

Poi ho “rubato”, dopo un pranzo a casa mia, un breve dialogo tra Lorenzo e Irene. A un certo punto io annunciai che sarebbe uscito un mio libro dal titolo “Mira il tuo popolo”, il cui titolo ho preso da una laude mariana che cantavamo “ai miei tempi”:

Mira il tuo popolo, o bella Signora,
che pien di giubilo oggi ti onora.
Anch’io festevole corro a’ tuoi pie’;
O santa Vergine prega per me…

E ad Irene che domandava, sottovoce, al fidanzato, notizie su quella laude egli rispose: ” Ma, Irene, è quella che, a volte, cantiamo anche noi dopo la recita del S. Rosario…a casa”

E con Irene ogni domenica a Messa, quella in latino, la Messa di sempre e di tutti, che meglio esprime tutta la teologia cattolica, come ama affermare lo stesso Lorenzo Gasperini che è certo che la Chiesa, per uscire da questa tragica crisi, dovrà prendere posizione, finalmente, contro il “razzismo” dei più, ed eleggere un Papa nero: il Cardinale Robert Sarah  che da tempo va ripetendo che “Alla radice del collasso dell’Occidente c’è una crisi culturale identitaria. L’Occidente non sa più chi è, perché non sa più e non vuol sapere chi l’ha creato, chi l’ha plasmato. Molti Paesi ignorano la loro storia. Questo soffocarsi conduce a una decadenza che apre la strada a una nuova civiltà di barbari.”

Come non condividere? 

Quando l’altra sera mi telefonò (ed eran le quattro di notte) gli chiesi cosa avrei potuto fare per lui , in questo suo tenzone politico, egli mi rispose : dimmi una preghiera! E gliela dissi volentieri..

Ora, mi raccomando, amici – anche se abitate sul Cervino o sulle Madonie – ricordatevi che per aiutare Lorenzo e la nostra Giovanna D’Arco toscana, Susanna Ceccardi (“La nostra è una battaglia contro la restaurazione per il rinnovamento…le Sinistre sono al potere da cinquant’anni in Toscana senza aver fatto nulla…”) basta anche una preghiera detta con il cuore. E se anche non saremo così bravi da mandarli in Paradiso, alla prima, mandiamoli almeno in Regione a cacciar le Sinistre e così in Paradiso andremo noi cittadini del Granducato di Toscana…e, per di più, “in ascensore”, come suggeriva il grande poeta livornese Giorgio Caproni:

Quando mi sarò deciso
d’andarci in paradiso
ci andrò con l’ascensore
di Castelletto, nelle ore
notture, rubando un poco
di tempo al mio riposo.

E che volete di più, cari lettori? Almeno condivedete questo mio “ritratto”…Mi pare il minimo!

PUCCI CIPRIANI