di Gildo della Querce
Il celebre detto petrino che intitola questa puntura di spillo è stato certamente tra i più citati (e talvolta abusati) dell’immortale frasario evangelico che oramai è patrimonio, specie nella lingua dei Padri, soltanto di qualche antico cultore.
Eppure non vi è nel Santo Vangelo un motto tanto avvincente quanto tragico come il suddetto: è la sublime professione della cristiana fedeltà di Pietro, certo, ma dura appena il tempo di una notte, finché, prima che il gallo canti, è l’Apostolo stesso a rinnegare il suo Signore; è la silloge mirabile, in fondo, del destino dell’homo viator, che alterna tensione finale e tentazione attuale.
Vi sono però circostanze in cui taluno si distingue per la limpidezza della propria testimonianza di fede e, pertanto, merita la più viva ammirazione da parte di coloro che ancora si attardano a professarsi cristiani.
È il caso del Prof. Martino Mora, il quale, per essersi rifiutato di tenere la propria lezione innanzi ad un allievo maschio travestito da femmina, è incorso nell’ “edica cacciata“ della Signora Preside, guardiana della rivoluzione.
Ebbene, nel riaffermare la nostra stima, vicinanza e gratitudine al Prof. Mora, ci sembra appropriato richiamare alla mente, a guisa di efficace commento dell’episodio, una delle ultime, amare, constatazioni, al limite del profetico, del compianto Cardinal Caffarra: «Siamo giunti ad un tale oscuramento della ragione, da pensare che siano le leggi a stabilire la verità delle cose».
Intelligenti pauca.
Gildo della Querce