Filippo Bianchi
Bergamo, la Lombardia ed il Paese stanno attraversando uno dei momenti più difficili e drammatici della propria storia. Stiamo vedendo le nostre comunità e la nostra Sanità protagoniste di gesti e risposte eccezionali per cercare ogni giorno sempre nuove soluzioni, anche ingegnose e creative. Stiamo constatando con gioia quanta bontà sia nascosta in molti cuori ma facciamo anche i conti con la dura e cruda realtà, che nessuno avrebbe osato immaginare, e con i limiti della natura umana.
La nostra gente, in questo periodo privata dei Sacramenti per la prima volta nel corso della propria vita, cerca ancora più supporto, conforto, ristoro e speranza nella fede che permea tutte le tradizioni dei nostri territori. Sono moltissimi i cittadini della “città bianca” di Bergamo, lombardi e della penisola che stanno privatamente e pubblicamente manifestando da una parte sdegno e smarrimento per la totale privazione di tutti i Sacramenti (compresa l’estrema unzione sul letto di morte) ma dall’altra ancora più orientamento verso la preghiera, più affidamento all’Alto. Tra loro praticanti e non praticanti, credenti e non credenti, ma tutti, più o meno consapevolmente, radicati nelle nostre secolari tradizioni che custodiscono l’identità cristiana della nostra civiltà occidentale.
Come recentemente sostenuto anche dal Segretario federale della Lega (video completo qui): “…usciremo da questa crisi grazie alla scienza, grazie alla medicina, grazie alla ricerca, grazie alla tecnologia ma anche grazie al Buon Dio, alla Vergine Maria e a chi ci segue da lassù […] San Giuseppe che una volta era festa di precetto, era festa nazionale, e secondo me bisogna recuperare anche alcune tradizioni […] cercheremo di organizzare un momento di preghiera collettivo…”.
Siamo confortati dal fatto che i Sindaci, tra i quali il Sindaco Venezia, il Sindaco di Cagliari, il Sindaco di Siena ed il Sindaco di Prato, oltre al Governatore della Sardegna, si siano fatti in questi giorni rappresentanti delle necessità e delle istanze della propria popolazione ed abbiano iniziato a consacrare i propri territori al Cuore Immacolato di Maria, oppure ai santi locali secondo le tradizioni, come i nostri antenati hanno sempre fatto nei secoli passati e soprattutto in tempo di epidemia. Tali gesti compiuti dai governanti, e tra l’altro anche dal nostro Segretario federale circa un anno fa in piazza del Duomo a Milano, sono anche segno di consapevolezza che la Politica deve talvolta far fronte a problemi più grandi di lei e che senza il Fine ultimo si perdono anche le battaglie ed i fini intermedi. La vera laicità non è pertanto la negazione o la neutralità rispetto a Dio, tali gesti rientrano nel perimetro della laicità e sono in armonia con la tradizione ed i valori custoditi nell’intimo della nostra civiltà.
Anche il Presidente degli Stati uniti d’America ha istituito nei giorni scorsi una giornata nazionale di preghiera dichiarando quanto segue: “È mio grande onore dichiarare per domenica 15 marzo, la Giornata nazionale della Preghiera. Siamo un Paese che, lungo la nostra storia, sì è sempre rivolto a Dio per protezione e forza in momenti come questi. Non è importante dove siete, vi invito tutti a mettervi in preghiera con fede. Insieme ce la faremo!”
Il vento della storia sta cambiando da alcuni anni ma questi nuovi tragici eventi sembrano in definitiva accelerare tale cambiamento, la pandemia globale del coronavirus sancisce ufficialmente la sconfitta del modello culturale ed economico globale, riafferma ancora di più la consapevolezza nei popoli della necessità di Sovranità, di rispetto per la Patria, di rispetto delle regole e dei confini ma soprattutto sta facendo riemergere un forte desiderio di restaurazione dell’ordine delle cose e di recuperare la nostra autentica identità e le nostre tradizioni cristiane.
Che Iddio ci aiuti e che San Giuseppe ci sia vicino durante il corso delle nostre vite sino all’ultimo momento.
Filippo Bianchi, 19 marzo 2020, festività di San Giuseppe