tratto da: renovatio21
Recentemente la Francia è stata al centro di un grande interesse mediatico internazionale a seguito della decisione dell’ospedale di Reims, in cui è ancora ricoverato Vincent Lambert, un uomo di 43 anni rimasto tetraplegico dopo un grave incidente. L’équipe medica che ha in cura il Sig. Lambert, contro il valore della Vita stessa, contro lo stesso giuramento d’Ippocrate e contro i genitori dell’uomo, ha combattuto per ottenere dal tribunale il placet necessario per togliere il sostegno al paziente con la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione per via enterale.
Una volta ottenutolo, è cominciata la cosiddetta «sedazione profonda», con annessa rimozione delle cure necessarie per nutrire Vincent. Poi, d’improvviso, dopo l’ultimo disperato ricorso dei genitori – che hanno ripreso loro figlio mentre piangeva sul letto di ospedale (un video straziante, che ha fatto il giro del mondo) – un tribunale ha ordinato ai medici dell’ospedale francese di riprendere i protocolli indispensabili per curare Lambert.
«Prendere una decisione per trattenere o ritirare trattamenti e cure potrebbe accorciare la vita di qualcuno o, in altre parole, accelerare la morte di quella persona»
La situazione però rimane incerta, ed è chiaro che la vita di quest’uomo sia in grave pericolo a causa di quella Cultura della Morte ormai diffusa nella fattispecie negli ospedali, quei luoghi che, invece di mettere al centro il Bene della Persona e la Persona nella sua struttura ontologica, sono invece ormai i maggiori luoghi di Morte.
Renovatio 21, attraverso il nostro Cristiano Lugli, ha intervistato in esclusiva il Dottor Paul Byrne, pediatra e neurologo, Presidente della Fondazione americana Life Guardian, medico con un’enorme carriera sulle spalle. Il Dott. Byrne durante tutta la sua vita ha girato il mondo per strappare bambini, giovani e adulti dal braccio della morte, dall’uncino sanitario e giudiziario che spesso voleva dare per morto chi poi, come dimostrato in tanti casi dal Dott. Byrne, era più vivo che mai.
«In qualsiasi modo si intenda l’ “accanimento terapeutico”, il caso di Vincent non rientra in questa categoria»
Lo abbiamo raggiunto per chiedere lui qualche breve precisazione sul caso Lambert.
Dottor Byrne, può dirci qual è la situazione clinica di Vincent Lambert?
Vincent è un uomo assolutamente vivo, anche se apparentemente non mostra coscienza.
Quindi il signor Lambert non è un “vegetale” come i dottori vorrebbero farci credere?
Vincent è una persona vivente. Non è una carota, una patata dolce o un fagiolino.
Come si nutre il signor Lambert?
Vincent Lambert viene alimentato attraverso un sondino nel suo stomaco. Questo è stato efficace nel fornire nutrimento a Vincent. Sembra essere ben nutrito e non disidratato.
Nessuno dovrebbe essere privato dell’assistenza di base, compresi cibo e acqua, letti adeguati, un ambiente termico ottimale, una via respiratoria non ostruita, assistenza all’igiene personale, trattamenti, farmaci, procedure e operazioni efficaci.
È da considerarsi «accanimento terapeutico»?
Il tubo di alimentazione fornisce acqua e nutrizione che sono requisiti indispensabili per continuare la vita sul pianeta terra. In qualsiasi modo si intenda l’ “accanimento terapeutico”, il caso di Vincent non rientra in questa categoria.
Allora perché i medici volevano sospendere la nutrizione e l’idratazione del loro paziente?
Fermare acqua e cibo avrebbe comportato la morte di Vincent entro 1 o 2 settimane al massimo. Tutti, compresi i dottori, sanno che senza acqua e cibo si morirebbe. Forse volevano proprio questo.
Sarebbe stato da considerarsi come un atto di eutanasia?
Sì. Nessun medico, infermiere, altro personale sanitario o badante che sia dovrebbe cooperare all’eutanasia. Per eutanasia si intende un’azione o un’omissione che di per sé o per intenzione causa la morte. Nessuno dovrebbe essere privato dell’assistenza di base, compresi cibo e acqua, letti adeguati, un ambiente termico ottimale, una via respiratoria non ostruita, assistenza all’igiene personale, trattamenti, farmaci, procedure e operazioni efficaci.
«Nessuno dovrebbe morire di fame. Il tubo di alimentazione, infine non è sproporzionato, pericoloso o gravoso: semplicemente salva la vita supportando una funzione di cui un paziente malato è divenuto privo»
Cosa si intende per «mezzi ordinari» e «mezzi straordinari»? E quali sono le differenze?
Trattamenti, farmaci, procedure e operazioni che offrono una ragionevole speranza di proteggere e preservare la vita sono mezzi ordinari per proteggere e preservare la vita. Questi includono, come dicevo, la fornitura di acqua, di cibo, di letti adeguati, di un buon ambiente climatico, assistenza sanitaria, ecc.
Mezzi straordinari comportano ragioni più serie per trattare il paziente con una malattia più grave. Sono usati per preservare la vita nei momenti di malattia più grave, cioè per mantenere uniti corpo ed anima. Straordinari, sproporzionati, pericolosi e onerosi sono termini che sono stati usati per etichettare come legittimi la ritenuta o il ritiro di trattamenti e cure considerate in realtà ordinarie da molti comitati etici. Questi termini sono soggetti a differenze di definizione e percezione.
L’uso di tali mezzi nel prendere una decisione per trattenere o ritirare trattamenti e cure potrebbe accorciare la vita di qualcuno o, in altre parole, accelerare la morte di quella persona. Piuttosto, la concentrazione dovrebbe essere nel proteggere e preservare la vita di Vincent Lambert fintanto che Lambert dovrà vivere per volontà non certo umana o medica che sia.
Nessuno dovrebbe morire di fame. Il tubo di alimentazione, infine non è sproporzionato, pericoloso o gravoso: semplicemente salva la vita supportando una funzione di cui un paziente malato è divenuto privo.
Cristiano Lugli