Fonte: Tfp.org, 16 Novembre 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.
di John Horvat
Le elezioni americane di midterm si sono concluse. Contrariamente alle aspettative, i democratici non hanno ricevuto il ben meritato schiaffo. Nella Camera dei deputati, la situazione si è ribaltata appena sufficientemente per dare ai repubblicani una maggioranza risicata. Il Senato, invece, è rimasto in mano ai democratici. La vittoria alla Camera permetterà almeno di ostacolare le leggi più cattive. D’altra parte, però, il presidente Biden continuerà a usare il potere esecutivo per portare avanti la sua agenda. Il suo diritto di veto potrà garantire che nessuna legge buona vada a buon fine.
Queste elezioni hanno visto, ancora una volta, scrutini al cardiopalma, che alla fine si sono risolti con differenze dell’1-2%, riflettendo un’America molto divisa e polarizzata. Questo sali-scendi rischia di esaurire gli elettori, che anelano invece la normalità. Possiamo quasi parlare di maledizione delle elezioni altalenanti.
Le elezioni altalenanti sono ormai un ciclo quasi rituale che vede l’alternarsi di governi democratici e repubblicani. Il partito all’opposizione accusa quello al governo di portare la nazione sull’orlo della distruzione, salvo poi convincere i propri elettori a mandarlo via. Con l’aumentare della polarizzazione, crescono anche le distanze altalenanti tra le parti, con un terreno comune sempre più esiguo.
Questa altalena non dà segni di voler diminuire. A ogni tornata elettorale, il paese sprofonda sempre più nella crisi. Lo stallo risultante fa sì che non si possa fare nulla di costruttivo.
Le cause dell’altalena
Alcuni vedono, alla radice dell’altalena elettorale, uno scontro fra due opposte visioni del mondo. Ciò non è del tutto corretto. In realtà si tratta di uno scontro all’interno di una stessa visione del mondo che sta facendo a pezzi l’America.
La crisi attuale coinvolge una visione fallimentare del mondo: il liberalismo. Le due parti in gioco rappresentano le contraddizioni interne al liberalismo, che sfociano naturalmente in conflitto se portate alle loro logiche conclusioni. Le due parti condividono le stesse premesse ma litigano sulla loro applicazione.
In tipico stile postmoderno, lo scontro non è solo tra due parti opposte, ma coinvolge anche conflitti interni alle anime delle persone, solidali con aspetti di entrambe le posizioni. Questo fattore rende le elezioni particolarmente volatili.
Componenti dell’ideale liberale e del suo consenso
L’ideale liberale originario, ora in crisi, sostiene che il governo esiste per garantire alle persone la massima libertà di perseguire la propria felicità personale senza interferire con il sogno di un altro. Tuttavia, il liberalismo contiene anche strumenti di ordine che limitano la massima libertà. Nella storia della nostra nazione, c’è sempre stata una certa tensione all’interno del liberalismo tra l’ideale di libertà e il bisogno di ordine.
Finora lo scontro era stato evitato dal grande consenso universale esistente, una sorta di collante spirituale che teneva insieme il nostro Paese, dove tutti accettavano di andare d’accordo. Ciò ha consentito una quantità minima di regole e di restrizioni per mantenere l’ordine. Tuttavia, era anche un consenso flessibile e deliberatamente vago, che tendeva a cancellare qualsiasi forte attaccamento a tradizioni religiose o ideologiche che potesse rivelarsi divisivo od ostacolare la ricerca costante, e sempre inafferrabile, della felicità perfetta di ciascuno.
L’idea era che tutti si incontrassero su un terreno moralmente neutro per evitare collisioni. In questa prospettiva, il discorso politico dovrebbe concentrarsi solo sulla massimizzazione della libertà e sul raggiungimento della felicità personale, non sull’affermazione di principi trascedentali o sull’applicazione di principi morali.
Questo sistema di vita senza principi oggettivi, ha l’inconveniente di creare una sterile vita secolare che frustra l’uomo moderno poiché trascura esplicitamente tutte le cose spirituali. Conduce a una società materialista e individualista che favorisce la decadenza morale e la mediocrità.
Distruggere il consenso
Il consenso americano è saltato in aria negli anni Sessanta. Al suo posto si sono sviluppate due visioni contrastanti dello stesso ideale liberale. Una favorevole alla massima libertà, un’altra al mantenimento di una parvenza di ordine.
La sinistra liberale afferma che la morale cristiana limita la ricerca di libertà sfrenata e impedisce quindi la felicità. I conservatori sostengono che il caos morale e l’anarchia disturbano la felicità, che va invece trovata nella libertà ordinata. Questo scontro ha dato origine alla brutale guerra culturale che oggi infuria nel nostro Paese.
Entrambe le parti affermano di difendere l’ideale liberale. E si accusano a vicenda di tradire tale ideale. Comunque, tutte e due operano all’interno dello stesso ideale liberale.
In un tale clima, le persone oscillano costantemente tra il sostenere una libertà anarchica e l’accettare le restrizioni di una libertà ordinata. Ed ecco le elezioni altalenanti che ormai caratterizzano la vita pubblica dell’America.
Lo stato attuale delle cose
Il dibattito assume toni sempre più drammatici mentre le contradizioni del liberalismo avanzano verso la propria autodistruzione. La sinistra liberale ha portato la sua bramosia di massimizzare la libertà a stremi inimmaginabili di depravazione. Non si accontenta più di distruggere la morale cristiana, ma si riserva il diritto di alterare la realtà. Lottando per la sua utopia, la sinistra sta calpestando i principi liberali della democrazia, dello stato di diritto e di numerose libertà naturali per ottenere i suoi obiettivi.
Così per esempio, l’aborto e la rivoluzione “transessuale” rivendicano il diritto di cambiare la biologia. La teoria critica della razza riscrive la storia. Le ore di Drag Queen Story rivendicano il diritto di infrangere l’innocenza dell’infanzia. La Cancel culture mette a tacere l’opposizione. Il satanismo proclama il diritto di negare la realtà della sovranità di Dio sull’umanità e sulla creazione. E via dicendo.
Fino a questo punto, come abbiamo detto, il dibattito è stato una lotta all’interno del liberalismo. Di fronte a un tale estremismo, però, alcuni conservatori non se la sentono più di sventolare lo stendardo della libertà. Da parte sua, la sinistra risponde accusando questi conservatori di essere autoritari e antidemocratici.
Dobbiamo guardare fuori dal liberalismo
Nella guerra culturale che adesso imperversa negli Stati Uniti, i conservatori hanno finora avuto l’immenso svantaggio di operare all’interno delle stesse premesse imperfette della sinistra. L’unico modo per sopravvivere è guardare al di fuori del liberalismo. Ciò implica il rifiuto delle premesse moralmente neutre del liberalismo e il ricorso a norme di moralità, verità oggettiva e legge naturale come si trovano nella Civiltà cristiana. Soprattutto, gli americani devono rifiutare il secolarismo sterile e ricorrere a Dio per trovare la forza per affrontare con risolutezza e fiducia la crisi che ci attende.
Se la nazione vuole sopravvivere, le elezioni altalenanti devono passare da una confusa lotta intestina all’interno del liberalismo a una più chiara lotta tra due ideali opposti: uno liberale e l’altro cristiano, l’uno distruttivo e l’altro rigeneratore.
Il dibattito deve cambiare per riflettere virtù e realtà, non relativismo e fantasia. In caso contrario, l’America affronterà la sua maledizione di elezioni ancora più altalenanti e il tragico spettro della rovina finale.