Sabato scorso ho appreso che nella scuola primaria Marconi di via Mayer allo Statuto è stato proposto un laboratorio per contrastare la formazione di stereotipi di genere utilizzando fiabe,giocattoli, personaggi dei cartoni animati,mass-media…per non parlare di una maestra che durante le lezioni d’inglese ha fatto recitare ai bambini i ruoli delle femmine ed alle bambine quelli dei maschi(in particolare in un dialogo un bimbo ha fatto Lilly e una bimba ha fatto Arthur),tutto questo senza chiedere il consenso scritto ai genitori.

Questi corsi (che li rivendono per superare le discriminazioni) sono dei veri e propri tentativi di indottrinamento della teoria del “gender”  anzi del “gender-queer” visto che il progetto inserito all’interno delle chiavi della città è stato proposto dall’associazione IREOS ONLUS-CENTRO SERVIZI AUTOGESTITO COMUNITÀ QUEER. Ma che cosa significa il termine “Queer”? Queer era l’epiteto usato nell’Inghilterra del secolo scorso per qualificare gli omosessuali.

Il pensiero “genderqueer” utilizza la trasgressione sessuale come punto di partenza per rompere gli schemi tradizionali del vivere,per affermare una “fluidità” perenne del comportamento umano,senza regole se non in quella del desiderio.

Il gender-queer rifiuta il sistema binario maschio/femmina pertanto sesso biologico e orientamento sessuale non contano,ciò che conta è solo il desiderio sessuale,arbitrariamente scelto dalla persona che puó modificarsi fluidamente nel corso della vita,cosicché lo stesso individuo può decidere nell’arco della sua vita di assumere generi diversi(eterosessuale,bisessuale ,omosessuale,transessuale,per non parlare di altro…)da qui l’ideologia transgender che significa passare fluidamente da un genere all’altro. Tutta questa idea,tutta questa visione della vita,è stata formulata per la prima volta nel 1990 nell’ambito di una comunità newyorchese (QUEER NATION) composta da gay,travestiti,trans e lesbiche .Come consigliere comunale ho chiesto nella mia domanda di attualità rivolto all’assessore Sara Funaro il ritiro immediato dalle chiavi della città di tale laboratorio  “A scuola per fare le differenze” .Confermo questa richiesta, chiedendo altresì all’autorità competente di individuare altra associazione in grado di elaborare progetti didattici degni di questo nome.Ricordo a tutti che la scuola deve essere il luogo dove un ragazzo si deve formare nella vita,in particolare nella scuola primaria gli alunni devono imparare a contare,leggere,scrivere e rispettarsi a vicenda.I bambini non devono essere vittime di progetti inutili o mentalmente distruttivi.