di Redazione
Sembrava, il giorno 31 gennaio 2022 , data della nascita al cielo di San Giovanni Bosco, sentir riecheggiare i canti dolcissimi provenienti dalla chiesa del SS. Crocifisso dei Miracoli, un tempo chiesa dell’Istituto Salesiano di Borgo dove, ogni mattina, prima dell’inizio delle lezioni, centinaia di ragazzi d/elle Medie e delle Superiori, ascoltavano la S. Messa in rito romano antico (in latino). Grande e grato è il ricordo dei salesiani e di don Bosco, il Santo dei giovani e della Tradizione, in questo centro del “verde Mugello” che ha dato i natali all’Angelico e a Giotto.
Eravamo, dunque, in tanti il 31 gennaio di quest’anno presso la Cappella della SS. Annunziata per partecipare, devotamente, alla S. Messa in rito romano antico, la Messa dei Santi e dei Martiri, la Messa di sempre di tutti, che mensilmente celebra il M.R. prof. don Stefano Carusi per la “Comunione Tradizionale” Molti i giovani anche perché si celebrava il genetliaco (31 anni) di Lorenzo Gasperini, uno dei leader della “Controrivoluzione” e la nascita di Maria Vittoria (Guido e Marianna Scatizzi ) e di Michele (Andrea e Giulia Tani) che il 2 gennaio, giorno della presentazione al Tempio di Gesù, sono stati portati al Fonte Battesimale.
Una Messa – era presente, per le confessioni, anche don Luigi – cantata con un’omelia stupenda di don Carusi
clicca qui per sentire l’omelia
Come ha ricordato il celebrante, trovandosi oggi la Chiesa in stato di necessità, data la grande crisi,è stata anticipata, al termine della Messa, la benedizione alla gola dei fedeli, che si fa nel giorno di San Biagio (3 febbraio), ponendo al collo due candele, legate insieme a forbice, quindi la benedizione della frutta, della marmellata e del miele.
Dopo la benedizione Pucci Cipriani, a nome di tutti gli amici della Tradizione, ha consegnato al festeggiato Lorenzo Gasperini una preziosa stampa rappresentante il monumento di Leopoldo II a Grosseto e una pergamena intestata a Lorenzo Gasperini, Generale del “Bonum certamen” nel giorno lieto del suo genetliaco – Gli amici con affetto
e sotto la scritta:ù
“E la libertà – chiese Pino – ce n’hai fatto? – ce l’ho qui – rispose Franco e si batté sul petto – dacché fra la mia e quella dei liberali ho scelto liberamente, da uomo.Non mi piace la loro libertà, ché quando te la vengono a imporre con le baionette, non è più essa. Io sto da questa parte, perché così mi piace a me, che sono don Enrico Franco, e mi piace perché oggi è la parte più bella. Altri combattono e muoiono per una conquista, una terra, un’idea di gloria, per un convincimento magari o un ideale, ma noi moriamo per una cosa di cuore: la bellezza. Qui non c’è vanità, non c’è successo, non c’è ambizione. Noi moriamo per essere uomini ancora. Uomini che la violenza e l’illusione non li piega e che servono la fedeltà, l’onore, la bandiera e la Monarchia, perché sono padroni di sé e servitori di Dio. Ieri forse poteva sembrare più nobile, più alta la parte di là, ma oggi con noi c’è la sventura, e questa è la parte più bella.”
(Carlo Alianello da “L’Alfiere”)
Dopo la foto ricordo, nel portico della Villa, un ricco rinfresco offerto, a tutti i fedeli intervenuti, dal proprietario Sig. Giangiacomo Castri e dai Consiglieri comunali Luca Margheri e Francesco Atria…brindisi e taglio della torta a cena, con quaranta commensali, mantenendo le regole anti covid.
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