fonte Pro Vita e Famiglia
Nel corso del 2022 e anche in questo inizio 2023, la Rai ha usato i suoi programmi, finanziati col canone obbligatorio dei cittadini, per promuovere una visione ideologica e faziosa in tema di sessualità e identità di genere.
Tra le occasioni di propaganda ricordiamo:
Febbraio 2023: programma “Festival di Sanremo” (Rai1), nelle cinque serate il conduttore Amadeus ha affermato che bisogna «spiegare ai bambini che esiste un uomo che ama un uomo e una donna che ama una donna e che questo è normale»; Fedez e Rosa Chemical si sono baciati e hanno mimato un amplesso in diretta; lo stesso Rosa Chemical ha portato sul palco messaggi sul gender, la sessualità fluida, il poliamore e la pornografia. Per non parlare della propaganda a favore dell’aborto e della legalizzazione della cannabis;
Dicembre 2022: programma “Fame d’Amore” (Rai3), ben due puntate con la presenza di storie di giovani con disforia di genere e che hanno intrapreso o desiderano intraprendere terapie ormonali a base di testosterone od operazioni chirurgiche per sembrare uomini (modifica del tono di voce, aumento della massa muscolare, crescita di peluria maschile, rimozione del seno, ecc.);
Ottobre 2022: fiction “Mina Settembre” (Rai1), episodio con la presenza di uno studente maschio che “si sente” femmina;
Agosto 2022: programma “SEX” (Rai3), puntata sull’identità di genere con Vladimir Luxuria e giovani ragazzi e ragazze transgender;
Aprile 2022: programma “Via delle Storie” (Rai1), puntata sull’identità di genere con la partecipazione di Maddalena Mosconi, una psicologa che sostiene la necessità di accompagnare anche i minori che ne facciano richiesta alla transizione;
Marzo 2022: programma “D-SIDE, Il lato diverso delle cose” (RaiPlay), puntata sull’identità di genere con Francesca Vecchioni, esponente di spicco della comunità LGBTQ, e Leonardo Santuari, giovane “influencer transgender” che ha raccontato sui social la sua transizione sessuale da ragazza a ragazzo;
Marzo 2022: programma “Next Level” (Rai Gulp – canale per bambini dagli 8 anni!), puntata sull’orientamento sessuale in cui il giovane conduttore “spiega” ai bambini che “scoprire che ti piacciono i ragazzi o le ragazze o entrambe non ha importanza“, sponsorizzando i simboli e la comunità LGBTQ.
È inaccettabile che il (dis)servizio pubblico perseveri nel mandare in scena “spettacoli” volgari, diseducativi e indottrinanti!
Firmando ora questa petizione ci aiuti a chiedere al Governo di intervenire con urgenza sulla dirigenza della Rai per impedire che il nostro canone continui ad essere usato anche nel 2023 per promuovere l’ideologia gender e la transizione sessuale dei minori e dei più giovani, con narrazioni emotive, faziose e parziali.