Anche in questo Natale, come negli altri passati, si è compiuta una strage: un attacco terroristico nel mercatino di Natale a Strasburgo, che ha visto cadere, sotto i colpi di un fondamentalista islamico, anche il giovane giornalista Antonio Megalizzi, che nel cuore serbava il sogno genuino di una Europa Unita, e, con lui, l’amico e collega Barto Pedro Orent-Niedzielski, chiamato Bartek. Entrambi attivisti europei, come lo sono quasi tutti i giovani che guardano il mondo con occhi innocenti e negano la crudele verità che spesso si nasconde dietro ciò che sembra essere un sogno, ma che in realtà è un vero e proprio incubo.

La ferocia di giovani jihadisti, che in Europa entrano ed escono come vogliono, proprio grazie all’immigrazione indiscriminata che le sinistre europee hanno sempre tollerato, si è abbattuta, tra gli altri, anche proprio sui due giovani europeisti, mettendo a tacere per sempre i loro ideali, la loro generosa volontà di accogliere chiunque volesse raggiungere l’Europa. Forse, oggi di fronte a queste morti ad essere chiamata in causa dovrebbe essere proprio quell’Europa che nulla ha fatto per fermare l’immigrazione incontrollata e per proteggere i suoi figli.

Come se lo spettacolo di sangue e di morte non bastasse a turbare la serena atmosfera del Natale, giunge l’esecrabile crimine dello sgozzamento e della barbara  decapitazione di due giovanissime ragazze scandinave in Marocco.

La giovane danese, barbaramente uccisa dall’Isis, potrebbe non essere stata solo vittima di una scelta casuale: c’è il sospetto che, con il macabro video inviato per far inorridire l’Europa durante il Natale, si volesse anche punire il Governo di Copenaghen, per aver deciso il rimpatrio di gran parte dei rifugiati provenienti dalla Siria, motivando la decisione con la fine della guerra; a tornare sui loro passi, però, vi sono diversi Paesi nordici, che hanno visto le loro città trasformate in moschee a cielo aperto e molti loro quartieri in ghetti, dove nessuna integrazione è possibile “sperimentare”, in quanto gli immigrati, persino nel vestire, hanno ricreato il loro ambiente islamico, prendendo le distanze dalla cultura del Paese ospitante, sentita come estranea alla loro.

Alla luce di quanto detto sarebbe puerile non considerare che nel progetto del «New World Order»[1], progetto nato non dalla volontà popolare, ma da una élite finanziaria, sia prevista anche la distruzione del Cristianesimo.  Il tempo rivelerà sempre più apertamente il vero obiettivo dell’invasione islamica in Europa, favorita, nel suo completamento, anche dall’adozione del Global Migration Compact: perseguitare i cristiani nei loro stessi Paesi per mano di milioni di immigrati islamici.

In modo diverso lo diceva Hillary Clinton, (qui) rifiutando l’approvazione di una legge sulla libertà religiosa nel Nebraska e nell’Indiana, perché sarebbe stata ingiusta nei confronti degli americani LGBT. Concetti come l’eutanasia, l’utero in affitto, le adozioni omosessuali, l’educazione gender, l’accettazione della pedofilia… sono ormai una realtà. Tutto questo è il «Nuovo Ordine Mondiale», ovvero un nuovo ordine di vita nel mondo, oltre a quello politico che deve trasformare gli esseri umani in robot non pensanti, creando, così, un esercito di uomini-schiavi, robot formattati per ubbidire ed espletare le mansioni che i nuovi “Dei” decideranno di volta in volta per loro.

Fantascienza? No. Oggi la tecnologia più avanzata è in gran parte nelle mani di questo unico potere che non arretra di fronte a nulla.

Con queste premesse oggi il nostro Natale è l’unica vera arma con cui si può ancora combattere il male. Quando l’Arabia Saudita negli anni ’70, all’epoca di Re Fayṣal ibn ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd (1906-1975), chiese di costruire una moschea a Roma fu subito esaudita,  tra le polemiche e le proteste di molti italiani, che chiedevano a Re Faysal (1973) un progetto di reciprocità. Nonostante si sia scritto che Papa Paolo VI (1897-1978) non abbia preteso in cambio, come sarebbe stato equo, alcuna chiesa cristiana in Arabia Saudita, rimane il fatto che la verità su come la trattativa tra Andreotti, Papa Montini e Re Faysal si sia conclusa, ce lo racconta Oriana Fallaci nel suo libro-verità «La Forza della Ragione» (2004).

La costruzione di una Grande moschea nella capitale della Cristianità fu una simbolica sfida, poiché i musulmani non hanno mai nascosto la loro ambizione di sostituire il Cristianesimo con l’Islam, trovando nella sinistra un terreno, forse inconsapevolmente, favorevole alla realizzazione delle loro ambizioni. Uno dei più famosi slogan del fondamentalismo islamico sentenzia: «Con le vostre leggi democratiche vi invaderemo e con le nostre leggi religiose vi domineremo». Bellissima ed emblematica espressione del favor della nostra «sinistra al caviale» nei confronti del progetto sintetizzato in questo efficacissimo slogan è la difesa della costruzione delle moschee fatta dal grande architetto Paolo Portoghesi, che realizzò il progetto, oltre che di orribili chiese moderniste, anche il progetto della grande moschea di Roma (qui).

La vera e propria sentenza, contenuta nello slogan di cui sopra cammina lentamente e, tuttavia, percorre molta più strada di quanto non ci si accorga, perché i fatti, che ogni giorno ci svegliano dal torpore di questa democrazia in estinzione, sono troppo evidenti ed eloquenti per non percepirne la pericolosità. L’Europa sta, lentamente, spegnendo anche le luci del Natale per favorire gli islamici contestatori, che, con arroganza, pretendono di gestire la cultura religiosa di un altro Paese. Nella trasmissione, su Canale 4, del 9 dicembre scorso si è discusso dell’incomprensibile comportamento di molti presidi ed insegnanti, che, nel periodo natalizio, dichiarano guerra al Natale, non si sa se per ignoranza o solo per odio verso il Cristianesimo e la Cattolicità, privando bambini, ragazzi e studenti delle scuole superiori di vivere pienamente la gioia dell’allestimento del presepe, con tutto ciò che significa.

E così, dinnanzi a quelle piccole luci fioche che illuminano le casupole sparse sulle montagne di carta di un presepe, dove la grotta con il bue e l’asinello, illuminata da una luce leggermente più accesa nei pressi della culla, sotto lo sguardo meditativo della Vergine Maria e lo quello protettivo di San Giuseppe, la visione del Bambino divino appena nato apre i cuori di grandi e piccini e li trasporta in un mondo incantato.

Allora ci si domanda ancora perché la visione di un bambino appena nato, che è tenerezza, emozione, bellezza … debba essere  bandita dalla cultura, dalla tradizione, dalla storia della nostra Italia e della nostra Europa, per soddisfare l’ignoranza di insegnanti e di dirigenti scolastici che, senza nessuna norma su cui basarsi, decidono, di loro iniziativa, di cancellare la festa più amata dai bambini e dai loro genitori; perché decidano di cancellare quel sogno che è il presepe, quel sogno che è suono di zampogne e di pastorali che si diffondono nell’aria durante i giorni dell’attesa, che è sempre  trepidante  e festosa.

Ciò che sta accadendo da quando l’Europa è stata invasa dalla  immigrazione forzata e selvaggia ha del surreale, perché a seguito delle proteste di alcuni (pochi) islamici contro i simboli cristiani e le nostre festività, le sinistre, inspiegabilmente  trasformatesi in difensori dell’Islam, hanno rinnegato la Cristianità, concedendo, indirettamente, agli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado di esibire la propria ignoranza sul significato reale del Natale e cancellare quel presepe, che, per secoli, ha inondato di gioia pura i cuori di tanti bambini e tante famiglie.

Ha ragione Vittorio Sgarbi, quando, nella summenzionata trasmissione, con il suo stile particolarmente acceso, ha elevato la sua rabbia contro «i maestri ignoranti che meriterebbero di essere cacciati a pedate dalla scuola», perché non sanno riconoscere e sentire che il Natale è cultura, arte, poesia, magia, mistero, valori, simbologia, spiritualità.

Gli educatori hanno il dovere di rispettare l’interiorità dei propri alunni siano essi italiani o stranieri, perché nel Natale non vi è niente di offensivo, che non possa essere mostrato, interiorizzato, spiegato.

Gli educatori non possono non condividere con i loro alunni il mistero della vita! Invece di inginocchiarsi dinnanzi ad un bimbo che nasce, si immergono nella sterile polemica di una ideologia che nulla ha a che vedere con la verità del fatto che l’uomo è riflesso di luce divina.

Ecco, la religione cristiana celebra la Nascita divina, nascita della vita, nascita di Dio, che tutti noi portiamo dentro e di cui non siamo consapevoli perché siamo ancora avvolti da una spaventosa ignoranza, che, purtroppo, continuiamo a venerare come conoscenza, mentre, invece, è solo buio della mente, buio dell’anima, buio della verità.

Anche tra i politici regna l’ignoranza religiosa. I tanti euro parlamentari che poco sanno di religioni, seduti comodamente nel Parlamento Europeo, mai fanno sentire la loro voce a difesa dei cristiani e delle loro festività, mentre si esaltano le tradizioni islamiche che, protette oltre misura dalle sinistre, sfidano sempre più apertamente la Cristianità, acquisendo chiese abbandonate per trasformarle in moschee.

Il Natale che si avvicina è anche occasione per rimproverare all’Europa il suo eloquente silenzio su tutte le stragi di cristiani innocenti, che, ogni giorno, subiscono persecuzioni, ammazzati dai musulmani per il gusto di vedere gli “infedeli” bruciare vivi, come non accade neanche per gli animali. Questa è l’Europa, che la maggioranza dei cittadini europei moralmente integri contesta e di cui chiede il cambiamento. Questa Europa, che rema contro il Cristianesimo, appoggiando le scuole che hanno decretato la morte del Natale per ossequiare chi, invece, la morte la provoca in nome di una discutibile religione.

Il fatto che, puntualmente, nel periodo natalizio si esegua il rito mortale di una strage da parte di una organizzazione oscura, che si è data di Stato Islamico, è segno che siamo caduti tutti in uno stato di arrendevole sudditanza, che permette, a chi questa sudditanza l’ha comprata, di utilizzare ancora l’arma del terrore per ricordare che «indietro non si può più tornare».

Angela Merkel ed Emmanuel Macron con l’ulteriore obbedienza al Global Migration Compact hanno firmato la (nelle loro intenzioni) definitiva condanna dell’Europa; hanno firmato il più subdolo atto di guerra contro se stessi e contro tutti i Paesi europei.

Elena Quidello

Fonte : EUROPA CRISTIANA