Tratto da: Destra.it
di Franco Maestrelli
Questi ultimi mesi hanno visto i media dividersi tra russofili e russofobi con le assurdità che ciò comporta come quella di epurare da manifestazioni culturali tutto ciò che era russo. In questa guerra di carta sono apparsi scritti e interviste ad Aleksander Dugin spesso definito l’ispiratore di Vladimir Putin. In realtà Dugin è più noto in Italia che nella vastissima Russia e di lui in Italia se ne parla almeno dagli anni Novanta. La sua influenza sul capo di Stato russo a cui peraltro non ha risparmiato critiche, è tutta da dimostrare. Inizialmente acquisì notorietà, sempre in Italia però, come il traduttore del pensatore Julius Evola ma anche su questo punto non si conosce affatto la fama di Evola in Russia.
Per comprendere il pensiero di Aleksander Dugin giunge un piccolo libro di padre Paolo Maria Siano dei Frati Francescani dell’Immacolata intitolato La metafisica del Caos di Aleksander Dugin edito da Edizioni Fiducia, con prefazione del professor Roberto de Mattei. Quale motivazione spinge Padre Siano che è uno studioso autore di alcuni volumi sulla Massoneria (La Massoneria tra esoterismo, ritualità e simbolismo e Un manuale per conoscere la Massoneria) ad affrontare il pensiero del pensatore russo?
Il motivo contingente è che taluni scritti di Dugin hanno suscitato un curioso interesse anche da parte di ambienti del tradizionalismo cattolico. Finora infatti Dugin era noto soprattutto in alcuni ambienti politici “rosso-bruni” ovvero nazional-bolscevici. I suoi scritti e i suoi libri sono editi e diffusi da Maurizio Murelli creatore anni orsono della rivista Orion e successivamente editore prima come Società Editrice Barbarossa e ora AGA.
La domanda dunque che muove padre Siano è se il pensiero del filosofo russo sia compatibile con la dottrina cattolica. Per sviluppare questa ricerca Siano ha esaminato il prolisso saggio duginiano La Quarta Teoria Politica (la Russia ha bisogno di una quarta teoria politica dopo il fallimento di liberalismo, comunismo e fascismo) e altre opere precedenti come Eurasia, Vladimir Putin e la grande politica (scritto assieme ad Alain de Benoist) , Il Sole di Mezzanotte. Aurora del Soggetto Radicale, Teoria e fenomenologia del Soggetto Radicale e altri scritti d’occasione.
Per inquadrare Dugin è bene anche ricordare qualche nota biografica. Nato a Mosca nel 1962, figlio di un ufficiale dei servizi segreti sovietici frequentò come altri rampolli irrequieti della Nomenklatura il ristretto circolo Juzhinskij dove subì l’influenza dell’occultista Evgenij Golovin che lo introdusse agli autori gnostici René Guénon e Julius Evola. Nel 1986 entra nell’associazione nazionalista Pamjat che in realtà era sostenuta dal KGB per controllare il dissenso, creare agenti provocatori ed esplorare nuove possibilità politiche in vista del probabile crollo del sistema comunista.
Dopo l’implosione dell’URSS Dugin collaborò con il Partito Comunista della Federazione russa di Gennadij Zjuganov ma nel 1993 fondò il Partito Nazional Bolscevico assieme a Eduard Limonov che accompagnava la sua bisessualità con un’ammirazione altrettanto bipolare per il comunismo e il nazionalsocialismo. Pur attingendo a diversi altri pensatori come Lev Gumilev e Alain de Benoist il suo principale punto di riferimento rimase sempre Julius Evola. La teoria duginiana del Soggetto Radicale ricalca quella dell’Uomo Differenziato del barone siculo. L’uomo che cavalca la tigre (secondo un detto cinese) e attraverso l’esperienza del nichilismo si auto divinizza. Quindi segue Evola di Teoria dell’Individuo Assoluto e di Cavalcare la tigre (e di Metafisica del sesso…) , l’Evola della Via della Mano sinistra, la via tantrica. Quella della trasgressione morale. Seguendo lo scrittore italiano, Dugin fa sua la metafisica del Caos dove gli opposti si incontrano (bolscevismo e nazionalsocialismo, il mito dell’androgino, il sole di mezzanotte). Occorre superare il Logos occidentale appellandosi al Caos pre-ontologico.
Non è possibile riassumere qui l’analisi di padre Siano condotta attraverso quattro brevi capitoli anche perché lo stesso curatore della prima edizione italiana di La Quarta Teoria Politica, il dottor Andrea Virga, scrive che “non si può negare che Aleksander Dugin sia un autore complesso e contradditorio, a volte apparentemente folle se si manca delle corrette chiavi di lettura. Tende ad adattare i propri discorsi a seconda del mezzo e dell’uditorio, al punto che non è sempre chiaro quanto certe semplificazioni perfino grossolane (ad esempio l’infatuazione per Trump) siano pronunciate solo a fini retorici o denotino un’effettiva superficialità dell’analisi”.
Dugin come Evola non crede nelle religioni, neanche nella chiesa ortodossa ma si è avvicinato a certe correnti radicali dei Vecchi Credenti (uno scisma nella chiesa moscovita del secolo XVII) perché ritrova in esse la presenza dello gnosticismo. La polemica dell’autore russo contro il mondo occidentale (gli USA come il Male assoluto) ha ingenerato in alcuni ambienti cattolici tradizionalisti l’equivoco di un autore che propugna una restaurazione della società cristiana (la Terza Roma) ma in realtà quello che traspare dai suoi testi è la negazione del Logos e della metafisica cristiana, la suggestione di tesi occultiste sull’androgino e sul Caos e la necessità di accelerare la fine della presente Era (il Kali Yuga evoliano).
Il libro di padre Siano è quindi un’utile introduzione e messa in guardia nei confronti del pensatore moscovita e chi comunque dubita dell’analisi di questo saggio non deve fare altro che affrontare la prolissa lettura delle opere edite in italiano e troverà riscontro alle affermazioni di Siano.
P. Paolo Maria Siano, La metafisica del Caos di Aleksander Dugin, con introduzione di Roberto de Mattei, Edizioni Fiducia, Roma, 2022, pag. 103, euro 10,00 . info@edizionifiducia.it