(Emmanuele Barbieri) La manifestazione di Acies ordinata svoltasi a Monaco di Baviera il 18 gennaio ha avuto una portata storica, scuotendo un certo mondo cattolico tedesco dall’atmosfera di rassegnazione in cui era immerso di fronte allo strapotere della Conferenza Episcopale, guidata dal cardinale Reinhold Marx. I più importanti organi di informazione ne hanno dato notizia, anche a causa della prima apparizione pubblica dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che, schierandosi con i manifestanti, ha voluto sostenere l’iniziativa con la sua presenza e la sua preghiera. Nella conferenza stampa che è seguita alla manifestazione, sono state rivolte forti accuse al cammino sinodale intrapreso dai vescovi tedeschi. I fedeli, ha detto Michael Matt, direttore di The Remnant non possono lasciare che il “progetto” dei vescovi tedeschi abbia successo, poiché «l’ultima cosa di cui il mondo ha bisogno oggi è una maggiore ribellione in seno alla Chiesa Cattolica che abbiamo vista essere stata distrutta negli ultimi cinquant’anni». Spetta a noi – ha detto Alexander Tschugguel, il giovane che ha gettato nel Tevere gli idoli della Pachamama – decidere ora quante strade sbagliate la Chiesa debba lasciare, quante ancora debbano essere distrutte prima di poter ritrovare la via per tornare alla verità, alla dottrina e alla tradizione». La giornalista francese Jeanne Smitsha difeso il giusto ruolo della donna nella Chiesa, stravolto dai vescovi tedeschi, mentre nel suo intervento, José Antonio Ureta, dirigente dell’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà, ha elencato le cinque imposture del “percorso sinodale”. John-Henry Westen direttore del portale americano LifeSiteNews, ha infine accusato il cardinale Marx di essere un falso profeta e il prof. Roberto de Mattei, presidente della Fondazione Lepanto, ha rivolto un appello ai cattolici tedeschi per rifiutarsi di pagare la Kirchensteuer, la tassa ecclesiastica, imposta obbligatoriamente ai tedeschi, pena la scomunica. L’esito del percorso sinodale avviato a Monaco dal cardinale Marx– hanno affermato i partecipanti – è la separazione dei vescovi tedeschi dalla Chiesa cattolica-romana, alla quale Acies ordinata ha voluto esprimere la propria fedeltà con il canto collettivo del Credo di fronte alla Theatinenkirche, nel cuore della capitale bavarese.
È significativo che, tre giorni dopo la manifestazione di Acies Ordinata, il cardinale. Gerhard Müller, ex-prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e predecessore del cardinale Marx nella sede ardiocesana di Monaco di Baviera, abbia lanciato un attacco alla religione germano-amazzonica del Pachamama, professata da molti suoi confratelli, contrapponendo ad essa la fede cattolica romana, di cui la martire sant’Agnese rappresenta un modello «A Roma i primi cristiani avevano raggiunto la libertà della fede nell’unico Dio, sacrificando la loro vita nella lotta contro una strapotenza pagana pressoché invincibile (…). Non ricadendo nelle vecchie forme di culto dei futili idoli e delle loro immagini e statue in legno, pietra e metallo, seguiremo il loro esempio(…) Infatti, la fede negli dei e nei demoni e l’invocazione degli elementi da parte degli sciamani oscura la verità della salvezza e cioè il fatto che è mediante Gesù che siamo «liberati dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8, 21). Con il sangue della sua giovane vita, sant’Agnese ha testimoniato Cristo, Figlio di Dio e unico Salvatore del mondo. E così ella incoraggia anche noi qui a Roma ed in Europa, a professare la nostra fede cattolica pubblicamente e senza aver paura degli uomini. La fede degli apostoli Pietro e Paolo è la radice della cultura che, da Roma e dall’Italia, ha raggiunto tutta l’Europa, conferendole la sua identità cristiana».
Fonte: https://www.corrispondenzaromana.it/chiesa-cattolico-romana-o-chiesa-germano-amazzonica/