Fonte: Corrispondenza Romana
di Emmanuele Barbieri
Dal 25 al 28 luglio si è tenuta la IX edizione dell’Università d’Estate organizzata dalla Fondazione Lepanto. Il tema di quest’anno è stato “Il mondo che verrà. Uno sguardo sul futuro”. I lavori sono stati aperti dal Presidente della Camera Lorenzo Fontana, dall’Abate ordinario di Subiaco, Dom Mauro Meacci O.S.B., c dal presidente della Fondazione Lepanto, Roberto de Mattei.
Il presidente della Camera, reduce da un viaggio a Washington, ha svolto un’accurata analisi delle diverse anime del mondo americano, troppo spesso giudicato secondo clichés non corrispondenti alla realtà, per soffermarsi poi sulla situazione della Chiesa. Il presidente Fontana ha ricordato che nonostante i tempi difficili che stiamo vivendo, è comunque la Chiesa che salva gli uomini e non viceversa e l’umiltà è la virtù che appare più necessaria in questi tempi difficili.
I partecipanti sono stati particolarmente numerosi, oltre cinquanta, provenienti anche da diversi paesi di Europa. Tra questi Bernard Antony, presidente di Chrétienté-Solidarité e dell’AGRIF (Alliance générale contre le racisme et pour le respect de l’identité française) e Nikolaus Frederstadt, 33 anni, uno dei fondatori della Legione di Sant’Erik, un movimento cattolico svedese impegnato per la conversione della nazione alla vera fede. Erano presenti anche Pucci Cipriani, direttore di “Contro-Rivoluzione e Ascanio Ruschi, presidente della “Comunione Tradizionale”, organizzatori degli incontri di Civitella del Tronto.
Come di consueto, l’intera iniziativa è stata accompagnata quotidianamente dalla Santa Messa, e dalla preghiera del Santo Rosario. Il clima di convivialità, sostenuto dai pranzi e dalle cene in comune, ha consentito ai presenti di confrontarsi sui temi trattati durante le conferenze e di approfondire questioni che la frenesia della vita quotidiana spesso non consente di esplorare.
La prima giornata di lavori è stata introdotta dal dott. Davide Ferraris, psichiatra di Sassari, nonché socio fondatore e segretario in Sardegna della SITA (Società Internazionale Tommaso d’Aquino). Il dott. Ferraris ha iniziato la propria relazione descrivendo lo stato dell’arte relativo alle malattie psichiatriche oggi in Italia e nel mondo, con particolare riferimento ai disturbi depressivi e d’ansia. L’utilizzo di un approccio filosofico nel campo della psichiatria sembrerebbe, per molti, un ostacolo al progresso in questo campo. Ma lo psichiatra austriaco Rudolf Allers (1883-1963) ebbe la persuasione che la filosofia tomista offrisse la base più adatta per lo sviluppo di un sistema d’antropologia filosofica come fondamento della teoria della psiche umana sia normale che anormale. È seguita una disamina del modo di curare determinate patologie psichiatriche in base all’analisi delle facoltà dell’anima umana, rafforzando quelle superiori (intelletto e volontà) con l’esercizio delle virtù.
Il secondo contributo è stato quello di padre Serafino Lanzetta, docente di teologia presso la St Mary’s University Twickenham di Londra e la Facoltà Teologica di Lugano. Il sacerdote si è richiamato alla dottrina “De membris Ecclesiae”, svolgendo una riflessione molto attuale sulla relazione sussistente tra la Chiesa visibile e la Chiesa invisibile. Padre Lanzetta ha mostrato quindi il passaggio dalla enciclica Mystici Corporis di Pio XII (1943) alla costituzione Lumen Gentium del Concilio Vaticano II (1964). La mancanza di chiarezza dell’ecclesiologia postconciliare porta con sé i germi di quel sedevacantismo che è condannato a sfociare nella negazione della Chiesa visibile.
Dopo il pranzo, i lavori sono ripresi con l’esposizione del prof. Andrea Sandri, dottore in Diritto pubblico e collaboratore della Facoltà Teologica di Lugano. Nella sua esposizione, il docente ha trattato il ritorno del diritto naturale sotto Benedetto XVI, con particolare riferimento al discorso tenuto dal Pontefice nel Parlamento tedesco, in occasione del suo viaggio apostolico in Germania dal 22 al 25 settembre 2011. In tale occasione, ha ricordato il prof. Sandri, Benedetto XVI pronunciò un discorso ancora attuale sul diritto naturale, condannando in particolar modo il positivismo giuridico, ovvero una “legge senza legge di verità” così come concepito da Hans Kelsen (1881-1973).
La relazione successiva, del dott. Fabio Fuiano, presidente degli Universitari per la Vita, ha ruotato attorno al concetto di “natura umana”, soffermandosi in particolare su uno degli attacchi più feroci contro di essa costituito dalla cosiddetta Teoria del Gender. Prendendo spunto dalla pubblicazione del documento del Dicastero per la Fede Dignitas Infinita e dall’iniziativa del governo di rendere l’utero in affitto reato universale, il dott. Fuiano ha poi descritto brevemente le idee della teoria del Gender che mettono in discussione la natura umana come un dato immutabile e ha proposto una dimostrazione razionale dell’esistenza dell’anima, seguendo l’insegnamento di mons. Pier Carlo Landucci (1900-1986) e del prof. Regis Jolivet (1891-1966.
La giornata di lavori di venerdì si è conclusa con le bellissime rappresentazioni della guerra di Vandea, dei suoi protagonisti, dei luoghi e delle tattiche militari, proposte dall’architetto Giuseppe Baiocchi, responsabile dello Studio De Architectura e fondatore dell’associazione culturale Das Andrere, che ha anche presentato il suo primo volume intitolato Storia delle guerre di Vandea – La reazione francese di penna e di spada alla Rivoluzione (Ed. Il Cerchio).
La mattinata del sabato è stata un’occasione per i partecipanti di esplorare la bellezza del Sacro Speco e del Monastero di Santa Scolastica con visite guidate da esperti del luogo come Dom Mariano Grosso O.S.B., il quale è stato anche uditore di tutte le conferenze.
I lavori del pomeriggio sono stati introdotti dal prof. Corrado Gnerre, fondatore del Cammino dei Tre Sentieri, il quale ha trattato il tema relativo alla costruzione delle cattedrali, alla loro simbologia e come questa è subordinata al concetto di verità. Per costruire cattedrali, ha affermato il prof. Gnerre, ci vogliono “convinzioni” mentre l’uomo moderno non ha che “opinioni”. La conferenza ha illustrato la parabola della dissoluzione che dalla cattedrale è passata al concetto di “casa comune”. La relazione del dott. José Antonio Ureta, ricercatore e dirigente della TFP, ha trattato da parte sua il tema dell’irreversibilità del trionfo della Chiesa e della cristianità contro i suoi nemici interni ed esterni, ricorrendo agli insegnamenti del dott. Plinio Corrêa de Oliveira. La restaurazione della civiltà cristiana è possibile grazie alla Contro-Rivoluzione, che mira a stabilire su questa terra un ordine, una cultura, una civiltà che siano segnati dai principi che la Rivoluzione ha cercato di eliminare. In questo modo, dalla notte profonda della Rivoluzione, sorgerà lo splendore del Regno di Maria.
Bernard Antony ha quindi illustrato ai presenti la situazione della Francia e dell’Europa dopo le ultime elezioni europee. Antony, un veterano della militanza cattolica francese era giunto a Subiaco proprio all’indomani dell’abominevole spettacolo blasfemo che ha inaugurato i Giochi Olimpici. Contro questo spettacolo, l’AGRIF, l’associazione contro le discriminazioni dei cattolici da lui presieduta, sta presentando sei diverse denunce alla Magistratura.
L’Università d’Estate si è conclusa domenica 28 luglio con l’intervento del prof. Roberto de Mattei, intitolato “Un mondo che muore, una civiltà che risorge” che si è ricollegato alle ultime conferenze, trattando della visione teologica della storia. Sono state ripercorse le diverse tappe della storia della Chiesa evidenziando come la pretesa di una storia redentrice dell’umanità si è infranta nella terribile esperienza dei totalitarismi. Questo, ha ricordato il prof. de Mattei, ha costituito un’occasione per la Chiesa di riproporre la teologia della storia cristiana come processo lineare guidato dalla Divina Provvidenza. La storia include anche la libertà dell’uomo e ciò spiega come ci siano state epoche di caduta nell’abisso, picchi di male, a cui però seguono picchi di bene come sarà il trionfo del Cuore Immacolato di Maria dopo un’epoca di apostasia che ricorda quella dell’umanità prima del diluvio. «La morte della civiltà in cui viviamo – ha concluso il prof. de Mattei – non ha bisogno di essere provata: è sotto i nostri occhi. La sua rinascita, la sua restaurazione, è nel nostro cuore. E il cuore non sbaglia nell’amare, come gli occhi non sbagliano nel vedere».