di Pucci Cipriani

“Caro Pucci, nel tempo degli sciacalli e delle iene tu appari ai miei occhi come un leone nobile e coraggioso, che ha sempre combattuto in difesa della verità, tutto perdendo fuorché l’onore. Ti ringrazio della tua amicizia e ti stringo forte la mano. Che Dio ti benedica.
Roberto.”

Grande è stato il mio stupore, conoscendo l’indole misurata del professor Roberto de Mattei, quando il 29 giugno ho ricevuto questa missiva così calorosa, alla vigilia del Convegno della Tradizione cattolica che si è tenuto a Borgo San Lorenzo il 2 luglio, nel 450° Anniversario della gloriosa Battaglia di Lepanto. Inutile dire – alla mia età, poi, si ha la lacrima facile – sono rimasto commosso perché ricordando l’antica amicizia con Roberto de Mattei, per cui nutro infinita stima e grande affetto, ho rivisto, praticamente, come in un film, gli ultimi cinquant’anni della mia vita e della mia battaglia in difesa della Tradizione. Iniziai la mia militanza nella “Destra cattolica” nel 1960 (mi avrebbe condotto, poi, nel mondo della Tradizione il Conte Neri Capponi) con un mio ingenuo articolo apparso su un giornalino ciclostilato (“La Sfida” numero unico dell’agosto 1960) dal titolo “Onore a Raimondo d’Inzeo” in difesa del Tenente Colonnello dei CC a cavallo che domò la rivolta della piazza comunista contro il Governo (benemerito) del DC Ferdinando Tambroni appoggiato dal MSI di Arturo Michelini. Feci, in prima fila, la mia battaglia contro la Rivoluzione del “Sessantotto” e, nel 1976, conobbi il professor Roberto de Mattei – conoscevo già alcuni suoi scritti apparsi su diverse pubblicazioni tra cui la rivista “Cristianità” di cui era Direttore responsabile – con il quale, insieme a un altro personaggio carismatico, Agostino Sanfratello, parlammo durante un Convegno contro il Comunismo al Centro Branzi di Firenze, mentre all’esterno – erano tempi in cui i CC del Battaglione Mobile venivano salutati dalle giovani canaglie sessatottarde con lo slogan “Camerata, basco nero, il tuo posto è al cimitero” – i teppisti comunisti di “Lotta Continua”  avevano fatto “picchetti antifascisti”…e chi ha vissuto quei tempi sa cos’erano i “picchetti antifascisti” …Ramelli docet.


Rimasi affascinato dall’eloquio, dalla preparazione, dalla capacità di coinvolgere il pubblico, dal coraggio, ma, soprattutto, dallo “stile” (diceva Buffon: “Lo stile è l’uomo”) di quell’allora giovane professore, il Barone Roberto de Mattei.

Quell’amicizia andò consolidandosi e per me Roberto – sia chiaro che non sono mancate le divergenze ma sempre “signorilmente” superate – è sempre stato un Maestro, un punto di riferimento; Ascanio Ruschi e il sottoscritto (senza essersi messi d’accordo) considerano de Mattei, Massimo de Leonardis e Neri Capponi, quest’ultimo purtroppo scomparso,le tre colonne della Tradizione Italiana.


Alcuni ricordi: l’anno dopo, il 1977, Mons. Lefebvre parlò a Roma a Palazzo Pallavicini su invito della Principessa Elvina, l’annunzio fece scalpore, la stampa di tutto il mondo e le televisioni parlarono di questo evento (clicca qui); si poteva accedere alla Magione dei Principi Pallavicini per la riunione con il Presule francese soltanto su invito, ma gli inviti non si trovavano neanche a “mercato nero”,infatti quell’incontro era riservato all’aristocrazia romana…mi ricordai di de Mattei (che fu, insieme a Giovanni Cantoni, l’organizzatore del meeting) e bastò una telefonata per avere il desiato “depliant” : mi trovai nella Sala del Trono di Palazzo Pallavicini, presente la principessa Elvina, ad applaudire monsignore…ricordo di aver avuto accanto lo storico Marco Tangheroni, un caro amico di Pisa, la Signorina Ida Samuel e il prof. Silvano Buscaroli, ambedue bolognesi vicini al padre Pellegrino Santucci; nel 1989 fondammo a Firenze l’Anti 89 per le controcelebrazioni del duecentesimo Anniversario della Rivoluzione francese e la rivista “Controrivoluzione” che, da allora, dirigo. Una telefonata di Roberto de Mattei: vieni domani sera a Roma fissiamo la presentazione di “Controrivoluzione”, andiamo a casa della Signora Volpe a prendere il thé (l’ingegner Giovanni era deceduto ed erano “morti”, con lui, anche i Convegni della Fondazione)… La Signora Volpe acconsentì a fare un Convegno straordinario della Fondazione per la presentazione della nostra rivista. E dunque quel Convegno si svolse, grazie a de Mattei, ancora una volta nella Sala del Trono di Palazzo Pallavicini, alla presenza della Principessa Elvina, di fronte a trecento persone, e con la partecipazione del filosofo Augusto del Noce, dei Docenti Universitari Jean de Viguerie (de “la Sorbonne”), Massimo de Leonardis (de “La Cattolica”), Roberto de Mattei (Univ. di Cassino), oltre allo scrittore Francesco Grisi, al Presidente dell’ANTI 89 francese François Brigneau e al sottoscritto Presidente dell’ANTI 89 – Italia… 


E poi a Firenze in difesa dell’autenticità della Sindone, contro l’aborto, nel giorno dei Santi Innocenti, contro l’ammissione della Turchia in Europa con la presentazione del suo libro: “La Turchia in Europa: beneficio o Catastrofe” (Ed. Sugarco)…  la presentazione, con il padre Serafino M. Lanzetta, nella chiesa di Ognissanti di fronte a quattrocento persone del suo grande capolavoro, un’opera che fa onore alla Tradizione cattolica tutta: “Il Concilio Vaticano II: una storia mai scritta” (Ed. Lindau) vincitore del Premio Acqui …potrei continuare a lungo (comunque pubblicherò un libro sulla “Storia della Tradizione in Toscana”)


 ..Arrivava in treno Roberto de Mattei, in treno se ne tornava a casa, con la sua borsa di pelle, senza chiedere rimborsi spese – altri lo facevano, eccome, aggiungendo anche una “tariffa” – a noi, poveri in canna, che organizzavamo, e organizziamo tuttavia gli eventi, frugandoci in tasca, …quando poi il prof. de Mattei divenne Vice Presidente del CNR, Consigliere per gli Affari Esteri del Governo Berlusconi e Preside della Facoltà di Storia dell’Università Europea…allora arrivavano frotte di “questuanti” che non si erano mai visti – con la faccia al posto del c… e viceversa –  gli andavano  incontro a brucare nelle sue mani : chi voleva diventare Docente Universitario (salve parlar male di de Mattei “perché il Presidente del CNR non può organizzare una processione in riparazione dei matrimoni pederastici”) chi voleva diventare consigliere di banca, chi voleva mettere il figlio dirigente nelle ferrovie : “Sa, professore, io l’ho semre seguita…sono delle sue idee, questo piacere me lo merito”.De Mattei sorrideva bonariamente…”il mondo è fatto così…quante ne abbiamo viste in tutti questi anni…” mi diceva. Quante facce toste…ma anche quanti miracolati…Ascanio ed io, ogni volta ci godevamo lo spettacolo: ecco che arriva N. ecco che arriva C.E poi le invidie di quelli che “hanno scelto lui e non me perché…..”…e venivano fuori la Cia, i servizi segreti, le trame nell’ombra…e i più cialtroni erano quelli che venivano fuori dalle Logge (proporrò a Marco Solfanelli la ripubblicazione di quella stupenda serie di articoli, a firma di Roberto de Mattei, contro la Massoneria, i Bildelberg, la Trilateral e “grembiulini” simili apparsi sulla rivista “Cristianità” quando ancora i questuanti bazzicavano i Rotary e i Lyons considerandoli “riserve di voti di destra”…)Partecipai alla “Acies” di Roma (due volte) e a quella di Monaco di Baviera, sempre organizzate da de Mattei, in difesa del Papato, della Chiesa, contro gli scismatici tedeschi capeggiati dal Cardinal Marx (omen nomen)…Furono quelli di Monaco i giorni, per me più belli e sereni, prima di tanti guai…la Messa tradizionale al mattino, e, poi, la “Acies Ordinata”, davanti alla cattedrale del Cardinal Marx, un’ora di silente preghiera con il termometro sotto zero, battuti dal vento ghiaccio che portava il nevischio e, al termine, il canto del “Credo”. Poi Roberto venne da me: “Vieni con i “ragazzi” – mi disse – vi presento Mons. Carlo Maria Viganò, un uomo coraggioso, che è venuto con noi, in piazza, per portarci la sua solidarietà…”E portai da lui, Daniel Vata e Andrea Tortelli – Filippo Bianchi che fu l’organizzatore e l’animatore del nostro viaggio,credo fosse ad aiutare l’infaticabile Donna Virginia Coda Nunziante a riporre gli stendardi – e ci emozionammo di fronte a questo Principe della Chiesa (era in eskimo e con la barba lunga) che viveva “in clandestinità”. Ci benedì e volle farci l’autografo sui nostri libretti di preghiera. Ho ancora nel cuore le parole di quel vescovo…avevo letto su “La Verità” e sul blog del mio amico Aldo Maria Valli del grande servizio reso alla Chiesa da questo Prelato nel denunciare i preti – e non solo i preti – pedofili (che, guarda caso, appartenevano tutti alla gerarchia “modernista” americana).


Al ritorno incontro (telefonicamente) un caro amico, teorico dei “No vax”, e gli parlo di Mons. Viganò, al che lui mi risponde:”Sai,vero, che è **** quello che fa gli articoli a Monsignore…” Rimasi letteralmente sconvolto, conoscevo (conosco) il personaggio: avrei voluto informarmi meglio ma fu tanta l’angoscia per quella notizia che tacqui…poi, quando iniziarono le polemiche con de Mattei, andai direttamente da lui, in occasione della Marcia per la Vita…compresi molte cose e capii che il Mons. Viganò conosciuto a Colonia non era lo stesso dei proclami sui social…si riconosceva la mano del “personaggio doppio” in ogni sfumatura. Rimango fermamente contrario al vaccino obbligatorio e ho combattuto e combatto contro il lockdown ma sul “complotto” mantengo i miei dubbi e  mi sono accorto che la posizione di de Mattei (la legittimità morale del vaccino) che lui ha documentato in una sua pubblicazione e con una serie di articoli apparsi su Corrispondenza Romana, è quella della dottrina tradizionale della Chiesa ribadita anche dalla Congregazione della Dottrina per la Fede….e (udite)anche dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X (ma come mai questo nessuno lo dice?) oltre a quella di altri Istituti e di teologi della Tradizione, perfino sacerdoti “sedevacantisti” (si dice così?) mi hanno detto che de Mattei – e le loro idee non sono certo quelle del de Mattei –  finalmente ha smascherato il “personaggio” del “piano di sotto”, che non è certo Mons. Viganò. Il vaccinarsi o il non vaccinarsi non è un dogma, al di là delle intenzioni dei governanti, chi vuol vaccinarsi si può legittimamente e moralmente vaccinare…altrettanto liberi sono coloro che rifiutano il vaccino.Io la penso così…mi sono limitato a scriverlo e mi hanno fatto senso – tralascio le persone civili che legittimamente contestano le idee di Roberto de Mattei – i vari “miracolati” i neofiti che si permettono di insultare su face book secondo un copione ormai frusto: servo della CIA, venduto agli americani, prezzolato dai brasiliani e anche peggio o i personaggi di “primo pelo” che hanno considerano la Santa Chiesa di Dio (ovvero la Sposa Immacolata di Gesù, anche se formata da uomini, peccatori,) alla stregua di un partito politico dove si possono cambiare i segretari.


…Un amico in tonaca disse a me e ad Ascanio durante la colazione: via, lo sanno tutti che voi due siete pagati dalla CIA…è detto tutto…Ecco, di fronte a questo ciclone di “falsi indignati”, di leoni della tastiera, di “tradizionalisti della domenica”, di miracolati, di nevrotici che si accaniscono contro chi, da una vita, senza tentennamenti ha servito sempre la Verità senza nulla chiedere mi sono sentito in dovere di parlare. Non mi sembra di aver fatto nulla di eroico. 


Roberto de Mattei mi vede come “un leone nobile e coraggioso”…mi vede con gli “occhi buoni” dell’amico.Semmai il mio è solo uno stanco ruggito, di un leone vecchio, alla fine dei suoi giorni. Ma di fronte ai belati delle pecore e agli urli e ai guaiti osceni delle jene e degli sciacalli, ebbene anche il mio ruggito rimbomba forte, in mezzo alle greggi, come il rombo di un cannone.

PUCCI CIPRIANI

Foto. Firenze 1976 – Centro Culturale “Renato Branzi”, Convegno contro il Comunismo (da destra) Roberto de Mattei – Agostino Sanfratello – Pucci Cipriani