di Gildo della Querce
Questa non vuole e non deve essere una delle consuete “punture di spillo”; è piuttosto una chiosa, nel tentativo di correggere il tiro mal fermo di una dama rispettabile quanto ingenua.
La contessa Coralli, battagliera patriota del Mugello, ha colto l’occasione dell’ultima giornata con l’AIDS per rivelare alla più salottiera stampa fiorentina quello che coloro che hanno il pregio di conoscerla di persona sanno, amaramente, da molto tempo: l’aristocratica è, infatti, sieropositiva da quasi un trentennio e, per grazia di Dio, non ha seguito l’amaro destino del marito, che l’ha contagiata.
Ebbene, se la testimonianza della contessa risuona come un tenace inno alla vita, così necessario oggidì, l’intimazione che conclude l’intervista impone di rivalutarne tutto il contenuto: «controllatevi e usate il preservativo», ammonisce la blasonata.
E allora si capisce come gli scudi e le corone non siano garanzie di sapienza; come se al ladro si dicesse di esser più accorto nel violare le altrui dimore, piuttosto che raccomandargli di smetterla con le ruberie.
E allora, forse, si capisce anche perché si contraggano queste sciagure, che hanno una precisa causa nella promiscuità dei rapporti, nella mancanza di una “santa” pazienza, nell’assecondare un ardore e un ardire momentaneo.
E allora si capisce perché Carlo Donat Cattin, ministro della sanità sul finire degli Ottanta, fu così attaccato per aver detto l’ovvio: «l’AIDS ce l’ha chi se lo va a cercare», chi non si cura cioè di custodire il dono insito in sé e di sé.E allora si capisce perché, infine, il santo pontefice Benedetto XVI fu al centro perfino di crisi diplomatiche quando suggerì che, per lenire la crisi africana di diffusione dell’AIDS, fosse più necessaria un’educazione alla fedeltà e alla monogamia, piuttosto che il preservativo (sulla tenuta del cui materiale, anche dal punto di vista scientifico, vi sono non poche riserve).Precisamente nella differenza che passa tra il preservare (la purezza) e il preservativo (passe-partout) corre l’alternativa tra vincere o soccombere contro questo morbo mortifero, al pari di ciascuno dei vizi dell’uomo.
Gildo della Querce