Tratto da Radioromalibera

di Roberto de Mattei

Il 16 luglio di ogni anno la liturgia ricorda la Madonna del Carmelo. Questa festa liturgica esprime una secolare devozione che la Madonna ha riaffermato il 13 ottobre 1917,nell’ultima apparizione di Fatima, quando apparve incoronata Regina del Cielo e della terra, con il Bambin Gesù tra le braccia, indossando l’abito carmelitano. 

Il titolo di Madonna del Carmelo deriva dal Monte Carmelo, in Terra Santa, una montagna, che domina di 170 mt. il Mediterraneo. Nel I libro dei Re si racconta che il profeta Elia, sul monte Carmelo, si radunò con alcuni uomini, per difendere la purezza della fede, e vincendo una sfida contro i sacerdoti del dio Baal. Prima della nascita del Salvatore, Elia e i suoi discepoli coltivarono inoltre un’ardente devozione verso Colei che avrebbe dovuto generare il Messia e che si era manifestata ad Elia sotto forma di una piccola nube che si alzava dalla terra verso il monte, portando la pioggia e salvando Israele dalla siccità. Proprio sul Monte Carmelo, secondo la tradizione, i la sacra famiglia sostò tornando dall’Egitto Nel 1154 circa si ritirò sul monte il nobile francese Bertoldo, giunto in Palestina con il cugino Aimerio di Limoges, patriarca di Antiochia, e venne deciso di riunire gli eremiti a vita cenobitica. I religiosi edificarono una chiesetta in mezzo alle loro celle, dedicandola alla Vergine e presero il nome di Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo.

Nella notte fra il 15 e il 16 luglio 1251, san Simone Stock ( ca. 1165-1265), dopo essere stato eletto generale dei Carmelitani nel 1247, pregava intensamente la Madonna affinché manifestasse un segno di protezione speciale al suo ordine, che si trovava in grandi difficoltà. La cella si illuminò improvvisamente e gli apparve la Madre di Dio, con una moltitudine di angeli, tenendo nelle sue mani un oggetto destinato a entrare nella storia della Chiesa come il santo scapolare del Carmine, e gli disse: “Ricevi, diletto figlio, questo scapolare del tuo Ordine, come segno della mia fratellanza, privilegio che ho ottenuto per te e per tutti i figli del Carmelo: chi morrà piamente rivestito di quest’abito sarà preservato dal fuoco dell’Inferno: esso è un pegno di salute, una salvaguardia nei pericoli, un segno di alleanza e di pace con voi in sempiterno”.

La straordinaria promessa costituiva la materna risposta della Beata Vergine alla ardente devozione di san Simone Stock e di tutti i figli di sant’Elía, nel corso dei secoli.  Questa promessa non si limitava ai religiosi professi nell’Ordine, ma si estendeva a tutta la famiglia spirituale del Carmelo. Rivestire lo scapolare significava infatti essere aggregati all’Ordine ed essere fatti partecipi dei suoi doveri morali e dei suoi privilegi spirituali.

Lo scapolare è costituito da due pezzi di stoffa marrone uniti da una cordicella, da portare sulle scapole. La Chiesa, in molti documenti ufficiali, parla dei privilegi di questo scapolare come di un patrimonio comune a tutti i fedeli che lo indossano. Chiunque, religioso o laico, indossa questo scapolare, ha la promessa di essere preservato dalle fiamme dell’Inferno.

Il secondo grande privilegio concesso a chi porta lo scapolare è quello conosciuto come privilegio sabatino. La tradizione lo fa risalire ad una promessa della Madonna a Papa Giovanni XXII (1316-1334), confermata da una bolla del 1322 secondo cui coloro che avessero devotamente portato lo scapolare, sarebbero stati liberati dal Purgatorio il sabato successivo alla loro morte.  Il contenuto di questa credenza è stato approvato in numerosi documenti di successivi Pontefici, tra cui Pio XII, che 1’11 febbraio 1950, nel VII centenario della visione di san Simone Stock, conferma come il santo scapolare, devotamente portato, ottiene che le anime siano preservate dall’Inferno e liberate al più presto dal Purgatorio, specialmente nel primo sabato dopo la loro morte.

I due grandi privilegi dello scapolare, la preservazione dall’Inferno e la liberazione anticipata dal Purgatorio, sono due momenti diversi ma complementari della protezione della Madonna sui figli del Carmelo.   

San Simone Stock, che propagò la devozione della Madonna del Carmelo, compose per Lei un bellissimo inno, il Flos Carmeli. Queste le parole dell’Inno:

Flos Carmeli, vitis florigera, splendor cœli, Virgo puerpera, singularis.
Mater mitis, sed viri nescia, carmelitis esto propitia, stella maris.
Radix Jesse, germinans flosculum, hic adesse me tibi servulum patiaris.
Inter spinas quæ crescis lilium, serva puras mentes fragilium, tutelaris!
Armatura fortis pugnantium, furunt bella tende præsidium scapularis.
Per incerta prudens consilium, per adversa iuge solatium largiaris.
Mater dulcis, Carmeli domina, plebem tuam reple lætitia qua bearis.
Paradisi clavis et ianua, fac nos duci quo, Mater, coronaris. Amen.
__________________________________________________

Fior del Carmelo, vite fiorita, splendore del cielo, tu solamente sei Vergine e Madre.
Madre mite, pura nel cuore, ai figli tuoi sii propizia, stella del mare!
Ceppo di Jesse, che produce il fiore, a noi concedi di rimanere con te per sempre!
Giglio cresciuto tra alte spine, conserva pure le menti fragili e dona aiuto!
Forte armatura dei combattenti, la guerra infuria, poni a difesa lo scapolare!
Nell’incertezza dacci consiglio, nella sventura, dal cielo impetra consolazione!
Madre e Signora del tuo Carmelo, di quella gioia che ti rapisce sazia i cuori!
O chiave e porta del paradiso, fa’ che giungiamo dove di gloria sei coronata! Amen.