di Roberto de Mattei

tratto da radioromalibera.org

A me piace ricordare la battaglia di Lepanto non solo nei grandi anniversari, come abbiamo sempre fatto pubblicamente con la Fondazione Lepanto, l’ultima volta nel 2021, 450esimo anniversario della grande vittoria, ma piace ricordarlo anche ogni 7 ottobre, per non dimenticare mai l’importanza e il significato di questo evento

Ogni 7 ottobre torno con la memoria e con la preghiera a quel giorno che cambiò la storia dell’Occidente cristiano. Il giorno in cui nel mare della Grecia, si affrontarono due immense flotte, la flotta turca e quella cristiana, per una battaglia decisiva per la nostra civiltà.

I Turchi miravano a travolgere l’armata cristiana sul mare e poi, per via di terra, puntare su Roma, e conquistare, dopo Costantinopoli, l’Occidente, sottoponendolo alla legge dell’Islam. Ma a Roma regnava dal 1566 un Papa indomito, Pio V, il domenicano Michele Ghislieri, che la Chiesa ha elevato alla gloria degli altari.

San Pio V raccolse la sfida e assunse su di sé la responsabilità di difendere la Cristianità dalla terribile minaccia dell’Islam. A questo fine creò una Santa Lega tra la potenze cristiane e la sostenne con mezzi finanziari, uomini in armi e, soprattutto con la preghiera.   

Lo scontro tra la flotta turca e quella cristiana, comandata da don Giovanni d’Austria, avvenne a mezzogiorno del 7 ottobre 1571, nelle acque di Lepanto, all’ingresso del golfo di Patrasso. La battaglia fu formidabile per il numero degli uomini e delle galee schierate da una parte e dall’altra e l’impeto della lotta. Dopo cinque ore di furioso combattimento, i cristiani rimasero quasi increduli di fronte alla completa vittoria. Miguel Cervantes, imbarcato su una galea spagnola, definì l’evento come «la major jornada que vieron los siglos», la più grande giornata che videro i secoli.  

Quando si concluse la battaglia alle cinque di sera della domenica 7 ottobre, a Roma san Pio V, stava esaminando i conti con il suo tesoriere generale Bartolomeo Bussotti Tutto d’un tratto, quasi mosso da un impulso irresistibile, si alzò, aprì la finestra e fissò lo sguardo verso l’Oriente come assorto in contemplazione; poi, si voltò indietro, con gli occhi brillanti d’una luce divina: “Non occupiamoci più di affari – esclamò – ma andiamo a ringraziare Iddio perché la nostra armata in questo momento ha ottenuto la vittoria”.  

San Pio V era convinto che la vera vincitrice della battaglia di Lepanto fosse la Beatissima Vergine Maria e ordinò che nelle Litanie Lauretane si aggiungesse l’invocazione: “Auxilium Christianorum, ora pro nobis”, fissando al 7 ottobre una festa in onore di nostra Signora della Vittoria, che poi fu trasformata in quella della Madonna del Rosario.

Non c’è grazia che non passi per le mani di Maria, non c’è vittoria che a Lei non sia attribuita. Ma Maria ha bisogno della nostra collaborazione, della nostra corrispondenza alle sue grazie, del nostro spirito militante, che è lo spirito di Lepanto. E noi abbiamo bisogno dello spirito di Lepanto per combattere, con l’aiuto di Maria, i nemici interni ed esterni della Chiesa. 

Oggi l’Occidente, quello che fu l’Occidente cristiano è sottoposto a un attacco senza precedenti, anche e soprattutto al suo interno. La civiltà cristiana d’Occidente, il poco che resta di essa, merita di essere difesa, perché è a partire da quanto resta, da quanto ancora vive, spera e combatte, che potrà essere costruito, secondo la promessa della Madonna a Fatima, un diverso futuro per le generazioni d’Occidente.

Siamo certi del trionfo del Cuore Immacolato di Maria, di cui vogliamo essere strumenti con i nostri piccoli gesti di ogni giorno, come quello di ricordare, ogni 7 ottobre, tutti i combattenti che, non solo a Lepanto, ma nel suo spirito, sono vissuti e morti in difesa della Chiesa e della Civiltà cristiana.

Eredi di Lepanto, noi vogliamo raccogliere soprattutto il messaggio di fortezza cristiana che quel nome, quella battaglia, quella vittoria ci trasmette; fortezza cristiana che è spirito di sacrificio, è disposizione d’animo a sacrificare i beni terreni, di fronte a beni più alti, quali la giustizia, la verità, la gloria della Chiesa, l’avvenire della civiltà occidentale e cristiana. (Roberto de Mattei)