Il Governo Draghi, inaugurato nel febbraio 2021, sembra ormai aver svelato i suoi “altarini”, con particolare riguardo alle sorti del centrodestra italiano.

Se, infatti, la natura di “governo di unità nazionale” poteva far immaginare un diverso registro rispetto a quello autocratico, a colpi di DPCM, del Governo Conte II, quella stessa anima irenica della compagine governativa ha dimostrato ben presto un peggioramento dello stato di salute della democrazia in Italia.

La convivenza forzata tra l’estrema sinistra del plenipotenziario ministro di “salute pubblica” Speranza e il partito, fin ad allora almeno, di maggioranza relativa del centrodestra, la Lega di Salvini, ha determinato un vero e proprio adulterio dell’anima identitaria e garantista della destra italiana.

Fin dal varo del Governo Draghi, infatti, l’aver accettato non solo l’eurocrate per eccellenza alla guida di un esecutivo “bulgaro”, ma anche l’inserimento nel novero dei ministri di coloro che, in Forza Italia, avevano rappresentato l’anima più liberal e, almeno per le quote rosa, più immeritocratica del partito (le accademiche di lungo corso Gelmini e Carfagna), significava l’accettazione di una pesante ipoteca sul margine di incidenza della Lega sull’agire governativo.

Non solo. Con il procedere dei mesi, è emerso chiaramente come la fazione giorgettiana, globalista e secolarizzata, abbia avuto l’agio di fare da padrona, nell’ambito di un esecutivo in cui tutto, ma proprio tutto, sia ritenuto lecito sacrificare in nome del dirigismo del Premier, ampiamente sostenuto dal Quirinale.

Alla già liberticida prassi dei coprifuochi e delle zone rosse, si è sostituita l’aberrante prassi del lasciapassare verde, che riparte in categorie i cittadini, soppesando, a seconda dei dettami statalisti, la concessione delle libertà costituzionalmente garantite. Così, alla gravosa situazione pandemica, che ha mutato radicalmente l’assetto relazionale dei cittadini, si è aggiunta l’ulteriore partizione tra cittadini di serie A, B e C.

In questo quadro, l’elettore di centrodestra, che abbia a cuore i principi non negoziabili, le libertà di diritto naturale, riconosciute dalla Costituzione, il riguardo per la tutela della vita, dal compimento fino alla morte naturale, e la promozione di quei “corpi intermedi”, che non lascino il singolo in balia del potere debordante del Leviatano, si ritrova, per usare un eufemismo, con un palmo di naso.

All’attuale segreteria politica della Lega, così impegnata ad arrestare l’emorragia di consensi che una scellerata strategia di “legittimazione europea” ha comportato, si rammenti la lezione sempreverde della grandi coalizioni: nel momento in cui la chiarezza, l’affidabilità, la competenza e l’onorabilità si stemperano, per qualunque esigenza di compromesso, nel poltronismo multicolore, gli elettori, presto o tardi, se ne accorgono. … perseverare autem diabolicum!