Aggressione politica e mediatica, aggressione, proprio così… è quella che ho ricevuto dopo aver proposto, il 16 settembre, nel Consiglio Comunale di Firenze, la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Avevo spiegato brevemente che i problemi della città sono troppo grandi e che noi politici non possiamo illuderci di essere in grado di risolverli. Abbiamo bisogno di un aiuto soprannaturale e a chi possiamo rivolgerci se non alla Mamma che abbiamo in cielo? Non voglio, io, semplice fedele cattolico, mettermi ad illustrare il significato spirituale della consacrazione, voglio invece fare alcune considerazioni politiche e storiche.
So benissimo che è stata una proposta provocatoria nell’Italia e nella Firenze del 2019, ma il carattere provocatorio scompare, se allarghiamo i nostri orizzonti, nello spazio e nel tempo.
Guardiamo fuori d’Italia. I politici polacchi hanno promosso la consacrazione della Polonia al Cuore Immacolato di Maria, consacrazione avvenuta l’8 settembre 2013. I politici peruviani hanno promosso la consacrazione del Perù al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, consacrazione effettuata il 21 ottobre 2016.
Guardiamo all’Italia del dopo guerra, all’Italia del boom economico. Tutti i vescovi italiani, appoggiati dal Papa Giovanni XXIII, il 13 settembre 1959 hanno consacrato l’Italia al Cuore Immacolato di Maria. Molti vescovi di oggi non ricordano cosa hanno fatto i loro predecessori sessanta anni fa.
E ora guardiamo alla Firenze del passato, alla Grande Firenze. La Cattedrale, il duomo famoso nel mondo, è dedicata alla Madonna, Santa Maria del Fiore. Le vie del Centro Storico sono piene di tabernacoli, spesso di notevole valore artistico; nella maggior parte dei casi il soggetto raffigurato è la Madonna con il Bambino. La devozione del popolo fiorentino per la Vergine era così ardente, che non si accontentavano di edificare tabernacoli all’inizio e alla fine delle vie, li edificavano anche nel corso della strada. Uno dei più grandi sindaci di Firenze, Piero Bargellini, ha scritto un libro per descrivere i tabernacoli più belli.
Ed arriviamo al Palazzo nel quale si trova il Potere politico fiorentino, il Palazzo Vecchio. Sopra il portale principale c’è un bellissimo frontespizio con il monogramma di Cristo Re e la scritta “Rex Regum et Dominus Dominantium” (Gesù Cristo, Re dei Re e Signore dei Signori). Questa iscrizione, datata 1551, sostituisce una precedente iscrizione del 1527, che doveva essere all’incirca “Iesus Christus Rex Florentini Populi S.P. Decreto Electus” (Gesù Cristo Re del Popolo Fiorentino, eletto per decreto del Senato”). Capito? Il 9 febbraio 1527 il Senato Fiorentino, riunito nel Salone dei Cinquecento, aveva eletto Gesù Cristo come unico Re di Firenze. Non è questo il momento per spiegare la differenza tra le due iscrizioni. Quello che conta è dimostrare che i fiorentini del passato, quelli della Grande Firenze, onoravano pubblicamente, in tutte le vie, la Madonna; e ricordare che i politici fiorentini della Grande Firenze non si vergognavano di Cristo, anzi lo eleggevano unico Re di Firenze.
E così arriviamo, era inevitabile, a Giorgio La Pira, che alcuni hanno usato contro la mia proposta. Mi dispiace tanto, ma il vero La Pira è molto diverso da quel santino-progressista che ha costruito la propaganda di Sinistra. Il vero La Pira sta dalla mia parte e lo dimostro con alcuni esempi. Il 24 marzo 1963, vigilia della solennità dell’Annunciazione, così il sindaco La Pira si rivolgeva ai fiorentini: “A Firenze il principio dell’anno non era il primo gennaio, ma il 25 marzo [festa dell’Annunziata]. L’anno nuovo cominciava quando iniziava la salvezza con l’annunzio a Maria; con la consacrazione nel cuore della Madonna del popolo fiorentino”. Ripeto le parole del sindaco: “consacrazione nel cuore della Madonna del popolo fiorentino”; non è quello che io ho proposto? Il 25 marzo 1966 La Pira ha scritto al Papa Paolo VI che “Il Signore […] ha fatto di Firenze la città della Santissima Annunziata! […] la stessa struttura urbanistica della città si svolge in modo omogeneo attorno al mistero mariano: la città intera, tutta la sua cultura e tutta la sua storia, è come un poema che ha per centro Maria!”. Secondo La Pira, Firenze, in tutti i suoi aspetti, è una città mariana. Sono parole che oggi non sentiamo più. La Pira, sempre in veste di sindaco, ha ricordato più volte la consacrazione di Firenze, nel 1527 con atto pubblico della Signoria, a Cristo Re e a Maria Regina. Potrei continuare… mi fermo qui, le persone intelligenti hanno capito che la mia proposta è in totale continuità con l’operato di Giorgio La Pira.
Tenendo conto di tutto questo, cari concittadini, è così “fuori luogo e fuori del mondo” la mia richiesta di consacrare Firenze al Cuore Immacolato di Maria?