Migliaia e migliaia di euro: le sinistre provano a chiudermi la bocca per via giudiziaria. Non temo la morte, figuriamoci i comunisti.
È la prima sentenza in Italia per una legge che non c’è: applica il ddl Zan mai diventato legge e cassato dal Senato grazie anche alla coraggiosa opposizione di alcuni Senatori del Partito Democratico, oltre che allo strenuo lavoro di Simone Pillon e Roberto Calderoli. Di fatto è una condanna rieducativa per omofobia, sullo stile dell’articolo 58 dell’Unione Sovietica che prevedeva la condanna per il generico crimine di “attività controrivoluzionaria” per reprimere il dissenso e omologare le coscienze.
Non è solo una condanna nei mie confronti ma una minaccia alla libertà di espressione di tutte quelle persone che ancora credono che si nasca maschi e femmine, senza asterischi o letterə rovesciatə. E soprattutto che i bambini vadano difesi dall’indottrinamento rosso nelle scuole.
I miei legali, guidati da Federico Pazzaglia, valuteranno il ricorso presso la Corte di Appello.
Va inoltre ricordato che questo processo si era aperto con la richiesta di archiviazione da parte della Procura della Repubblica di Livorno, a dimostrazione dell’inconsistenza della querela.
Purtroppo anche a destra molti non hanno il coraggio di parlare con chiarezza: viviamo nei tempi dell’inganno universale. Ma come scriveva Ezra Pound “Se un uomo non è disposto a dare la vita per le proprie idee, o non valgono nulla le sue idee o non vale nulla lui”.