Di Pucci Cipriani

OMAGGIO AI SOVRANI NAPOLITANI

“E la libertà? – chiese Pino – che n’hai fatto?- Ce l’ho qui- rispose Franco e si batté il petto- dacché tra la mia e quella dei liberali ho scelto liberamente, da uomo. Non mi piace la loro libertà, ché quando te la vengono a imporre con le baionette, non è più essa. Io sto da questa parte , perché così piace a me, che sono don Enrico Franco, e mi piace perché oggi è la parte più bella. Altri combattono e muoiono per una conquista , una terra, un’idea di gloria,per un convincimento magari o un ideale, ma noi moriamo per una cosa di cuore: la bellezza. Qui non c’è vanità, non c’è successo, non c’è ambizione. Noi moriamo per essere uomini ancora. Uomini che la violenza e l’illusione non li piega e che servono la fedeltà, l’onore, la bandiera e la Monarchia, perché son padroni di sé e servitori di Dio…”
Cfr.Carlo Alianello in “L’Alfiere” Ed. Einaudi

Il 20 marzo 1861 cadeva, per tradimento, la “Fedelissima” Civitella del Tronto, l’ultimo eroico baluardo del Regno delle Due Sicilie, mentre, dopo la Caduta di Gaeta, Re Francesco (Dio guardi!) e la Regina Sofia – dopo che i due sovrani, con i Principi del Sangue, avevano eroicamente combattuto sugli spalti della Cittadella – partono per il doloroso esilio.
In genere i nostri Convegni si svolgevano (prima che la dittatura militare-comunista mettesse 60 milioni di italiani agli arresti domiciliari imponendo il coprifuoco)la seconda settimana di marzo, quindi, per San Giuseppe, festeggiavo a Firenze, con gli amici il mio onomastico..e incontrarci con amici con cui abbiamo combattuto le stesse battaglie e dato testimonianza della nostra Fede (Dio – Patria – Re) è sempre un piacere.Quest’anno purtroppo ho trascorso San Giuseppe in perfetta solitudine…ma, all’improvviso, ho avuto una delle più grandi gioie della mia vita quando ho letto il messaggio pervenutomi da SAR il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie (lo riporto sotto) in cui, tra l’altro, si congratula con il sottoscritto: “per il costante lavoro di difesa che ha intrapreso a favore della tradizione cattolica e deisuoi valori”  esprimendo gratitudine “per il suo operato , che rievoca quanto di buono hanno attuato i miei antenati, riportando così alla giusta luce molti avvenimenti storici spesso dimenticati”L’emozione mi ha mozzato il fiato, i miei occhi si sono riempiti di lacrime, non mi sarei mai aspettato che il discendente diretto del Servo di Dio Francesco di Borbone mi facesse tale onore.Risponderò al Principe Carlo di Borbone…e rinnoverò la mia promessa di fedeltà alla Sua illustre Casata, a quel glorioso Regno di cui mi sento anch’io un po’ suddito, alla Sua augusta Persona. E lo ricorderò nella nostra annuale cartolina.Che Iddio salvi il Re e la Casa Borbone.

Non bastava questa profonda emozione….quando, sempre inaspettatamente, ve lo giuro, un gruppo di amici fraterni mi ha consegnato una pergamena(la riproduco sotto) in cui si dicono “grati per la fedeltà con cui Ella ha sempre perseverato, nella testimonianza alla Verità, rivelata, ricevuta e trasmessa “E insieme alla pergamena mi hanno consegnato un preziosissimo stendardo del Regno delle Due Sicilie in seta pura, ricamata a mano, confezionato nel Setificio di San Leucio di Caserta, ricordato anche nelle disposizioni testamentarie dal Re Ferdinando (Dio guardi!) nel 1824.Da ormai un anno e mezzo, in un periodo non facile per me, ho sempre avuto al mio fianco – con una signorilità e un tatto perfino commuoventi – questi camerati, questi cari sodali,questi combattenti,giovani o giovanissimi, ai quali sono unito da vincoli profondi di amicizia e dalla stessa fede e dottrina, dai quali mi divide solo il peso degli anni, sono la speranza e il futuro della Tradizione. Ho inciso nel mio cuore quei loro nomi vergati in fondo alla pergamena. Spero di poter dimostrare, anche in questi ultimi anni di pellegrinaggio terreno, di essere degno della loro stima. Che Iddio li rimeriti.

Viva cristo Rey

Don Cristian D.Comini – Ascanio Ruschi – Guido e Marianna Scatizzi – Daniel Vata – Francesco Atria e Dea Avenoso – Andrea e Giulia Tani – Manuel Baldi – Lorenzo Gasperini – Vittorio Acerbi – Francesco Panfili – Riccardo Dimida – Gregorio Martinelli da Silva – Alessandro Rabellino.