Furono poi il gesuita cardinale Carlo Maria Martini e il coautore, anch’esso gesuita, Georg Sporschill con il loro libro Conversazioni notturne a Gerusalemme a formulare la magna carta del Neo Modernismo. Il cristianesimo tracciato da questo duo gesuitico accettava l’aborto, la fecondazione artificiale, l’eutanasia, i rapporti prematrimoniali, la contraccezione, mentre sul piano dottrinale propendeva per una fede esistenzialista sganciata da dogmi e Tradizione con vaghe aperture alla religiosità orientale. Era inoltre ostile alla Messa in latino, favorevole al matrimonio dei preti, al sacerdozio femminile e propenso alla riforma cattolica secondo lo spirito di Martin Lutero. Come si può evincere da questi propositi sinteticamente elencati contenuti in quel volume, tutto quanto è accaduto e sta accadendo nella Chiesa cattolica trova riscontro in quel programma. Un programma che aveva la sua origine nelle conclusioni della 32^ Congregazione della Compagnia di Gesù terminata il 7 marzo 1975, un’eredità che, a sua volta, aveva le sue radici nelle teorie di alcuni teologi della stessa Compagnia di Gesù, i cui semi risalivano a certe correnti della teologia gesuitica del secolo XVII.

Oggi la Compagnia di Gesù è alla guida del movimento modernista della Chiesa e gode di un ampio favore nel mondo laicista sia di impronta liberale che di quello marxista; l’avvento di un Papa gesuita costituisce la testimonianza più rappresentativa della sua accresciuta influenza causando nel contempo una reazione di carattere opposto per lo strapotere da essa assunto all’interno della Chiesa.

Quelle aperture del duo Martini-Sporschill furono molto apprezzate dai massoni del Grande Oriente d’Italia (GOI) in un loro bollettino. Quel programma ha trovato ampia applicazione in Italia come dimostrano gli eventi che si sono succeduti dal 1975 in poi e che hanno preso a correre con sorprendente velocità dopo l’aprile 2013. Se le conclusioni della 32^ Congregazione della Compagnia di Gesù costituivano la stesura di un programma dettagliato che era stato evocato nel dibattito conciliare in alcuni suoi documenti, il volume del duo Martini-Sporschill ha rappresentato il “libretto rosso” del Neo Modernismo cattolico. L’ascesa al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio ha dato il via all’applicazione di quel programma. Si cominciò immediatamente a far fuori tutti quei personaggi e gruppi ecclesiali che potevano impedire uno sviluppo accelerato del programma scritto nel libretto rosso.  Tutto sembrava filar liscio come da copione, salvo qualche resistenza subito messa a tacere con le buone o con le cattive, quando all’improvviso salta fuori il memoriale di Mons. Viganò che ha letteralmente spiazzato lo schieramento modernista.  Tutti si aspettavano una risposta del Vescovo di Roma ma egli ha glissato dicendo che non pronuncerà una sola parola in merito, salvo contraddirsi per ribadire che il suo silenzio è il boccone che si meritano quei “cani selvaggi che cercano scandalo e divisione, mentre l’unica strada da percorrere è quella del silenzio e della preghiera”. Sorvoliamo sulla strana tenerezza con la quale Papa Francesco si rivolge a quel “cane” di Mons. Viganò e a tutti gli altri “cani” che richiedono una risposta chiara e precisa e soprattutto una efficace e radicale pulizia del marcio che è stato messo in evidenza e che non si ha il coraggio, quanto meno, di ammettere. Dopo tutto il marcio che è venuto fuori non basta aver dato esecuzione al bando del Card. Mc Carrick, peraltro già deciso dal suo predecessore. Non è possibile che l’ex cardinale faccia da capro espiatorio per tutti, poiché il suo peccato non è stato di masturbazione solitaria ma di atti compiuti ripetutamente in compagnia di individui consacrati o indirizzati ad esserlo; atti di cui sapevano in molti, specialmente coloro che gli vivevano accanto e che hanno beneficiato delle sue raccomandazioni e del suo patrocinio per giungere ai livelli in cui ora si trovano.  Se non si fa pulizia la sporcizia continuerà a rimanere impressa nelle membra della Chiesa. Se si continua a mantenere al loro posto o a nascondere al riparo coloro che si sono macchiati delle infamie messe allo scoperto dalla magistratura statunitense (solo successivamente è uscito il memoriale di mons. Viganò) e che hanno sconvolto l’ecumene cattolica di tutto il mondo, non si convincerà proprio nessuno che basterà la preghiera e il silenzio. Ad accontentarsi di questa raccomandazione saranno soltanto coloro che vogliono mantenete le cose allo stato attuale.  Con la preghiera e il silenzio si può chiedere a Dio che induca a fare pulizia coloro che ne hanno il potere e il dovere, ma qualcuno, per ispirazione divina o per senso di responsabilità verso Dio, dovrà pur farla questa pulizia che i fedeli di tutto il mondo attendono con ansia e speranza.  Le raccomandazioni a pregare e a tacere non bastano più. Per poter credere in una Chiesa santa i fedeli hanno bisogno di essere rassicurati che questa pulizia sia fatta sul serio e che i pastori dal più alto al più marginale facciano il loro dovere per scacciare i lupi che mettono in pericolo il gregge. I fedeli di tutto il mondo hanno bisogno che i pastori siano puliti e che non abbiano addosso l’odore dei lupi.

Come Santa Caterina senense si rivolse a Gregorio IX, i fedeli di tutto il mondo e quelli americani in modo particolare implorano papa Francesco dicendo: Vi preghiamo che volgiate l’occhio in punire li difetti delli pastori della Chiesa quando fanno quello che non devono affinché non abbondino in miserabili e scellerati vizi tanto che con essi appuzzano tutto quanto il mondo. E sempre come Caterina che si rivolgeva a Urbano VI imploreranno a scegliere una brigata di santissimi uomini in cui sia virtù e nessun timor di morte e una brigata di buoni cardinali che siano a voi drittamente colonne. Sapete che ne deriverà, se non si pone rimedio in farne quello che ne potete fare? Dio vuole in tutto riformare la sua sposa e non vuole che sia la più lebbrosa. Se none ‘l farà la santità vostra, giusta il vostro potere, il farà sé medesimo col mezzo delle molte tribolazioni. Tanto leverà di questi legni torti che egli drizzerà a suo modo”.

Questa è la preghiera che, seppure in silenzio, sale dall’ecumene cattolica e non solo. Il mondo cristiano che ha veramente a cuore la salvezza degli uomini, quella per l’eternità, non potrà che chiedere le stesse cose che chiedeva la grande Caterina e che noi ripetiamo con forza e con decisa convinzione.

Non ci bastano più le prediche a tacere e a pregare. Occorrono fatti concreti, visibili e severi nel cacciare i lupi e nel risanare la Chiesa di Cristo. Le parole non bastano più e ciò che si vuole è che si arresti finalmente l’autodemolizione della Chiesa e per prima cosa lo chiediamo al suo fondatore e nostro Redentore, Gesù Cristo figlio di Dio. Lui sicuramente provvederà a convincere chi di dovere, perché siamo certi che da questa crisi, se non risolta in modo adeguato, potrà scaturire uno scisma che sarà ancora più grave di quello luterano.

Cesaremaria Glori