di don Samuele Cecotti

Tratto da: Stilum Curiae

“Non c’è nessuno che non si dica oggi a favore della dignità della persona umana e mai come oggi assistiamo ad un sistematico attacco alla natura dell’uomo. Dietro una unanimità di consenso circa una espressione verbale “dignità della persona” si cela una radicale contraddizione tra il concetto classico-cristiano di persona e quello moderno-contemporaneo, tra la dignità della persona umana così come intesa dalla Dottrina Cattolica e la dignità della persona umana così come intesa dal personalismo contemporaneo. Gli ordinamenti umanitari internazionali e gli ordinamenti costituzionali di quasi tutti gli Stati occidentali (ad esempio quello della Repubblica Italiana) dichiarano come proprio l’orizzonte personalista facendo professione di massima tutela della dignità della persona umana … e proprio questi stessi ordinamenti determinano l’affermazione legale, come presunti diritti, di aborto, eutanasia, suicidio assistito, “rettifica” chirurgica di sesso, consumo personale di stupefacenti, etc. Com’è possibile tutto ciò? La Chiesa da sempre insegna la dignità (ontologica e morale) della persona umana. Apparentemente il personalismo contemporaneo farebbe lo stesso, in perfetta continuità con i duemila anni cristiani. Allora com’è possibile che l’esito sia l’affermazione dei “nuovi diritti” di aborto, eutanasia, transessualismo, droga libera, etc.?

La Chiesa da sempre dice “persona” e anche l’ONU (o la Repubblica Italiana) dice “persona”, la Chiesa da sempre dice “dignità della persona” e anche l’ONU (o la Repubblica Italiana) dice “dignità della persona” ma non ci potrebbero essere concetti tanto radicalmente diversi. Quando la Chiesa parla di persona umana intende riferirsi all’uomo compreso come creato da Dio a Sua immagine, spirituale, razionale e libero, dotato di anima immortale. La dignità della persona umana, nel pensiero cattolico, poggia sulla natura dell’uomo (dignità ontologica) e si fa dignità morale nella conformità della condotta umana al bene, alla legge morale naturale razionalmente conosciuta. Quando le istituzioni internazionali e molti ordinamenti occidentali affermano la “dignità della persona umana” intendono riferirsi alla pretesa di autodeterminazione soggettiva. Non c’è più dunque riferimento ad una natura (la natura umana), all’essere spirituale-razionale-libero dell’uomo, ad un ordine obiettivo di giustizia, l’unico riferimento resta la pretesa del soggetto all’autodeterminazione assoluta di sé.

Dietro le medesime parole si celano dunque due visioni dell’uomo, della sua dignità, del fine della politica e del diritto inconciliabili: quella classico-cristiana e quella personalista contemporanea.

Troppo spesso ormai anche gli uomini di Chiesa e i politici così detti cattolici finiscono per adottare e propagandare la visione personalista invece di quella autenticamente cattolica sulla persona umana.

Per fare chiarezza è necessario ritornare a san Tommaso d’Aquino e alla Dottrina sociale della Chiesa; è questo il senso del volume “Personalismi o dignità della persona? Antidoti alle deviazioni ideologiche del mondo moderno” curato dall’Osservatorio Van Thuan ed edito da Fede & Cultura.

don Samuele Cecotti