di Pucci Cipriani
Spenti ormai i riflettori sui campionati europei vorrei fare alcune considerazioni su quella partita che ha portato la nostra nazionale a vincere l’ambita Coppa e le sue conseguenze nel mondo politico. Già all’inizio ero mal disposto – dopo aver ascoltato il bruttissimo inno italiano, contrapposto a quello degli apostati inglesi con la stupenda musica di Handel, – nel vedere 24 pecore inginocchiate contro il razzismo Black Lives Matters (le vite nere contano…come se le altre non contassero), insomma una forma di razzismo all’incontrario o, forse, una forma di idiotismo buonista in questa società debosciata di “battelli senza vapore”, alla faccia delle dichiarazioni del CT Mancini che aveva affermato “Sono qui per giocare a calcio…non per stare in ginocchio per il piacere di chi ce lo impone”.
Già, chi ce lo impone!
E anch’io ho pensato che coloro che impongono di stare in ginocchio ai calciatori sono gli stessi criminali che, sospendendo ogni diritto costituzionale e aizzandoci le forze dell’ordine, in una immane caccia all’uomo, da un anno e mezzo ci tengono prigionieri, imponendoci anche la “gogna”, ovvero l’uso della “mascherina”, questa inutile pagliacciata che – ci dicono i “pennaruli” servi del regime – serve per “educare”.
Ho pensato anche che coloro che hanno imposto agli uomini di Mancini di mettersi in ginocchio sono gli stessi che da un anno e mezzo fanno terrorismo da mane a sera attraverso tutti i media, approfittando di una grave epidemia, per imporre a 60 milioni di persone una “dittatura sanitaria” che ha causato un disastro economico – presto si vedranno ancor di più gli effetti tragici – causando la chiusura di decine di migliaia di attività industriali, commerciali e artigianali, portando, molte volte, al suicidio gl’imprenditori, mentre è aumentato del 30% l’uso degli psicofarmaci, quadruplicato l’uso degli alcolici, raddoppiato l’uso della droga; infatti mentre le forze dell’ordine rincorrevano il ragazzo che aveva “violato” il coprifuoco di pochi minuti o quello che aveva tirato giù l’inutile mascherina, i “pusher” portavano (portano) la “roba” a domicilio.
Insomma, l’altra sera mi balenavano questi pensieri nella testa quando, poi, mi sono appassionato al gioco, e, al momento della “parata” dei due rigori da parte di Donnarumma, anch’io mi sono commosso e, quando intorno al portiere italiano si sono stretti i compagni e gli si son gettati al collo, parafrasando Umberto Saba mi è venuto di pensare ad alta voce:
Pochi momenti come questo belli, / a quanti l’odio consuma e l’amore, / è dato, sotto il cielo, di vedere.
Allora ho compreso le urla della folla, il pacifico e gioioso e rumoroso carosello delle auto, i mortaretti sparati dai ragazzi…perfino il nostro tristo Mortarella ha dismesso le gramaglie e, forse, per la prima volta in vita sua, ha sorriso.
Era, quello degli italiani, al quale anch’io mi sono unito, un urlo liberatorio, una sorta di inno alla libertà e una ribellione simbolica a politici sadicocomunisti come Speranza, al terrorismo mediatico di virologi, zanzarologi, psicologi, pitonesse, cartomanti e menagrami simili, che, da 18 mesi, hanno imperversato (e tuttavia imperversano) su tutti i canali televisivi, dicendo tutto il contrario di tutto, ma concordi in una cosa : nel “gufare”..nell’annunziare catastrofi e finimondi, nel sostenere la dittatura sanitaria nazicomunista e nell’auspicare ancora anni di coprifuoco, di arresti domiciliari, di sospensione della democrazia, di persecuzione nei confronti degli italiani.
Ecco, quell’urlo liberatorio, quella gioia – troppa gioia, troppo ottimismo – sono stati comunque il più grande vaffan…o nei confronti della nostra classe politica, il governo Conte prima e l’ammucchiata draghiana legocomuista poi.
Gli stessi “sinistri” personaggi che avrebbero voluto impedire la “festa”, per paura che gli italiani riscoprissero finalmente il gusto di scendere in piazza ad abbracciarsi e a guardarsi in faccia, avevano impedito, in molte piazze d’Italia i maxischermi e imposto il giacobino “distanziamento sociale”, mandando torme di poliziotti a “tenere a bada” i tifosi, mentre i delinquenti – come accade da un anno e mezzo a questa parte – ogni notte fanno scorribande seminando il terrore nei centri delle città…
Avevano paura, gli “speranziani” e i virologi, rigurgiti delle fogne sessantottarde, che i cittadini assaporassero troppo la libertà…ma qualcosa gli è scappato di mano…e allora le sinistre(comprese quelle in tonaca che ci privano dell’Eucarestia) hanno “riscoperto” il patriottismo e si sono scagliati contro “la perfida Albione”, contenti della sconfitta perché gl’inglesi hanno abbandonato l’Europa con la brexit…e allora…a dar voce all’esercito sinistro in rotta, pensa un folkloristico giornalista, dal vestito clownesco e dalla voce stentorea, certo Capranica (omen nomen) che, durante una trasmissione televisiva (“Quarta repubblica”), finalmente riesce a dare un nome e cognome al nemico dell’Europa laco-laida : “il pirata Boris Johnson” (testuale), colui che promosse la brexit.
A noi è rimasta la vittoria, la gioia di una bella serata di libertà, l’illusione della fine della dittatura nazisanitaria…ma nulla è gratis, tolto il formaggio avvelenato delle trappole per topi.
Ora hanno creato la “variante delta” (un tempo si chiamava semplicemente raffreddore) e, naturalmente, a causa di detta variante – ve lo immaginavate? – vogliono incarcerarci di nuovo perché aumentano i contagi (tutti asintomatici di nessuna gravità) …e da dove derivano i contagi? Ma è chiaro: dall’ affollamento delle piazze durante la partita della nostra nazionale. Insomma non sono ancora terminati i festeggiamenti e le grida gioiose dei giovani che i sanculotti governativi pensano già a un nuovo “lockdown” prospettando – scrive il musicista Stefano Burbi- “chiusure e limitazioni in alcune regioni che, secondo il perverso gioco dei colori, dovrebbero passare a breve in giallo per dei contagi che sono, nel 99% dei casi asintomatici (…)Non illudetevi, da domani, o al massimo da dopodomani, torneranno a parlarvi della variante delta che, mi dice un mio caro amico medico (e non solo) si tratta, per fortuna, di una mutazione del virus che provoca sintomi molto simili a un comune raffreddore(…)cercheranno di continuare a imporre un clima che – conclude Burbi – non mette nessuno al riparo dal morbo e danneggia la vita di tutti noi, sia pure in maniera diversa”.
E mentre noi resteremo imprigionati, come topi, nelle nostre case, senza reagire, anzi contenti che qualcuno pensi alla nostra salute e mentre gli imbecilli si trasformeranno in spie per controllare gli ospiti altrui… gli strozzini criminali europei ci faranno fare la stessa fine mortale che fecero fare alla Grecia…e mentre la dissanguavano le fecero vincere gli europei. È la nemesi storica.
Pucci Cipriani
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1968 (Collana Storica Vol. 11)
La memoria negata. Appunti per una storia della tradizione cattolica in Italia
Dal natìo borgo selvaggio. Quando ancora c’era la fede e si pregava in latino