Tratto da: Destra.it

di Franco Maestrelli

“Le persone hanno bisogno di radici, senza le quali invecchiano e poi muoiono.”

Nella storia della cultura talvolta si manifestano personalità poliedriche che riescono ad esprimersi in maniera eccellente in diversi ambiti. E’ il caso di Sir Roger Scruton, nato a Buslingthorpe il 27 febbraio 1944 e morto a Brinkworth il 12 gennaio 2020, che fu allo stesso tempo filosofo accademico, docente di estetica, storico, musicologo e compositore, opinionista e polemista politico nonché fondatore del trimestrale culturale The Salisbury Rewiew: A Journal of Conservative Thought e infine autore di romanzi e raccolte di racconti.  I titoli in inglese della sua produzione sono 67 saggi e 8 romanzi, più due opere musicali e una sceneggiatura televisiva. Ma addentrandoci nelle tematiche affrontate scopriamo un’ulteriore poliedricità di interessi che spaziano dall’architettura all’ambientalismo, dai diritti degli animali alla cultura del vino oltre che alla filosofia.

Per rendere omaggio a questo pensatore, fedele della chiesa anglicana, Gennaro Malgieri e Luigi Iannone hanno curato un corposo volume edito da Historica/ Giubilei Regnani intitolato “Roger Scruton. Vita, opere e pensiero di un conservatore”, affidando a diversi autori il compito di illustrare i diversi aspetti della sua opera.

Il fil rouge che lega i diversi saggi contenuti nel libro è il conservatorismo di cui Scruton fu esponente di primo piano al punto che alla sua morte fu definito dal Premier britannico “il più grande pensatore conservatore moderno del paese”. Non è il caso di addentrarci in questa sede nella definizione del termine “conservatore” che in Gran Bretagna e in USA può contare su una lunga tradizione ispirata da Edmund Burke, Thomas Stearns Eliot e Russell Kirk, mentre in Italia richiede sempre infinite precisazioni, basti, prima di rinviare alla lettura del libro, questa bella citazione di un pensatore e politico colombiano del secolo XIX “Siamo conservatori e ci denominiamo così con orgoglio perché vi è molto da conservare, va conservato l’individuo, va conservata la dignità della persona umana, va conservata la famiglia, va conservata la proprietà, va conservato il diritto, va conservata la giustizia, va conservata la società, va conservata la repubblica. Il nome conservatore significa che quanti appartengono al partito vogliono conservare la civiltà, la cultura e i valori essenziali della nazionalità.” (José Eusebio Caro Ibáñez fondatore del Partito Conservatore colombiano. in “Per una civiltà cristiana nel terzo millennio. La coscienza della Magna Europa e il quinto viaggio di Colombo” di Giovanni Cantoni, Sugarco Edizioni, Milano, 2008, pag.125).     

I due curatori del volume Malgieri e Iannone firmano oltre all’introduzione, due capitoli essenziali per comprendere l’opera di Scruton: Malgieri, che da sempre si è occupato del pensiero conservatore (ha curato anche il collettaneo “Conservatori. Da Edmund Burke a Russell Kirk”, Il Minotauro, Roma 2006, in cui una voce  a firma di Marco Respinti era dedicata appunto al nostro autore britannico) conclude il libro con il capitolo “Conservatore dell’avvenire” che abbraccia la vita e le opere di Scruton, mentre Iannone, a sua volta curatore del piccolo saggio intervista “Il suicidio dell’Occidente” (Le lettere, Firenze 2010) e di un profilo edito da Fergen (Roma 2018), si dedica qui al filosofo nel capitolo intitolato “Sulla filosofia del pessimismo”. Tra i tanti altri autori che si sono cimentati nell’esposizione di peculiari aspetti di Scruton ricordo Oscar Sanguinetti, anche lui curatore e traduttore di ben due libri pubblicati da D’Ettoris Editori,  Crotone, “Essere conservatore” (2015) e “Confessioni di un eretico” (2018), che cerca di individuare nelle molteplici opere dell’autore britannico alcuni temi chiave che possono essere ricevuti con beneficio dal lettore italiano (la polemica contro il socialismo, contro l’immigrazione islamica, contro l’ecologismo ideologico, contro gli orrori di certa urbanistica e il rapporto tra Stato e Nazione con riguardo anche all’Unione Europea).

Francesco Giubilei esamina il rapporto tra il pensatore conservatore britannico e il pensiero politico nordamericano. Nel capitolo “Il fondamento sacro dell’arte e dell’architettura” Andrea de Meo Arbore e Renato Cristin in “Bellezza e identità. La via occidentale approfondiscono gli aspetti estetici che tanto premevano a Scruton, quale via attraverso la bellezza a un’antropologia umana orientata a Dio. Antonio Lombardi si dedica alla polemica sullo specismo e sull’animalismo (Scruton andava a caccia nella sua tenuta denominata Scrutopia…).

Susanna Manzin ha il compito di presentare l’aspetto del cultore di vino e della convivialità del libro “Bevo dunque sono. Guida filosofica al vino” (Raffaello Cortina, Milano 2010), un viaggio letterario tra regioni vitivinicole, bottiglie pregiate e considerazioni culturali e antropologiche. Secondo l’autore la haute cuisine è una forma d’arte e in questa epoca viviamo il culto della bruttezza, non solo nell’arte figurativa e nell’architettura urbanistica ma altresì nella vita quotidiana (linguaggio, modo di vestire e appunto nel mondo della tavola). E sul piacevole aspetto della bella convivialità cantata da Scruton rinvio il lettore al libro che lo guiderà tra le tante opere del filosofo e concludo con una sua significativa frase “Per quelli come me, con valori cavallereschi ma conservatori, la vita è piena di avventure da drizzare i capelli; e allora, dopo una giornata ad ammazzare draghi, perché non dovremmo concederci una bottiglia di Bordeaux dolce?”.

Roger Scruton. Vita, opere e pensiero di un conservatore. A cura di Luigi Iannone e Gennaro Malgieri.  Historica/ Giubilei Regnani, Roma gennaio 2022. Pagine 328. Euro 22,00.