di Martino Mora

“Ho fantasticato su un paese fatto così. Dove gli uomini servono a generare altre donne. Arrivano e se ne vanno”. (Concita De Gregorio). Ecco l’ultimo delirio, sul sito de La Repubblica, di Concita De Gregorio, volto mediatico del pensiero unico americanoide, della sinistra al caviale e del femminismo chic. E’ il delirio del femminismo patinato, in cui Il maschio è ridotto ad animale da monta, che svolge la sua unica funzione fallico-riproduttiva e se ne va, perchè pervertirebbe, con la sua costitutiva malvagità, il paese dei sogni, dopo esserne entrato con permesso di soggiorno fallico e temporaneo. Un paese di sole donne dove i figli maschi, futuri potenziali oppressori, verrebbero evidentemente abortiti o finirebbero giù dalla nuova rupe Tarpea. Quasi ogni giorno si possono trovare simili deliri, leggendo sui giornaloni liberal Dacia Maraini o Michela Murgia, Michela Marzano, Elvira Serra, l’attempata Natalia Aspesi e compagnia. Deliri tipici di quell’ideologia anticristiana e antiumana, nemica della dignità della donna e di ogni buonsenso, che si chiama “femminismo”. Una delle cause del suicidio, anche demografico, della nostra civiltà. Un’ ideologia folle, alimentata del risentimento (e qui Nietzsche ci ha preso perfettamente), anche del tutto funzionale all’economicismo capitalista (da qui il suo enorme successo nel mondo anglosassone) perchè riduce la donna ad animale egoista da lavoro e consumo, depauperandola progressivamente, col pretesto dell’emancipazione dal dominio del maschio oppressore e delle “pari opportunità”, dall’amore vero quale dono di sè, dalla maternità, dalla socialità e dalla famiglia. Cioè del suo essere vera e autentica donna.

Mario Draghi è stato ospite di Comunione e Liberazione al festival di Rimini. Il pubblico ciellino l’ha accolto e congedato con grandi ovazioni. Il suo discorso, soporifero come sempre, durato una cinquantina di noiosissimi minuti, è stato interrotto da applausi scroscianti per più di 30 volte. Non me ne stupisco affatto. Almeno dalla morte del suo fondatore, Comunione e Liberazione ha sostituito, lentamente ma inesorabilmente, la fede nel Dio uno e trino con la fede nel dio quattrino. E chi potrebbero applaudire, gli adepti di questa setta di affaristi, se non il banchiere dei banchieri, simbolo vivente della plutocrazia del dio quattrino? Il denaro è l’unico dio del ciellino. Dietro il clericalismo e la papolatria (ovviamente esalta anche Bergoglio, e ho detto tutto) il ciellino ama il denaro, vive per il denaro, adora il denaro, rende culto al denaro come il suo signore e il suo re. Per lui non è un mezzo, ma “il fine ultimo” (Simmel). E’ la sua “calotta d’acciaio” (Weber), della quale nemmeno si sogna di liberarsi. La Scrittura insegna che “l’avarizia è la radice di tutti i mali”. I ciellini, che sono l’avarizia eretta a sistema, ne sono la perfetta dimostrazione. Non si possono servire due padroni”, insegnava nostro Signore. “O Dio o Mammona”. Gli affaristi ciellini hanno scelto di servire Mammona. E Draghi il suo profeta.

“I maschi bianchi eterosessuali sono indignati per aver perso il diritto di farla franca, ma chi ha avuto privilegi per millenni potrebbe accettarne di cederne qualcuno”. (Maria Laura Rodotà su La Repubblica.)Così la figlia di Stefano Rodotà, l’ultra-liberal ex garante della Privacy, sintetizza sul compiacente giornalone nichilista degli Agnelli-Elkann il suo credo lesbo-femminista. Maria Laura, l’ex Greta Garbo dei poverissimi, nota un tempo per le pellicce alla Crudelia Demon e i lunghi capelli fluenti, ormai trasformatasi in una specie di androgina virago, canuta e rapata quasi a zero, esprime compiutamente l’odio per il maschio adulto “eterosessuale” – possibilmente bianco e cattolico- , odio partorito nel mondo liberal anglosassone e catapultato anche qui. Che dire? Che in fondo la capisco. Essere stata la moglie di Gramellini – massimo italico esponente del “buonismo” satanico distillato – è un trauma che rovinerebbe qualsiasi donna.

DELPINI. E’ senza dubbio assurdo che Milano, la diocesi più grande d’Europa e forse del mondo, nonchè da sempre dotata di una sua specificità e autonomia, anche di rito e calendario, rispetto alle altre (“ambrosiana”, appunto) non abbia un cardinale. Ma nella Chiesa di Bergoglio, si è capito, è tutto rovesciato. Da qui a fare di Maro Delpini per le sue ironiche proteste (gli riconosco il gusto della battuta divertente) un eroe dell’antibergoglismo, ce ne corre. Due giorni fa disse che il suo predecessore, il cardinal Carlo Maria Martini, è stato un “profeta”. Ma profeta di cosa? Di suicida appiattimento al mondo, ricoperto di raffinata cultura biblica? Di desacralizzazione? Di relativismo etico? Di ecumenismo e immigrazionismo? O forse profeta per avere fatto parte della “mafia di san Gallo” e avere per primo candidato al papato Bergoglio, il gesuita rozzo (lui era quello raffinato) già dal Conclave del 2005? Dimmi chi elogi e ti diro chi sei.P:S Sugli orrori pachamamici in Vaticano che disse Delpini? Nulla, ovviamente.

“L’uguaglianza di genere e l’avanzamento dell’enporwment femminile non solo solo una questione di diritti, ma ma danno anche una fortissima crescita economica e la competitività…raggiungere lo stesso tasso di occupazione tra uomini e donne potrebbe generare un importo economico fino a 11,2 trilioni di dollari”. (Giuliana Ferraino sul Corriere). E’ il femminismo del capitale, che in nome dell’uguaglianza spinta fino all’indistinzione e dell’individualismo anomico vuole rendere le donne macchine da lavoro e da consumo. E’ la sorosiona società “aperta” del capitalismo totalitario assoluto. Come negli auspici della più conseguente teorica del liberacapitalismo sfrenato e dell’individualismo, anzi egoismo radicale: Ayn Rand (1905-1982). La scrittrice ebreo-russa, nata a San Pietroburgo e trapiantata in America, ideologa dell’imperialismo yankee, che affermava: “Il lavoro è al primo posto. Anche le donne devono organizzare la propria vita intorno al lavoro. Quello che si confà a un uomo si confà a una donna… Quando metti al mondo un figlio rinunci alla tua sovranità e ti condanni a una vita di schiavitù. E’ un orrore”. Io invece penso che sia un orrore distopico il mondo “randiano”che si sta costruendo.