Ascanio Ruschi
“Grande è la confusione sotto il cielo”, affermava Mao Zedong, “quindi la situazione è eccellente!”. Mao ovviamente si riferiva al caos della società cinese, all’inizio degli anni Sessanta, che avrebbe favorito il suo moto rivoluzionario.
Ma l’affermazione di Mao può essere perfettamente e tranquillamente trasposta ai tempi attuali, nei quali la confusione appare l’unico e vero leit motiv.
Confusione a destra, a sinistra al centro.
Confusione nella Chiesa.
Confusione anche nel mondo tradizionalista.
Confusione nel senso etimologico della parola, ovverosia: Situazione di più cose o persone mescolate o riunite insieme alla rinfusa; disordine, scompiglio, tumulto.
Una confusione che non risparmia nessuno.
Si assiste ad una confusione di idee, di coscienze, e financo di credo religioso.
Mi riferisco in particolare al recente episodio del passaggio all’ortodossia di un autore, quell’Alessandro Gnocchi, che per un certo periodo ha avuto una certa eco nell’ambiente tradizionalista, per aver pubblicato libri di critica a Papa Francesco e in difesa della Tradizione, anche tramite le colonne di quotidiani di tiratura nazionale, insomma per un certo periodo, non forse immotivatamente, è stato indicato come un vero difensor fidei et ecclesiae.
Più volte egli venne ospite a Firenze per presentare, insieme al compianto Mario Palmaro, pubblicazioni e pamphlet in difesa della Dottrina della Chiesa, della Tradizione e della S. Messa di sempre, quella di San Pio V.
E grande sconcerto ha creato, ora, il suo passaggio all’ortodossia, reso ancor più grave dalla pubblicazione di un libro autobiografico in cui ripercorre i passi della sua “conversione” (rigorosamente tra virgolette), arrivando a criticare non solo gli ultimi travagliati 50 anni della Chiesa, ma sostanzialmente tutta la storia della Chiesa stessa. Libro peraltro pubblicato dalla casa editrice Monasterium, pubblicizzata e distribuita dalle edizioni Fede e Cultura sul proprio sito internet. Insomma, a confusione, si aggiunge confusione.
E tale passaggio allo scisma ortodosso, a dimostrazione dell’ancor più evidente caos all’interno di un’area che, quantomeno idealmente, dovrebbe essere impermeabile a tali fascinazioni, è stata accolto con indulgenza, se non addirittura con ammirazione anche da persone che si ergono pubblicamente a baluardo della Tradizione cattolica. Evidentemente l’ecumenismo va bene se riguarda qualche amico.
Confusione che continua ancora a sussistere in merito alla figura di Benedetto XVI, con tesi temerarie e del tutto prive di fondamento in punto di diritto e di fatto. Anche in questo caso con risultati farseschi: penso alla recente convocazione da parte di un sedicente gruppo di cattolici di un conclave a Roma, per eleggere un nuovo papa, con il risultato, giullaresco, di aver eletto come papa nientemeno che… papa Francesco! Che da papa usurpatore del soglio pontificio, secondo molteplici tesi, si ritrova ora eletto per ben due volte!
Aldilà delle battute, questi episodi sono idonei solo a squalificare un’area, quella del tradizionalismo italiano, già in passato colpita da personaggi di dubbio gusto e moralità. Con la recente pandemia, la confusione pare poi aver raggiunto punte di isteria mai toccate prima, e le divisioni sono diventate ancor più nette e radicali.
Anche il prof. de Mattei, da sempre faro sicuro della tradizione italiana da oltre 50 anni, ha subìto i contraccolpi, suo malgrado, di tale confusione. Accusato di filoamericanismo, addirittura di essere un agente della CIA (accusa che fu rivolta anche a me a Pucci Cipriani, quella di essere finanziati dagli americani…. Ricordo che io e Pucci ci guardammo ridendo pensando invece a quanto speso, in ogni senso, a titolo personale e assolutamente disinteressato, per la difesa della tradizione e della controrivoluzione), poi beneficiario di finanziamenti di case farmaceutiche vacciniste, o variamente asservito al modernismo. Insomma chi più ne ha più ne metta.
Sui social ne ho lette di tutti i colori. Intendiamo, non che non si possa essere in disaccordo con il prof. de Mattei, ma per poter esprimere una opinione bisogna innanzitutto sapere di cosa si sta parlando (cosa che oramai accade di rado), e poi bisogna anche saper argomentare.
Io vedo invece solo slogan e frasi fatte, ripetute a pappagallo, senza alcuna cognizione di causa.
Ecco che a mio avviso questa ri-pubblicazione di alcuni interventi del prof. de Mattei, risalenti alla fine degli anni settanta sul tema dei “padrini dell’Italia rossa”, si palesa quantomai opportuna, e ciò per un triplice ordine di motivi.
- In primis, metodologico, perché dimostra che si può essere, usando una espressione oggi in voga, “complottisti”, ma complottisti seri. Cioè andando oltre l’analisi superficiale delle cose, e approfondendo eventi e circostanze con fatti e dati certi, onde ricercarne le cause prime, e poterne capire gli sviluppi futuri. “Non becero “complottismo”, ma fatti basati su fonti sicure, disponibili per chi le sappia leggere” come ben spiega il prof. Massimo de Leonardis nella prefazione all’opera.
- Il secondo motivo, è forse più personale, ed è appunto relativo alle accuse cui il professor de Mattei è stato vittima, anche da fuoco amico, di essere allineato alle forze del modernismo atlantista. Ecco, gli articoli in questione dimostrano che tali affermazioni sono quanto di più lontano dalla realtà. Quando il prof. De Mattei attaccava il supercapitalismo americano, che già strizzava l’occhio a sinistra, nessuno o quasi diceva quelle cose.
- Il terzo motivo, attiene invece al merito dell’opera, su cui io ovviamente non mi dilungo, perché dimostra che il progetto di un mondo capitalcomunista, e cioè di un mondo radicale, ha radici lontane, e che non c’è dunque da stupirsi se oggi il grande capitale guarda a sinistra.
Quella sinistra e quel grande capitale che, ahimè, sembrano trovare sempre più ospitalità a Santa Marta, in un eterno susseguirsi di contraddizioni e confusioni.
Lo smarrimento è oramai generalizzato, e tutti se ne stanno accorgendo. Anche a Roma.
Ma, come spesso ripete il prof. de Mattei, non dobbiamo farci prendere dallo sconforto, e avere la tentazione di abbandonare la barca di Cristo. Dobbiamo invece aver fiducia nella Madonna e nelle promesse di Nostro Signore, che la Chiesa, dolce sposa di Cristo in terra, non verrà abbandonata, a dispetto anche degli uomini di Chiesa.
E d’altronde, con mentalità molto più umana, potremmo ricordare le parole dell’allora Segretario di Stato di Pio VII, il cardinale Ercole Consalvi, rivolte a Napoleone Bonaparte, il quae voleva distruggere la Chiesa: “Maestà, fareste una fatica inutile. Sareste vinto. Non siamo riusciti noi, noi preti, noi cristiani, con le nostre debolezze, con le nostre infedeltà, a distruggere la Chiesa! E vorreste riuscirci voi?”.