tratto da: IFN
di Andrea Bartelloni
Santori, ascolti: nulla può cancellare l’unica verità acclarata e nota in materia. La droga fa male, e basta. La droga non fa un po’ male. La droga fa tanto male, fa malissimo
La “sardina” è fritta. Oppure cerca visibilità, e in tal caso ci è riuscita. La “sardina” è stata però contraddetta da tutte le parti, persino dal partito cui appartiene, il quale aveva a suo tempo scelto di nuotare con quel banco di pesce già lesso, ma che ora paga le conseguenze dell’acqua inquinata che ha ingurgitato, ricevendo dal mondo scientifico la lezione adeguata.
«Rispetti i danni in certi giovani e parli con le famiglie». Così ha detto la tossicologa Elia Del Borrello che, dalle colonne de Il Resto del Carlino, stigmatizza le affermazioni del consigliere comunale di Bologna, del Partito Democratico, Mattia Santori, già leader del movimento bollito delle “sardine”.
Santori parla di cannabis e sembra che non sappia di cosa sta parlando. Anzi, invia un messaggio confuso, pieno solo del vuoto dei mulinelli di parole. «Venite allo scoperto, informatevi, parliamo». Boh.
Peraltro circola addirittura un libro, Mamma mi faccio le canne, come se non lo sapesse nessuno. Ma nulla può cancellare l’unica verità acclarata e nota in materia: la droga fa male, e basta. La droga non fa un po’ male. La droga fa tanto male, fa malissimo.
Ma la “sardina” bolognese insiste. Accusa di passatismo, di vivere ancora agli anni 1990. «Sarei molto contenta se fossimo ancora a quel periodo», gli risponde però la Del Borrello, «quando avevamo percentuali di principio attivo talmente scarse che si poteva parlare di droghe leggere. Adesso è completamente diverso».
È Santori che non ha capito «che oggi le droghe leggere non esistono». Il mondo scientifico, che viene osannato in maniera oracolare quando si parla di vaccini, sul tema cannabis viene ignorato perché, assieme alle comunità di ricupero, la pensa in maniera “scorretta”.
A Bologna il consigliere Santori ha la delega alle Politiche giovanili del Comune. Il suo messaggio banalizzante si fa ancora più devastante.