di Pucci Cipriani

Siamo davvero in tempi di “apostasia” mentre in tutto il mondo imperversano catastrofi, ma nessuno vuol sentir più parlare di queste cose: la morte è diventata un “tabù” e pure l’inferno e le punizioni divine tanto che un “teologo”, certo p. Maggi (uno di quelli che parla a TV 2000) è giunto ad affermare – tout court – che l’inferno non esiste e quelli di Gesù non erano miracoli (Risurrezione compresa) per cui si avvererebbero le parole di san Paolo: «Se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede.»

All’uopo (ri)prendiamo in mano un aureo libretto del 2011 del prof. Roberto de Mattei pubblicato da Fede e Cultura nel 2011, contenente anche interventi di altri illustri teologi filosofi dal titolo: Il mistero del male e i castighi di Dio.

Si tratta di alcune riflessioni che tornano oggi di grande attualità, allorché tutto il mondo da oltre due anni è stato “aggredito” da una grave pandemia nata (o programmata) in Cina; una pandemia che ha fatto milioni di morti e dove, in alcuni Paesi (vedi l’Italia) è stata utilizzata da governanti “sinistri”, senza scrupoli, per effettuare un “controllo sociale”, una sorta di “dittatura sanitaria” che ha tolto ai cittadini – e sta togliendo al momento – molte delle libertà e dei diritti essenziali, mentre quelle chiusure, qui coprifuoco, quelle costrizioni, talvolta incomprensibili e assurde, accompagnate da una martellante campagna terroristica dei nostri “media” hanno messo in ginocchio la nostra economia e i poveri (quelli che non riescono ad andare avanti) sono aumentati di milioni.

Una vera e propria calamità… alla quale ora si sta aggiungendo la minaccia – che si fa sempre più tangibile – di una guerra tra la Russia di Putin e l’Occidente (Europa e USA), di un vecchio malmesso, Biden…

Un tempo c’era la preghiera. Ora, in un mondo che vive come se Dio non esistesse, l’uomo – afferma il prof. Corrado Gnerre – è portato a osservare e ritenere la vita in cui agisce come in un palcoscenico in cui lui è tanto attore quanto autore della trama.

Nulla di più sciocco. È l’uomo che, per orgoglio, crede di potersi far Dio: un uomo senza valori, per cui non esiste il male e, conseguentemente, non esistono i premi o i castighi, negando quindi la giustizia divina. Vi ricordate le Rogazioni (anche quelle abolite dopo il Concilio Vaticano II)?

… Ad flagellum terremotumus… libera nos domine…

… A peste, fame et bello… libera nos domine…

… Ut fructus terrae dare e conservare digneris… te rogamus audi nos…

… Ut pacem nobis dones… te rogamus audi nos…

Sembrava che il terremoto fosse solo un ricordo e invece ecco terremoti e tsunami che hanno sconvolto intere nazioni… sembrava che le pestilenze e la fame fossero state battute per sempre ed ecco queste tremende epidemie che hanno portato e continuano a portare morte e miseria, ecco la guerra (oggi nucleare) che ritorna come tremendo incubo e flagello immane e la “Commare Secca”, con la sua falce, che si porta via donne e uomini, mamme e bambini, giovani e vecchi…

L’uomo combatte il male (e fa bene) ma sbaglia se pensa di vincerlo da solo, illudendosi di vincere la morte prolungando la vita all’infinito. L’immortalità esiste solo nella vita eterna, l’eterna felicità, e si potrà raggiungere soltanto vincendo il male e il peccato.

Per cui diventa importante, per vincere il Male, la preghiera: «Morte, malattie, sofferenze, angosce di ogni tipo – scrive il prof. de Mattei – tutto è frutto del peccato e tutto può essere vinto dalla Grazia che, morendo sulla Croce, Gesù ha portato agli uomini spalancandoci le porte della vita eterna, all’eterna felicità. Sono questi i pensieri a cui ci dovrebbero richiamare le tragedie collettive, come i terremoti (come la pandemia o la guerra, n.p.c.), permessi da Dio per ottenere beni spirituali più alti della vita materiale perché le sofferenze materiali non sono il male supremo e Dio le permette, come castighi o come purificazioni, e, comunque, sempre, come strumenti di meditazione, per aprire il nostro a beni più alti di quelli materiali.»

E da oggi iniziamo, con più determinazione, la battaglia contro il Male, contro l’eterno Nemico. E sia la nostra arma prediletta il Santo Rosario.