(di Federico Catani) Tutti i principali organi di informazione, dal Tg1, al Tg2, da SkyTg24 a Tv2000, da Repubblica alle più importanti agenzie italiane e straniere, da Radio Vaticana a L’Osservatore Romano hanno rilevato il sorprendente successo della Marcia Nazionale per la Vita, giunta domenica 4 maggio alla sua quarta edizione.
Al termine del Regina Coeli, Papa Francesco ha rivolto il proprio saluto ed incoraggiamento ad “andare avanti” ai 50mila partecipanti alla Marcia per la Vita presenti in Piazza S. Pietro. Una larga parte di essi ha progressivamente ingrossato il corteo, partito da Piazza della Repubblica alle 9,30. Altre migliaia, invece, sin dalle prime ore della mattinata, hanno occupato Piazza S. Pietro con i loro striscioni, in modo tale che, per la prima volta, quest’anno, la Marcia è stata un evento costruito in più fasi ed ha visto uno straordinario e inatteso numero di partecipanti.
Il grande corteo, aperto da uno striscione portato da sole ragazze, era seguito da famiglie con i loro bambini, molti dei quali su un trenino a due vagoni, e poi dalle centinaia di associazioni e parrocchie che hanno aderito alla manifestazione. Dopo aver percorso via Cavour, via dei Fori Imperiali, Piazza Venezia e Corso Vittorio Emanuele, il corteo è giunto alle 11,30 in via della Conciliazione per entrare poi in Piazza San Pietro, dove, in accordo con i servizi vaticani, era stato creato un apposito varco. Pochi minuti, dopo, al Regina Coeli, Papa Francesco ha salutato i partecipanti alla Marcia per la Vita, sottolineandone l’aspetto internazionale, dovuto alla presenza dei leaders di 36 gruppi pro-life di 16 Paesi del mondo, e quello “ecumenico”, dovuto alla presenza di rappresentanti della Chiesa ortodossa, di evangelici, valdesi e persino di un gruppo di musulmani. Gli organizzatori hanno voluto dare alla Marcia una caratteristica “non ecclesiale” per sottolineare l’autonomia dell’iniziativa dalle gerarchie ecclesiastiche, ma si professano credenti nella legge naturale e divina di cui la Chiesa è custode. Essi hanno anche ribadito che la Marcia non vuole essere un movimento pro-life, ma un evento, ossia una piattaforma che unisce sul campo, una volta l’anno, gruppi e associazioni diverse sulla base di un comune “No” senza compromessi ad ogni forma di aborto e di violazione della vita umana innocente.
La Marcia è iniziata con il discorso della presidente Virginia Coda Nunziante, la quale, davanti alla Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri, ha dichiarato che la presenza alla mobilitazione pro-life è «un atto di proclamazione del diritto a vivere dell’essere umano innocente» e «un grido di protesta contro l’ingiustizia commessa nei confronti dei deboli e degli indifesi». «Non si tratta solo dell’aggressione ad una vita umana innocente – ha aggiunto – ma di una violazione della giustizia, di una trasgressione della legge naturale e divina». «Proporci di abrogare la legge 194 non è irrealistico – ha proseguito la dott.ssa Coda Nunziante -. L’aborto non è normale. Vogliamo opporci ad ogni tentativo di normalizzazione dell’aborto. Non si può normalizzare una pratica disumana. Non accetteremo mai nessuna forma neanche minimale di aborto. ()] Vogliamo dimostrare che il popolo della vita esiste e non si arrende. La nostra presenza vuole essere una testimonianza. Vuole essere anche un momento forte di incontro tra uomini, donne, bambini. Un momento di incontro tra tutti coloro che vogliono affermare il diritto alla vita umana e protestare contro la violazione di questo diritto».
E nel discorso per la Marcia non poteva mancare un ricordo speciale. La presidente ha ricordato che «quest’anno c’è anche una dolorosa assenza: quella di Mario Palmaro. Mario Palmaro è stato per noi un maestro di pensiero e di vita. (…) A lui vogliamo dedicare idealmente questa quarta edizione della Marcia per la Vita».
Alla Marcia hanno aderito 14 cardinali, oltre a numerosi vescovi, 103 associazioni italiane e una settantina di associazioni di 21 paesi esteri. Tra i politici erano presenti Roberta Angelilli, Mario Borghezio, Carlo Casini, Maurizio Gasparri, Giorgia Meloni, Eugenia Roccella.
Come gli altri anni, il card. Raymond Leo Burke, che la sera prima ha guidato un’adorazione eucaristica presso la Basilica di S. Andrea della Valle, ha percorso a piedi tutto il tragitto, da Piazza della Repubblica a Piazza San Pietro, conversando amabilmente con molti manifestanti. Lo stesso cardinale Burke, nel suo intervento al Convegno internazionale svoltosi sabato 3 maggio nella Sala S. Pio X di via della Conciliazione, aveva ribadito il divieto della Chiesa Cattolica di amministrare la Comunione ai peccatori manifesti. Le parole del cardinale Burke possono considerarsi come la prima risposta positiva all’appello lanciato lo stesso giorno da 52 leaders pro-life mondiali ai vescovi cattolici, affinché, “in spirito di amore e misericordia”, neghino la Comunione a quei politici cattolici favorevoli all’aborto. Questo appello è stato firmato nel corso del primo “Rome-Life Forum”, promosso da LifeSiteNews, Human Life International e Family Life International New Zealand.
Tra i partecipanti stranieri alla Marcia ricordiamo, tra gli altri: Mons. Ignacio Barreiro, direttore dell’ufficio italiano di Human Life International; Colleen Bayer, presidente di Family Life International New Zealand; Jean-Marie Le Méné, presidente della Fondazione Lejeune; Angelika de Poncharra, rappresentante del Collectif Marche pour la Vie che organizza ogni anno in Francia la Marcia per la Vita nel mese di gennaio; Steve Jalsevac e John-Henry Westen, responsabili di LifeSiteNews e organizzatori del convegno internazionale; Rebecca Kiessling e Mary Rathke di Save the 1, l’associazione americana che combatte affinché l’aborto sia impedito anche in caso di stupro; Tadej Strehovec, rappresentante della Conferenza episcopale slovacca; Jean-Marc Baijot, rappresentate dell’associazione belga Jurivie; Jaukb Skoczylas e Valdis Grinsteins dell’associazione polacca Piotrskarga; ben 3 rappresentanti di un’altra associazione polacca Fundacja SOS Ochrony Poczętego Życia; l’irlandese Bernadette Smyth di Precious Life; Alvaro Ortega e Duarte Falcó del movimento spagnolo Más Vida; Jean Goyard e George Martin dell’associazione francese Droit de Naître; Sofia Guedes, presidente della Federação Portuguesa pela Vida che organizza ogni anno la Marcia per la Vita a Lisbona; un numero importante di rappresentanti di HazteOir, l’attiva associazione spagnola che combatte in difesa della famiglia e contro l’aborto; Charmaine Yoest, presidente di una delle più antiche associazioni americani in difesa della vita, Americans United for Life; Preston Noell dell’associazione americana Tradition, Family, Property; due rappresentati di Prolife Malta; Carlos Polo dell’associazione peruviana Population Research Institute che ha portato in piazza contro l’aborto oltre 150.000 persone lo scorso anno; Xavier Dor, presidente dell’associazione francese SOS-tout-Petits; vari rappresentanti dell’associazione croata 40 days for life; dalla Germania Uwe Steffens di Jugend für das Leben; Michael Hichborn dell’American Life League e tanti altri che non possiamo elencare per mancanza di spazio.
Numerosissime anche le realtà e i movimenti italiani, tra cui l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, l’Associazione Difendere la Vita con Maria, il Movimento dell’Amore Familiare, l’Associazione Meter, Federvita Piemonte, l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, diverse delegazioni di Centri di Aiuto alla Vita, degli Amici del Timone e di Scienza e Vita, Alleanza Cattolica, la Fondazione Lepanto, il Comitato della Famiglia, il Comitato Verità e Vita, le Famiglie Numerose Cattoliche, il Movimento PER, l’Ordine di Malta – Gran Priorato di Roma, il Popolo della Vita, Tradizione Famiglia Proprietà, l’Unitalsi, Voglio Vivere, Vita Umana Internazionale, il Comitato No194, l’Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici, Militia Christi.
Altrettanto numerosi i membri di ordini e istituti religiosi, tra i quali l’Istituto del Verbo Incarnato, le suore Francescane dell’Immacolata, diversi esponenti di gruppi Ecclesia Dei, i Servi del Cuore Immacolato di Maria, la Piccola Opera della Divina Provvidenza (Orionini) e molti altri.
Superiore rispetto agli anni passati l’afflusso dei pullman provenienti da tutta Italia: più di dieci quelli da Benevento, organizzati dall’ing. Carlo Principe. Alle associazioni La Musa e Il Pulcino d’oro, di Carmine Gallo, si deve l’allestimento e la diffusione dei palloncini. Al gruppo Sine Timore, invece, l’ideazione e la distribuzione delle magliette della Marcia. Il successo della manifestazione si deve, tra gli altri, anche all’inappuntabile servizio d’ordine, coordinato dal “Popolo della Vita” che ha evitato qualsiasi incidente.
Gli organizzatori hanno annunciato che la prossima Marcia per la Vita si terrà a Roma il 10 maggio 2015. (Federico Catani)
Tratto da: Corrispondenza Romana
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