di Vittorio Acerbi

Domenico Scarlatti nasce a Napoli il 26 ottobre 1685. Clavicembalista, forse anche il più talentuoso  del suo tempo a livello mondiale (di sicuro lo era in Italia), fu allievo di suo padre, Alessandro, e poi  di Francesco Gasparini a Venezia. 

Il padre si stabilì a Napoli raggiungendo la sorella Melchiorra, che l’aveva preceduto nel 1682, 

poiché quest’ultima era diventata l’amante del segretario di giustizia del viceré. Questa posizione le  permetterà di far nominare suo fratello maestro di cappella presso i reali, posto che di diritto 

sarebbe spettato a Francesco Antonio Provenzale, insegnante famoso nonché secondo maestro della  cappella reale. Provenzale dà le dimissioni, ne nasce uno scandalo in cui il segretario di giustizia  viene rimosso dalla carica, tuttavia Alessandro Scarlatti mantiene il suo posto. 

Il figlio Domenico oltre ad essere stato allievo del padre si pensa abbia studiato al conservatorio dei  Poveri di Gesù Cristo di Napoli assieme a Gaetano Greco, del quale ha certamente subito 

l’influenza. Nel 1701 era già organista presso la cappella reale di Napoli. Dopo un breve soggiorno  alla corte del gran principe Ferdinando de’ Medici (dove comporrà una cantata per il marchese 
Francesco Maria Ruspoli), farà il suo debutto a Napoli come compositore d’opera (“L’Ottavia 
restituita al trono”). Nel 1705 parte per Venezia dove fa la conoscenza di Handel, con il quale  conserverà una profonda amicizia per tutto il resto della sua vita. Non senza una celebre sfida che i  due disputano a colpi di organo (dove vince Handel) e di clavicembalo (dove si impone Scarlatti).  Dal 1709 al 1714 è al servizio della regina Maria Casimira di Polonia, vedova di Giovanni III di  Polonia, il re che comandò le forze della coalizione cristiana nella vittoriosa battaglia di Vienna del  1683 (celebre la sua frase “Veni, vidi, vincit!” ad evidenziare la volontà divina nell’esito dello  scontro). 

Successivamente Domenico diventa maestro di cappella dell’ambasciatore portoghese a Roma. Sarà  quest’ultimo a presentarlo poco dopo alla corte di Madrid dove Scarlatti diventerà l’insegnante della  futura regina consorte Maria Magdalena Barbara. Nei ventotto anni della sua carriera spagnola la 

sua esistenza è perpetuamente complicata dalla sua passione per il gioco. Morirà a Madrid nel 1757.  Pur essendo di grande importanza anche la sua musica vocale e sacra, Scarlatti passò alla storia  sopratutto come compositore di musica per clavicembalo. Nelle sue 555 sonate Scarlatti elabora uno  stile limpido, formalmente semplice, ma in cui l’invenzione melodica è sempre sbalorditiva. A volte  un po’ bizzarre, a volte molto cantabili, queste sonate sono una continua ricerca di nuove possibilità  timbriche e tecniche del clavicembalo, attraverso uno studio molto approfondito dell’uso del ritmo e 

degli abbellimenti. 

Benchè la scuola napoletana sia composta di molti artisti di grande talento (Paisiello, Cimarosa,  Pergolesi, ed anche Farinelli, considerato il più famoso cantante castrato), certo è che tutta gli  Scarlatti, Alessandro prima e Domenico poi, contribuirono ad elevare il livello delle  rappresentazioni teatrali a Napoli.