di Pucci Cipriani
Tratto da Corrispondenza Romana
Definimmo il governo di Giorgia Meloni : “Il miglior governo, nel peggior momento” e, in merito non abbiamo cambiato idea… Ci spiace dunque segnalare un “cambiamento di rotta” sui problemi etici da parte di alcuni Presidenti di Regione e Sindaci di “centrodestra” o, almeno, eletti, coi voti degli elettori di centrodestra. E’ questo il periodo dei gay pride ovvero di quelle sfilate colorite in cui, personaggi noti e meno noti, si vestono con le penne e i lustrini, con strani costumi di cuoio e parrucche, inneggiando non tanto all’omosessualità ma all’ideologia omosessualista LGBT+ e non chiedono più nemmeno il “matrimonio omosessuale” ma un vero e proprio “cambiamento antropologico”: tra gesti blasfemi e bestemmie, vengono irrisi simboli sacri cari al cuore degli elettori di centrodestra mentre con slogan (una sorta di ripetersi del Sessantotto) ridicoli si rivendicano i così detti “diritti del popolo LGBT+” come l’indottrinamento gender per i bambini nelle scuole, le adozioni e i matrimoni contro-natura, la pratica dell’utero in affitto, la Carriera Alias nelle scuole e, soprattutto quelle leggi liberticide come il decreto Zan con cui si vorrebbero mettere a tacere tutti i dissidenti.
Il centrodestra si è sempre battuto in favore dei principi etici e del diritto naturale contro il “cambiamento antropologico” e proprio ora sta facendo una giusta battaglia per rendere reato universale l’obbrobriosa pratica dell’utero in affitto fatta sul corpo della donna e con la conseguente compravendita dei bambini.
Dunque, proprio mentre i Parlamentari del centrodestra stanno portando avanti questa loro meritoria battaglia di civiltà, con l’approvazione di gran parte della popolazione (anche personaggi di “sinistra” si sono espressi contro l’utero in affitto!), uno dopo l’altro, comuni e regioni di centrodestra, cedendo alle pressioni (e probabilmente a qualche ricatto) del popolo LGTBT+ o, forse, nell’illusione di apparire “moderni”, tradendo così il voto e la fiducia dei propri elettori e soprattutto gli stessi valori dei loro partiti, stanno dando la loro adesione e il loro patrocinio ai vari gay pride, esprimendo così la loro approvazione alle richieste del Manifesto politico del gay pride: Trascrizione per “figli” di coppie gay, ideologia gender fluid e adesione alla pericolosissima carriera Alias.
Ha cominciato a cedere alle richieste LGBT+ e a dare il patrocinio al pride il Presidente di centrodestra della Regione Lazio Francesco Rocca, patrocinio poi fortunatamente ritirato in seguito alle proteste del popolo romano e alle migliaia di firme contrarie raccolte dalla Associazione Pro vita e Famiglia. Poi è stata la volta del sindaco di centrodestra di Palermo, Roberto Lagalla, che non si è limitato a patrocinare la manifestazione ma, anzi, ha sfilato, insieme alle “suffragette gay”; quindi dell’Amministrazione di Latina che ha dato il patrocinio al gay pride…cosa che ha stupito molti in quanto il Sindaco, Matilde Celentano, si era in passato distinta per la sua contrarietà all’utero in affitto e non aveva avuto timore nel dichiararsi “cattolica”. Sembra che la Celentano si sia fatta convincere dalle pressanti richieste del cantante Tiziano Ferro; fatto sta che dopo le proteste della cittadinanza la Celentano ha fatto subito marcia indietro e ha ritirato l’inopportuno patrocinio.
Ma c’è chi di passi indietro non intende farne, anzi, lui è talmente “avanzato” da rivendicare la sua difesa al gender fluid e a tutte le altre aberrazioni Lgbt+; si tratta del Sindaco di Piombino di Fratelli d’Italia, Francesco Ferrari, che ha espresso il suo sostegno alle iniziative del suo comune che ha “messo il sigillo” al cambiamento antropologico con una delibera della sua Giunta (lui però era assente). Nella delibera si afferma di voler sostenere la manifestazione attraverso percorsi di formazione e sensibilizzazione sulle tematiche LGBTQIA+ presentate dall’Associazione LED (Libertà e diritti Arcigay) di Livorno; elargendo un contributo (con i soldi dei piombinesi) di 1.045,00 euro all’arcigay, dando la disponibilità delle strutture e dei servizi municipali; sostenendo il Rivellino pride party pagato, in parte, dai cittadini di Piombino, con una serata aperta a tutti i cittadini, peraltro tenutasi già il 1° luglio con musica e approfondimenti sulle tematiche LGBT+ gestite direttamente dalle associazioni attive sul territorio (Arcigay, Agedo, Famiglie Arcobaleno, Rete genitori, Rainbow etc). Poi dopo aver spiegato gli “aspetti terminologici” (tra cui la differenza tra le parole trans, transgender e transessuale), le persone trans e le loro necessità… ecco “dulcis in fundo”, la perla di questa delibera omosessualista: si decreta che con i voti (o almeno anche con i voti) del centrodestra e con i soldi dei cittadini di Piombino si cercherà di studiare l’evoluzione del concetto di famiglia con uno sguardo alle nuove famiglie LGBT+ perché infatti in Italia esistono migliaia di famiglie composte da genitori LGBTQIA+ con figli/e , coppie single o separate : famiglie come le altre che si basano su responsabilità, impegno quotidiano, rispetto e amore… Certo a Piombino cominciano ad arrivare centinaia di firme e proteste che, però non fanno smuovere di un passo il Sindaco Ferrari che sembra ripetere a chi lo contesta “Hic manebimus optime”, mentre i neoeletti dirigenti della Lega (il Segretario provinciale Luca Tacchi e il Vice Segretario Lorenzo Gasperini) promettono battaglia al Sindaco Ferrari: «Siamo sicuri – si afferma nel Comunicato della Lega – che non passerà una tale scelta di violenza ideologica contro il rispetto dei bambini e delle famiglie (…) il progetto che vede tra gli organizzatori anche soggetti che hanno per scopo sociale quello di distruggere l’idea che i bambini abbiano diritto ad avere un babbo e una mamma e di promuovere pratiche come quella dell’utero in affitto è chiaramente rivolto ai “più giovani” e, come riportato nella sinossi dell’iniziativa, rivolto principalmente al personale che lavora nel mondo della scuola del Comune di Piombino. Ancora una volta – prosegue il Comunicato – si tenta di mettere le mani sui bambini cercando di innescare un cambiamento ideologico nei docenti per attivare una gravissima manipolazione morale e psicologica svolta a scardinare i più basilari elementi dell’identità psicoaffettiva dei bambini e dell’essere umano».