Tratto da: Radio Roma Libera

Il mese di novembre si è aperto con due feste liturgiche importanti: quella dei santi, e, quella dei defunti.

Il 1 novembre, la Chiesa ha celebrato la festa dei santi. Quelli di cui l’Apocalisse canta: Vidi una grande moltitudine, che nessuno poteva contare, d’ogni nazione, d’ogni tribù, d’ogni lingua e stavano davanti al trono vestiti di bianco, con la palma in mano e cantavano con voce potente: Gloria al nostro Dio  (Apoc. 7, 9-10). E’ la Chiesa trionfante in Paradiso, la Chiesa dei santi, che sono i nostri modelli, i nostri intercessori.

Il 2 novembre la Chiesa commemora i defunti, di cui san Paolo dice: Non vogliamo, o fratelli, che ignoriate la condizione di quelli che dormono nel Signore, affinché non siate tristi come quelli che non hanno speranza (I Tess. 4, 12). E’ la Chiesa purgante, delle anime che soffrono in purgatorio in attesa di poter entrare in Paradiso. E la fede ci insegna che liberazione dalle loro sofferenze è, attraverso la preghiera, nelle nostre mani.

La Chiesa trionfante in Paradiso e la Chiesa sofferente in purgatorio, sono unite alla Chiesa militante, composta dai cristiani che vivono sulla terra e insieme formano un’unica Chiesa, il Corpo Mistico di Cristo, la Comunione dei santi.
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Ognuna di queste tre Chiese, la trionfante, la purgante e la militante, non è composta da anime singole, ma forma una vera e propria società, un Corpo Mistico, inserito in un più ampio Corpo Mistico che raccoglie le tre chiese.

Le anime del Paradiso non sono solo immensamente felici perché conoscono Dio, faccia a faccia, ma sono felici anche perché si conoscono tra loro, si amano ardentemente a vicenda; ognuna gode della felicità e della gloria degli altri, come se si trattasse della propria beatitudine. L’amore regna sovrano nella società celeste

Le anime del purgatorio non solo hanno relazioni con i fedeli della terra, ma vivono anch’esse in società, si conoscono anch’esse tra loro, si amano e si aiutano come sorelle. I nostri cari non vivono dunque isolati in purgatorio, ma hanno tra loro rapporti familiari. Il purgatorio, dicono i teologi, è il regno della carità fraterna.
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Anche la Chiesa militante, di cui noi facciamo parte, non è composta da singole anime, ma è una società formata da tutti coloro che con il battesimo sono stati incorporati a Cristo e professano la fede cattolica. Ma mentre tutte le anime del Paradiso e del purgatorio fanno parte della comunione dei santi, all’interno della Chiesa militante partecipano in maniera piena e completa alla comunione dei santi solo i fedeli che sono nella grazia: sono solo loro infatti che possono aiutarsi spiritualmente, comunicarsi i meriti, le soddisfazioni e i frutti della preghiera.

I peccatori, pur facendo parte della Chiesa militante, non possono partecipare a questo scambio di meriti, di soddisfazioni e di preghiere, perché privi della grazia divina, a differenza di quei giusti, da Abele al Buon Ladrone, che pur non facendo parte della Chiesa militante, che non era stata fondata, hanno meritato la grazia del Paradiso ed ora sono membri della Chiesa trionfante. Perciò dice san Gregorio, la comunione dei santi, ha le sue origini in Abele e abbraccia tutti i giusti, da Abele fino all’ultimo degli eletti, alla fine dei tempi.
Per questo, all’interno della comunione dei santi la situazione più difficile è proprio quella dei membri della Chiesa militante che devono combattere strenuamente per la loro salvezza. Perché chi sta in purgatorio, malgrado le sofferenze, ha la certezza di raggiungere in Paradiso la felicità eterna, mentre nessuno sulla terra ha questa certezza fino al momento rivelatore della morte. La vita eterna è offerta a tutti, a condizione che mettano in pratica la legge del Signore, ma non tutti accettano questa legge, non tutti si sforzano di osservarla, non tutti si affidano a Dio per osservarla, e senza l’aiuto di Dio non è possibile osservare la sua legge. E’ Dio che ci salva, ma con il nostro aiuto. Senza il suo aiuto nessuna forza umana ci salverà.

La vita è dunque una battaglia per conquistare quella corona che è promessa a chi combatte e, con l’aiuto di Dio, vince. Noi siamo soldati che malgrado le ferite, il sudore e il fango di cui siamo ricoperti vogliamo continuare a combattere, per conquistare la corona che ci è stata promessa (2 Tim. 4,8). Per questo, nel mese di novembre chiediamo uno speciale aiuto ai santi e ai defunti, a cui rinnoviamo le nostre preghiere.

Ascolta “111 – Novembre: il mese della comunione dei santi” su Spreaker.

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