Quale sia il loro progetto non è chiaro. Quale sia il loro nemico, invece, molto di più. “L’Italia non si Lega” è infatti lo slogan che ha lanciato il tormentone delle Sardine. Un movimento di piazza che ha l’incredibile unicità, tutta italiana, di scagliarsi non contro una maggioranza di governo, ma contro una forza di opposizione.

L’ennesimo post partito? O piuttosto un riuscito collettore di voti per contenitori partitici più tradizionali? Le risposte a questi interrogativi prova a darle Francesco Borgonovo nel suo breve saggio Contro l’onda che sale. Perché le sardine e gli altri pesci lessi della sinistra sono un bluff (Piemme, 176 pagine, 15,90 euro).

 

Il libro “[…] è un pamphlet che, nello smontare pezzo a pezzo la retorica delle sardine e la bolla in cui sono immerse, ci racconta i fallimenti dei progressisti e la superficialità di un establishment e di una vulgata mainstream ormai decotti e conformisti”.

Un conformismo che, purtroppo, ha investito anche e soprattutto quelli che, una volta, erano i numi tutelari della ribellione: i giovani. Che, delle sardine, sono il motore. Giovani fuori, sì. Ma, forse, vecchissimi dentro.

Tanto da essere promotori di un “razzismo culturale”, quello che addita Salvini e i suoi sostenitori, che altro non è se non l’ennesima espressione di un primato morale da sempre millantato dalle gerarchie più grigie e stantie di certa sinistra.

 

Tratto da: ilgiornaleoff