Tratto da Pro Vita e Famiglia
«Uno Stato civile non potrà mai fornire la morte, eppure è quello che sta accadendo in Veneto dove l’azienda sanitaria regionale e il Comitato etico hanno dato il via libera ad una donna malata oncologica di accedere al “suicidio medicalmente assistito” e fornire il necessario per l’autosomministrazione del farmaco. E’ la conseguenze tragica e diretta della sentenza della Corte Costituzionale sul caso Cappato che di fatto scavalcò il Parlamento e sta ora portando l’Italia a grandi passi verso il baratro dell’eutanasia. E’ urgente da parte di politica, governo e istituzioni di risposte forti in favore della Vita. Zaia, anziché avallare queste decisioni mortifere, si impegni a potenziare le cure palliative nella Regione Veneto. Soltanto in questo modo si può dare ai cittadini un’assistenza concreta, mentre ora sono costretti, drammaticamente, a scegliere tra il morire e il vivere». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia.