di Roberto de Mattei

Tratto da: Radio Roma Libera

San Bonaventura da Bagnoregio, nato nel 1217 e morto nel 1274, è una delle più grandi figure della storia della Chiesa. Fu teologo alla Sorbona, generale dei francescani, vescovo, cardinale. Canonizzato nel 1492, nel 1588 fu proclamato Dottore della Chiesa. Tra le sue numerose opere c’è un Sermone sulla nascita del Signore che predicò, nella chiesa di Santa Maria della Porziuncola, in cui illustrò alcuni fatti prodigiosi accaduti nella notte in cui Nostro Signore nacque a Betlemme. 

Riporto una traduzione dal testo originale latino.

«Questi, secondo diverse testimonianze, sono i miracoli manifestatisi al popolo peccatore il giorno della Natività di Cristo.

Primo – Una stella splendente apparve nel cielo verso Oriente, e dentro di essa si vedeva la figura di un bellissimo bambino sul cui capo rifulgeva una croce, per manifestare la nascita di Colui che veniva a illuminare il mondo con la sua dottrina, la sua vita e la sua morte.

I prodigi atmosferici. hanno sempre accompagnato i grandi momenti in cui Dio è intervenuto nella storia. Pensiamo al miracolo del sole di Fatima del 13 ottobre 1917. E’ naturale che ciò sia accaduto anche nella Notte di Natale

Secondo – In Roma, a mezzogiorno, apparve sopra il Campidoglio un cerchio dorato attorno al sole – che fu visto dall’Imperatore e dalla Sibilla raffigurante al centro una Vergine bellissima che portava un Bambino, volendo così rivelare che Colui che stava nascendo era il Re del mondo che si manifestava come lo «splendore della gloria del Padre e la figura della sua stessa sostanza» (Ebrei 1,3). Vedendo questo segnale, il prudente Imperatore (Augusto) offrì incenso al Bambino, e da allora rifiutò di essere chiamato dio.

Questo evento è riportato da molte tradizioni che aggiungono che mentre l’imperatore teneva fissi gli occhi nella visione sentì una voce che diceva “Questa è l’ara del Cielo”. La stanza dove avvenne tale fatto fu consacrata poi alla Madonna e divenne la basilica dell’Ara Coeli.  

  Terzo – In Roma venne distrutto il “tempio della Pace”, sul quale, quando era stato costruito, i demoni si domandavano per quanto tempo sarebbe durato. Il vaticinio fu: «fino al momento in cui una vergine concepirà». Questo segnale rivelò che stava nascendo Colui che avrebbe distrutto gli edifici e le opere della vanità.

Una nuova epoca di pace si stava però aprendo per la società umana.

Quarto – Una fonte di olio di oliva sgorgò improvvisamente a Roma e fluì abbondantemente, per molto tempo, fino al Tevere, per dimostrare che stava nascendo la Fonte della pietà e della misericordia.

Questo evento è narrato anche dal Papa Innocenzo III e riportato nella Leggenda aurea di Jacopo da Varagine. 

Quinto – Nella notte della Natività, le vigne di Engadda, che producevano balsamo e aromi, si coprirono di foglie e produssero nettare, per significare che stava nascendo Colui che avrebbe fatto fiorire, rinnovare, fruttificare spiritualmente e attirare con il suo profumo il mondo intero.

Tutte le creature animate, come le piante e gli alberi manifestarono la nascita di Cristo. Tra queste le “vigne di Engaddi”, nella Giudea di cui parla il Cantico dei Cantici (1, 14), che fiorirono e produssero vino. Anche questo è riportato nella Leggenda aurea.

Sesto – Circa trentamila ribelli furono uccisi per ordine dell’Imperatore, per manifestare la nascita di Colui che avrebbe conquistato alla sua Fede il mondo intero e avrebbe precipitato i ribelli nell’inferno.

Il regno di Augusto ristabilì l’ordine nell’Impero, come prefigurazione dell’ordine di Cristo, nella pace di Cristo.

Settimo – Tutti i sodomiti, uomini e donne, morirono su tutta la terra, secondo quanto ricordò San Gerolamo commentando il salmo:«È nata una luce per il giusto», per evidenziare che Colui che stava nascendo veniva a riformare la natura e a promuovere la castità.

Aggiunge sant’Agostino che “Dio vide nella natura umana un vizio contro natura e quasi esitò a incarnarsi”. Era conveniente che il vizio sodomitico fosse distrutto. C’è  molto da meditare oggi su questo evento, che un Dottore della Chiesa dell’autorità di san Bonaventura ci tramanda.

Ottavo – Nella Giudea un animale parlò, e lo stesso fecero anche due buoi, affinché si comprendesse che stava nascendo Colui che avrebbe trasformato gli uomini bestiali in esseri razionali.

Anche Jacopo da Varagine riporta l’episodio. Era giusto che così fosse perché anche gli animali, come le piante e gli alberi, manifestarono la nascita di Cristo.

Nono – Nel momento in cui la Vergine partorì, tutti gli idoli dell’Egitto caddero in frantumi, realizzando il segno che il profeta Geremia aveva dato agli egiziani quando viveva tra loro, affinché si intendesse che stava nascendo Colui che era il vero Dio, l’unico che doveva essere adorato assieme al Padre e allo Spirito Santo.

Questo evento è la prefigurazione della distruzione degli idoli che avvenne quando Costantino il grande assunse la guida dell’Impero. Dove c’è una società veramente cristiana non c’è tolleranza possibile per gli idoli. 

Decimo – Nel momento in cui nacque il Bambino Gesù, e venne deposto nella mangiatoia, un bue e un asino si inginocchiarono e, come se fossero dotati di ragione, Lo adorarono, affinché si capisse che era nato Colui che chiamava al suo culto i giudei e i pagani.

Anche questo miracolo ci fà riflettere. Quando gli uomini perdono la ragione e si comportano come animali, Dio fa in modo che gli animali insegnino agli uomini come comportarsi, inginocchiandosi davanti al Re dell’universo.

Undicesimo -–Tutto il mondo godette della pace e si trovò nell’ordine, affinché fosse palese che stava nascendo Colui che avrebbe amato e promosso la pace universale e impresso il sigillo sui propri eletti per sempre.

E  il lungo periodo all’interno dell’Impero romano che seguì alla presa del potere da parte di Augusto e chiamato per questo anche Pax Augustea

Dodicesimo – In Oriente apparvero tre stelle che in breve si trasformarono in un unico astro, affinché fosse a tutti manifesto che stava per essere rivelata l’unità e trinità di Dio, e anche che la Divinità, l’Anima e il Corpo si sarebbero congiunti in una sola Persona.

Il miracolo della Santissima Trinità è quello che l’Angelo di Fatima ha insegnato ad adorare come il mistero centrale della nostra fede, assieme a quello dell’Incarnazione. La notte di Natale rivelò al mondo questi misteri. 

«Per tutti questi motivi – conclude san Bonaventura – la nostra anima deve benedire Dio e venerarlo, per averci liberato e per avere manifestato la sua maestà, con così grandi miracoli, a noi poveri peccatori»

E anche noi avvicinandoci alla Notte di Natale benediciamo e veneriamo Dio implorandolo di soccorrerci con la sua grazia e i suoi prodigi nelle tenebre del nostro tempo.