Tratto da: Stilum Curiae

di Marco Tosatti

Di Adriana De Conto – Quante bordate arrivano al Ddl Zan. Dopo femministe, lesbiche, costituzionalisti, esponenti del Pd più dialoganti, spunta ora un giudizio al vetriolo del vescovo di Verona rilasciato a Libero.  Il disegno di legge Zan come la Gestapo. Monsignor Giuseppe Zenti ha scagliato fulmini e saette con paragoni estremi contro il testo che negli articoli 1-4 e 7 necessita di una riscrittura se non si vogliono lasciare intatte ambiguità e discriminazioni.

Così, per celebrare i cinquant’ anni di sacerdozio ha scelto di affrontare con i fedeli la materia incandescente. «Di fronte a chi mi chiede luce, confuso e disorientato non posso tacere – ha detto durante l’omelia. Me ne prendo la responsabilità senza coinvolgere gli altri confratelli vescovi: può dirsi veramente cattolico chi sostiene la teoria ideologica del gender, che contrasta radicalmente con la Bibbia e con il magistero?

Non possiamo stare zitti quando vengono messi a rischio i valori fondamentali della famiglia e della vita (…). Auspichiamo che si possa continuare a dirlo, che non resti traccia nel ddl di bavagli o possibili incarcerazioni. Sarebbero residuati da Gestapo».

Ddl Zan, il vescovo di Verona: “Non posso più tacere”

Il nocciolo del problema è proprio questo. La concreta possibilità che nella forma originale il ddl Zan possa imporre per legge il pensiero unico. E’ questo l’aspetto che inquieta tutti, ma non Letta e la sinistra che vorrebbero imporlo così com’è.  Monsignor Zenti ha proseguito invitando a considerare un ampio spettro di discriminazioni: «Nessuno mette in dubbio che i tempi siano maturi per superare la logica delle discriminazioni.

Ma vanno superate tutte, in una visione olistica, a cominciare da quelle che colpiscono i disabili: penso a chi soffre di autismo, ai quali la società e lo Stato danno soltanto le briciole. Ci sono discriminazioni legate alla povertà, dovute alla disoccupazione o alla mancanza di una pensione dignitosa per i più anziani». Non ci sono discrinazioni di serie A e di serie B.

“La famiglia è il gioiello di Dio, lasciatecela nella sua bellezza”

Certo, ha sottolineato il vescovi di Verona: «Ci sono anche nell’ambito delle differenze sessuali, ma la famiglia è il gioiello di Dio, il vertice della creazione: il progetto di Dio non prevede altre forme di trasmissione della vita umana. Lasciatecela nella sua bellezza». Ricordiamo che  monsignor Zen è uno che ha sempre parlato in chiaro e controcorrente. Come in occasione della Conferenza sulla Famiglia osteggiata e svillaneggiata dalla sinistra che aveva definito «sfigati» e «medievali» i promotori. E da uomo di cultura fece un appunto alle parole usate a casaccio:  «Il Medioevo fu un periodo di forti valori culturali. Ogni persona che partecipa al Congresso esprime un atto di libertà civile; e nessuno ha il diritto di snobbarla o addirittura di insudiciarne il volto».

Ddl Zan, il vescovo di Sanremo: “Una legge che punisce le discriminazioni c’è già”

Interviene spesso sui temi sensibili al centro del dibattito pubblico. È tornato a ribadire che «esiste soltanto un tipo di famiglia, quella composta da uomo e donna, e i bambini hanno il diritto di chiamare i propri genitori mamma e papà, non “genitore uno” e “genitore due”». Non è solo al riguardo: assieme a lui c’è il Vescovo di Sanremo -Ventimiglia, monsignor Antonio Suetta, che ha fatto sentire la sua opinione: «il ddl Zan sovverte la legge di Dio» e «una legge che punisce le discriminazioni c’è già».