Risposta del Giovane canonista Guido Scatizzi

Commento l’articolo di Aleteia per amor di verità e per fedeltà alla storia

Il testo [come vedrete] è costruito in maniera confusa: dopo l’incipit virtuosistico, in cui si fa storia del diritto canonico da quattro soldi, si ripropone un Rescritto della CDF datato 2003 (specificando solo in un secondo momento che la situazione della FSSPX è mutata da allora), facendone un’esegesi totalmente capziosa e falsata…per non dire farsesca:

confondendo la FSSPX con i sedevacantisti (coloro che ritengono vacante la Sede dal 1958) e/o con i sedeprivazionisti (coloro che aderiscono alle Tesi di Cassiciacum del p. des Lauriers, per lo più oggi riferibili all’Istituto Mater Boni Consilii);

specificando che la scomunica è stata rimessa nel 2009, ma continuando poi a chiamare scismatici coloro che canonicamente non sono più ritenuti tali;

dimostrando di non aver mai visitato un oratorio della FSSPX, ove campeggia nella secrestia, insieme con quella del Vescovo diocesano, la foto del Romano Pontefice a significare che vi si celebra la S. Messa nella forma straordinaria del Rito Romano “una cum”;

proponendo come unica alternativa alla FSSPX, per assistere alla S. Messa nella forma straordinaria del Rito Romano, la FSSP, non tenendo conto di altre realtà che celebrano secondo lo stesso Rito (vedi ICRSS etc.).

Pur non essendo un probo lefebvriano, trovo insopportabile tanta sciatteria nell’affrontare questioni così delicate.

Menomale che la pagina si chiama “Aleteia”…

Qui di seguito si riporta il confronto tra uno degli admin della pagina Facebook di Aleteia Italiano e Guido Scatizzi. A seguire, si riporta l’articolo e link.

Aleteia Italiano: “specificando che la scomunica è stata rimessa nel 2009, ma continuando poi a chiamare scismatici coloro che canonicamente non sono più ritenuti tali”. La remissione di una sanzione canonica come la scomunica non cancella tout court l’atto scismatico.

Come ribadito dal cardinale Gerhard Ludwig Müller in una intervista apparsa su “La Lettura”, l’allegato del “Corriere della Sera” (22 dicembre 2013), alla domanda: “Fallite le trattative, qual è la posizione dei lefebvriani?”, la risposta del porporato è stata:

“Ai vescovi è stata revocata la scomunica canonica per le ordinazioni illecite, ma RESTA QUELLA SACRAMENTALE, DE FACTO, per lo scisma: si sono allontanati dalla comunione con la Chiesa”.

A rincarare la dose, dopo di lui, anche il Cardinale Leo Burke (di certo non un modernista “leccacalze”, come direbbe qualcuno) che in occasione di una Conferenza sulla Sacra Liturgia, tenutasi a Medford, nell’Oregon, USA (15 luglio 2017), alla domanda dal pubblico: “È mai lecito assistere alla liturgia della FSSPX e ricevervi la Comunione?”, rispose così:

“The, despite the various arguments surrounding the question, the fact of the matter is that the Priestly Society of St. Pius X IS IN SCHISM since the late Archbishop Marcel Lefebvre ordained four bishops without the mandate of the Roman Pontiff. And so it is not legitimate to attend Mass or to receive the sacraments in a church that’s under the direction of the Priestly Society of St. Pius X. […] They’re no longer excommunicated, but they’re also not in regular communion with the Catholic Church”.
https://akacatholic.com/breaking-cardinal-burke-slams-fsspx/

 

Guido Scatizzi: Ricordo che:

– il m.p. Ecclesia Dei (1988) parla di “atto scismatico”, non di chiesa o comunità ecclesiale scismatica;

– il delitto giuridico-penale di scisma è stato punito con debita sanzione dalla Suprema Autorità, la quale poi ha rimesso la medesima censura;

– è errato, pertanto, parlare di scismatici ma di comunità “non in piena comunione”, che è ben altra cosa (come fanno anche le fonti citate, le quali al massimo possono essere considerate autorevole dottrina canonistica ma non certo emanazioni della Suprema Autorità, nonché il m.p. Ecclesiæ unitatem di Benedetto XVI).

Aleteia Italiano: è interessante il dribbling logico secondo cui il Presidente della Commissione “Ecclesia Dei”, anche in un contesto “informale” come una intervista giornalistica, potrebbe dire qualcosa che non rifletta appieno il pensiero della Suprema Autorità (come afferma con gusto enfatico), che egli in fin dei conti rappresenta.

La situazione canonica di illegittimità della Fraternità, nonostante i tanti gesti di apertura anche sotto il pontificato attuale, permane proprio perché scismatica. Come ribadito già nella Nota diramata dalla Segreteria di Stato in occasione della remissione della scomunica ai quattro Vescovi della FSSPX:

“Lo scioglimento dalla scomunica ha liberato i quattro Vescovi da una pena canonica gravissima, ma NON HA CAMBIATO LA SITUAZIONE GIURIDICA DELLA FRATERNITA’ SAN PIO X, che, al momento attuale, non gode di ALCUN RICONOSCIMENTO CANONICO NELLA CHIESA CATTOLICA. Anche i quattro Vescovi, benché sciolti dalla scomunica, non hanno una funzione canonica nella Chiesa e non esercitano lecitamente un ministero in essa.

Per un futuro riconoscimento della Fraternità San Pio X è condizione indispensabile il pieno riconoscimento del Concilio Vaticano II e del Magistero dei Papi Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e dello stesso Benedetto XVI.

Come è già stato affermato nel Decreto del 21 gennaio 2009, la Santa Sede non mancherà, nei modi giudicati opportuni, di approfondire con gli interessati le questioni ancora aperte, così da poter giungere ad una piena e soddisfacente soluzione dei problemi che hanno dato origine a questa DOLOROSA FRATTURA”.

Rifletta bene sul significato di “dolorosa frattura”. Buona giornata.

Guido Scatizzi: Invito a distinguere gli *atti* dalle *opinioni*, per quanto provenienti da un medesimo soggetto investito di autorità (hanno lo stesso peso un Angelus e un’enciclica, per quanto parimenti promananti dal Romano Pontefice?). Inoltre, si continuano a citare fonti in cui si parla di posizione canonica da chiarire, di dolorosa frattura (e ci mancherebbe!) ma non di scismatici.
Immagino che convenga però all’estensore del pezzo operare semplificazioni semplicistiche e mi immagino anche il perché.
In ultimo, si è risposto a una sola delle obiezioni: le altre?
Buon lavoro.