di Martino Mora

Liceo Bottoni, Milano, ore 10. Aula Magna.

Sono presente controvoglia, in quanto docente accompagnatore, all’’Educazione Sessuale all’Affettività, iniziativa rivolta ai sedicenni delle classi terze .

La tengono Tiziano, uno psicologo, e Viola e Marta, due “sessuologhe” (così si sono presentate) dell’ associazione ALA Milano Onlus.

Sono tutti e tre sulla trentina, sorridenti, e affermano che il loro progetto, che si chiama A Luci Accese, è patrocinato dal Comune e finanziato dalla Durex, la nota marca di profilattici .

Visto che devo subire questo supplizio di due ore, mi munisco di carta e penna per cogliere i passaggi essenziali. Del resto sono anche un po’ curioso. Ecco quindi alcune testuali dichiarazioni del trio degli psico-sessuologi:

“Il sesso biologico è ciò che viene assegnato alla nascita. I maschi hanno il cromosoma xy, le femmine hanno il comososma xx. Ma il 2% delle persone non nasce con questa corrispondenza. Biologicamente non esistono solo due generi”.

“L’identità di genere è la sensazione di appartenere a uno o più generi, non è legata al sesso biologico. Non c’è corrispondenza col sesso biologico”.

“L’orientamento sessuale non è uno solo, può essere eterosessuale, omosessuale, bisessuale, asessuale oppure pansessuale”.

“Il preservativo può essere utilizzato anche nel caso del sesso orale praticato sull’ano, la pratica del rimming”

“La masturbazione reciproca può essere una prima volta. L’importante è come la viviamo”.

“La pillola del giorno dopo è un contraccettivo emergenziale. Se il farmacista non ve la dà chiamate la polizia”… Se esce dello sperma, subito pillola del giorno dopo!….La pillola del giorno dopo va presa il prima possibile. Se il farmacista non la vende ai minorenni va denunciato”.

Evito di affrontare la grottesca e dettagliata spiegazione del trio degli pisco-sessuologi su come posizionare il preservativo e come sfilarlo (d’altronde lo sponsor all’”affettività” si chiama Durex).

Che dire? Che ogni occasione è buona per indottrinare al gender le giovani menti. E per deresponsabilizzarle orrendamente, primariamente sulla sessualità ma anche sull’aborto.

Anche se viene taciuto, infatti, la “pillola del giorno dopo” é già una pratica abortiva.

Questa, nella scuola pubblica, è l’autentica banalità del male.

Più in basso di così, forse, non si può cadere.