Il Direttore, il Condirettore con i collaboratori di “Soldati del Re” e gli amici della Comunione Tradizionale annunziano con dolore la scomparsa del Conte Neri Capponi avvenuta in Firenze il giorno 13 – XII – 2018 in Firenze e invitano i lettori a recitare una prece per colui che fu per oltre sessant’anni l’anima e la guida della Controrivoluzione Cattolica e Monarchica.
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Ricordai ieri su Controrivoluzione (CLICCA QUI) il Conte Neri Capponi indimenticabile e fraterno amico e sodale di tante battaglie, lo ricordano – e, non lo nego, il loro ricordo mi ha profondamente commosso, fino alle lacrime – qui due amici delle giovani e giovanissime generazioni ( l’Avvocato NH Ascanio Ruschi e il giovane laurendo in Diritto Canonico Guido Scatizzi) che, pur non avendo avuto il privilegio di aver avuto NERI accanto per una vita, come Maestro e amico, hanno colto nel segno dando una loro toccante e stupenda testimonianza.
Puccio Cipriani
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Requiescas in pace, carissimo Neri – di Ascanio Ruschi
Non si può parlare della storia fiorentina senza ricordare la famiglia Capponi. E a Firenze non si può parlare di Tradizione senza richiamare il nome del Conte Neri Capponi.
Chi dal dopoguerra ad oggi ha vissuto la battaglia controrivoluzionaria, chi ha combattuto in difesa della Messa in Rito romano antico (la messa di sempre e di tutti), sa bene che cosa abbia rappresentato Neri Capponi, e quale sia stato il suo importantissimo ruolo all’interno del cattolicesimo fiorentino e toscano.
Fu proprio lui che mi spronò, quando ero ancora poco più che adolescente, a frequentare la messa “antica”. Fu sempre lui che mi invitò, seppur ancora studente universitario, a partecipare alla S. Messa che annualmente si svolgeva (e si svolge) a Pisa nella stupenda Chiesa dei Cavalieri, scandita dalla solenne processione dei membri dell’Ordine di Santo Stefano, Papa e Martire, alla presenza di S.A.I. il Granduca Sigismondo d’Asburgo Lorena.
Fu ancora il Conte Capponi che con generosità appoggiò le mie prime iniziative culturali, come l’indimenticabile convegno organizzato nella Chiesa in Ognissanti in ricordo del Beato Pio IX e degli eroici difensori della Civiltà Cristiana a Porta Pia, tenuto nel 2012. Tuttavia i miei incontri con il Conte Capponi erano meno frequenti di quelli che avrei voluto: di solito la domenica mattina alla S. Messa in San Francesco Poverino e, poi, nella chiesa di Ognissanti fintantoché i frati Francescani dell’Immacolata vi sono rimasti. Lo aspettavo all’uscita della chiesa, per scambiare qualche battuta sull’attualità, alla quale egli mai si tirava indietro, con la sua ironia tipicamente fiorentina. Poi, con il susseguirsi degli anni, complice una certa stanchezza fisica del Conte Capponi (ma la mente era sempre pronta!) le occasioni di incontro si ridussero di numero (e di durata). Quando lo andavo a trovare nel palazzo di famiglia, egli aveva sempre una parola di sostegno o un consiglio da darmi. E rimanevo stupito di come egli fosse al corrente degli eventi e delle iniziative che organizzavo o alle quali partecipavo, pur trascorrendo ormai quasi tutto il suo tempo tra le mura familiari. E di tale attenzione mi sentivo orgoglioso, fiducioso che l’appoggio e il sostegno del Conte Capponi costituivano la prova che la strada intrapresa per la “buona battaglia” era quella giusta. Senza ombra di smentita, posso affermare che averlo conosciuto è stato uno di quegli eventi che mi ha cambiato la vita, e ringrazio il Signore di tale grazia.
Che il suo esempio, la sua integrità morale, la sua nobiltà d’animo, la sterminata cultura e, soprattutto la sua Fede, rimangano a lungo faro luminoso a cui guardare con fiducia nella tempesta del tempo presente.
Requiescas in pace, carissimo Neri.
Neri Capponi, un ricordo – di Guido Scatizzi
Ci sarà tempo per il giurista che vorrà approfondire il magistero del finissimo canonista che è stato Neri Capponi. La notizia della sua recente scomparsa, nonostante la consapevolezza di una lunga e stremante malattia, ha lasciato chi lo ha conosciuto, anche solo episodicamente, davvero addolorato. Per parte di chi scrive, il pensiero corre a un ricordo assai caro: al 20 settembre 2012, quando ebbi modo di conoscerlo personalmente, dopo tanti racconti e letture al suo riguardo. Allora veniva abitualmente organizzata in quella data, nella parrocchia di Ognissanti per volontà del p. Serafino M. Lanzetta, una S. Messa solenne in rito romano antico per commemorare tutti coloro che avevano versato il sangue per resistere all’invasione savoiarda dello Stato Pontificio. Proprio nel 2012 ospite d’onore era il principe Sforza Marescotto Ruspoli, venuto da Roma appositamente per assistere alla funzione e rendere una breve testimonianza su un suo illustre ascendente nel rinfresco a seguire. Il conte Capponi, già rallentato dall’infermità incipiente, non volle mancare il lieto evento e, con sorpresa dei più, si presentò subito prima dell’inizio della cerimonia. Il giovane e preparato cerimoniere dei Francescani dell’Immacolata corse a preparare nel presbiterio un secondo trono, dirimpetto a quello di Ruspoli e così iniziammo il sacro rito, per il quale ero stato precettato con mansione di turiferario. Al momento dell’incensazione offertoriale, prima che partissi dall’altare per incensare il popolo (accorso numerosissimo), lo stesso cerimoniere mi ammonì: “Prima i notabili, con un tratto ciascuno; poi il popolo, more solito”. Così fu. E vidi negli occhi grandi del conte Capponi una vera gratitudine per questa finezza, che lo aveva certamente toccato e rinfrancato nella lotta contro il suo male. Prima del ricevimento, presentandomi finalmente a lui, mi guardò con un sorriso sornione e mi disse: “Temo che la prossima volta che sarò incensato…sarà da morto”, smorzando con la sua proverbiale ironia l’imbarazzo della prima conoscenza. In altre occasioni, accompagnando il comune amico Pucci Cipriani presso il suo palazzo, avemmo modo di conversare di storia, liturgia e diritto. Quel che più stupiva era la grande freschezza e lucidità del ragionamento, la memoria formidabile di un uomo che, come ripeteva sovente, era costretto su una sedia per tutto il trascorrere dei giorni.
L’insegnamento più alto, che resta di un uomo sì di valore, è certamente l’amore incondizionato alla Santa Chiesa, madre e maestra, per la quale il buon cristiano si spende e si sacrifica, con generosità e coraggio.
1994 – Convegno sulla Vandea Martire, organizzato dall’ANTI 89 con SAR Emanuela di Borbone, Duchessa di Segovia e il Conte Neri Capponi
1977 – Palazzo dei Congressi – Convegno a Firenze su “Il Matrimonio Cattolico” (da sinistra) Il giornalista Puccio Cipriani, il Conte Neri Capponi e il Dottor Francesco Novello, Procuratore generale di Lodi.
2004 Quinta Edizione del Premio “Tito Casini” a Borgo San Lorenzo. Da sinistra: il Conte Neri Capponi, SAR Sigismondo d’Asburgo Lorena, Granduca di Toscana e il vignettista e giornalista Alfio Krancic.
Il Conte Neri Capponi Presidente del FIUV (Federazione Internazionale di UNA VOCE)
FOTO DI COPERTINA:Il Conte Neri Capponi in costume del Calcio Storico Fiorentino: Nobile Commissario dei Bianchi di Santo Spirito (primi anni Sessanta)