di Pucci Cipriani
Tratto da Una Vox
Venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 dicembre 2023 si terrà il XXXVI INCONTRO DELLA TRADIZIONE CATTOLICA DELLA “FEDELISSIMA” CIVITELLA DEL TRONTO.Sul prossimo numero di “Soldati del Re” il programma completo mentre ci auguriamo di ritrovarci numerosi a quello che è considerato il più importante convegno della Tradizione che si tiene in Italia: intanto per eventuali informazioni contattare avv.ruschi@libero.it cell:3494657869
“Qui non c’è vanità, non c’è successo, non c’è ambizione. Noi moriamo per essere uomini ancora. Uomini che la violenza e l’illusione non li piega e che servono la fedeltà, l’onore, la bandiera e la Monarchia, perché sono padroni di se stessi e servitori di Dio. Ieri forse poteva sembra più nobile, più alta la parte di là, ma oggi con noi c’è la sventura, e questa è la parte più bella. Perché sopra, noi ci possiamo scrivere : senza speranza…”
(Carlo Alianello ne “L’Alfiere”)
(clicca qui per ascoltare l’inno “Briganti si more”
e clicca qui per il film “Li chiamarono briganti”).
Risuonavano le sirene della polizia nelle città e una folla belluina di giovani urlanti che – prima di contestare la “società borghese” avevano dichiarato guerra all’acqua e al sapone e ogni buona norma del vivere e del convivere civili – ripetevano gli slogan del Sessantotto : “L’utero è mio e lo gestisco io” e “padroni borghesi, ancora pochi mesi, e poi sarete appesi!”…poi rivolti ai biechi ragazzi di destra : “Uno…cento…mille Ramelli…con la sbarra tra i capelli”, quindi, rivolti ai ragazzi del Battaglione Mobile dei Carabinieri : “Camerata – basco nero – il tuo posto – è al cimitero” e la stessa delicatezza veniva usata anche nei confronti della Polizia: “PS = SS”
La scuola fu trasformata – e da allora non è cambiato nulla, se non in peggio – in un centro permanente di indottrinamento cattocomunista e radicale e le Università, occupate da masnade di mascalzoni, erano diventate lupanari d’infimo ordine dove, la notte, si bivaccava e si facevano le prove tecniche di amore di gruppo, con varianti omosex e lesbo…
E’ la Rivoluzione che avanza: prima la così detta Riforma protestante, poi la Rivoluzione francese e il così detto Risorgimento italiano, quindi il Comunismo, e, nel 68 iniziava la Quarta Rivoluzione, ovverosia il TRIBALISMO…quello che un po’ vediamo oggi allorché ci accorgiamo che l’uomo sta tornando allo stato tribale: i centri sociali, le aggregazioni tipo Leoncavallo, quei leoncavallini ricevuti recentemente in Vaticano e incoraggiati nella loro opera distruttrice: “Andate e portate a termine il vostro programma”.
E poi, con il Tribalismo, l’annientamento di se stessi, con la droga; il Nichilismo, l’autodistruzione, per cui potremmo ben dire che il rivoluzionario più coerente è il suicida.
Ma la Rivoluzione più grande avvenne nella Chiesa : “Il Concilio Vaticano II è stato il Sessantotto della Chiesa…” affermava euforico il rosso Cardinal Suenens, allorché preti e monache, a cominciare dall’alta gerarchia, sembravano aver perso la testa e le chiese venivano trasformate in balere mentre nascevano le così dette comunità di base, vere e proprie centrali di sovversione dalle quali partì anche il terrorismo delle b.r.
Era trionfo del neomodernismo per cui un Papa, dolente e tormentato, Paolo VI – che di fronte allo sfascio dei costumi ribadì, con una stupenda enciclica, l’Humanae Vitae, la dottrina perenne della Chiesa in materia sessuale – ebbe ad esclamare : “Avevamo sperato con il Concilio in una bella primavera…e invece c’è stato un rigido inverno…da qualche fessura è entrato nella Chiesa il Fumo di Satana…”
Da allora, ogni anno, ininterrottamente siamo venuti a Civitella del Tronto per dare testimonianza della nostra Fede, della nostra lealtà, della nostra voglia di combattere, in mezzo a questo mondo vigliacco che si adegua, in mezzo ai “normalisti”, ai traditori, ai leccapiedi e ai carrieristi, a quelli che legano la cavalcatura dove comanda il padrone.
Ecco perché, in mezzo a quel Fumo di Satana denunziato dal Pontefice, in mezzo alle rovine di un mondo, scegliemmo per i nostri incontri, per i nostri Convegni la “Fedelissima” Civitella del Tronto, ultimo baluardo del glorioso Regno del Sud, dove un pugno di soldati, nonostante Re Francesco (Dio guardi!) , dopo l’eroica caduta di Gaeta, li avesse invitati alla resa, vollero continuare a combattere…a combattere ancora, per dare l’ultima grande testimonianza di Fede al loro Re, alla loro Patria, alla loro Religione : al Trono e all’Altare.
Ed ogni giorno su quella Rocca gloriosa un umile e coraggioso frate, il francescano padre Zilli da Campotosto, celebrava la S. Messa cattolica, la Messa di sempre e di tutti, assistendo quei soldati e portando loro il conforto spirituale.
Dopo la Caduta dell’eroica Gaeta (dicembre) ancora tre mesi resisterà la “Fedelissima” Civitella del Tronto – e non saranno gli obici dei nemici a vincere la gloriosa Roccaforte ma, come sempre, il tradimento interno, come sempre – finché i bersaglieri non passeranno per le armi quel pugno di puri eroi che difesero “usque ad effusionem sanguinis” la bianca bandiera gigliata ricamata dalla Regina Sofia, che insieme a Francesco ( Dio guardi!) si era battuta sugli spalti di Gaeta difendendo un Regno comprato dall’oro massonico.
Mentre la primavera sta sbocciando nella campagna di Civitella e in lontananza, laggiù, si vede quell’azzurrissimo mare, sul Gran Sasso c’è ancora la neve che, toccata dai primi raggi del sole, risplende in mille colori.
La fucilazione sommaria avviene dietro la chiesa di Civitella. Vengono “giustiziati” con la fucilazione alle spalle, come i “traditori”, dall’ esercito dei lanzichenecchi piemontesi…padre Zilli da Campostosto , dopo aver fatto baciare la croce agli altri camerati, si asciuga il copioso sudore con il fazzoletto e lo ripone nella manica del saio. Quindi rimira ancora, per l’ultima volta, quella sua bella Patria per la quale aveva combattuto. Cadrà sotto i colpi del plotone dei bersaglieri benedicendo, con lo sguardo rivolto al cielo degli eroi, al Regno celeste…
Ecco anche quest’anno noi torneremo a Civitella in un momento tragico e drammatico, in un momento in cui la Rivoluzione diventa apostasia e si sta cambiando il Vangelo, si sta cambiando la Fede. “Se anche uno iota (iota unum) sarà cambiato sia anatema“.
Ma “Non praevalebunt” no, le forze dell’Inferno non prevarranno nonostante quei nemici di allora, quella gentaglia figlia del giacobinismo, ora venga legittimata e, anzi, esaltata, dagli Alti Vertici di una gerarchia ecclesiastica che non ha più timore o pudore ad abbracciare gli eresiarchi di un tempo come Lutero.
E a Civitella nei tre giorni dell’Incontro della Tradizione verrà celebrata quella stessa Messa Cattolica, la Messa di sempre e di tutti, che abbiamo saputo conservare e che,nella chiesa di S. Jacopo alla Rocca, celebrava p. Zilli da Campotosto.
E sarà quella Messa a darci la forza di continuare la nostra battaglia.
Sul pennone della piazzaforte verrà issata ancora quella Bandiera gigliata con il motto:
“NON MI ARRENDO!”.E a Civitella, uomini e donne, giovani e anziani, rinnoveranno il giuramento di fedeltà alla Tradizione (“Tradidi quod et accepi”) che ci lega a quei nostri predecessori che, per non tradire, affrontarono la morte.